The Front Runner – Il Vzio del potere: Jason Reitman, talentuoso regista già apprezzato per Thank you for smoking e Juno, porta sul grande schermo l’emblematica vicenda politica del senatore Gary Hart, favorito ai sondaggi nella corsa alla casa bianca che è stato affossato nella sua luminosa carriera politica a causa del vizio più antico dei politici di tutti i tempi.
E’ l’alba delle elezioni presidenziali americane del 1988, Gary Hart (Hugh Jackman) è il favoritissimo senatore democratico del Colorado che corre per quella che è la poltrona politica più ambita del mondo. Bello, carismatico, eloquente, con uno staff fortemente motivato, dotato idee progressiste altamente innovative, Hart procede nella sua compagna convito di dover solo gestire al meglio il vantaggio accumulato. Eppure Hart, che ha una moglie (Vera Farmiga) e una figlia (Kaitlyn Dever) che ama profondamente, è dedito all’antico vizio che affligge tanti politici di oggi e ieri e sarà per questo perseguitato dalla stampa scandalistica e non con una foga che non ha precedenti. Tratto dal libro All the Truth Is Out: The Week Politics Went Tabloid di Matt Bai, The Fron Runner, si focalizza sull’incredibile clamore mediatico generato dalla condotta privata di Gary Hart che determinerà una nuova era giornalista nella quale non esisterà più di personale e qualsiasi confine potrà essere violato in nome di una presunta mancata etica privata.
Cosa funziona in The Front Runner
Hugh Jackman, nella la parte di Gary Hart, firma una delle sue interpretazioni migliori di sempre impersonando una figura emblematica di politico visionario e innovativo, intenzionato a mettere fine alla visione oscurantista di Reagan, che ha visto naufragare le sue ambizioni a causa di quello sguardo pruriginoso e ipocritamente moralista che da sempre contraddistingue l’America bianca, classista e puritana.
Dotato di un ritmo serrato veramente avvincente Reitman con The Front Runner consente allo spettatore di appassionarsi ad una emblematica vicenda politica recente ma oramai completamente dimenticata e di dare uno sguardo su quello che poteva essere e non è stato, un punto di non ritorno che ha cambiato per sempre le sorti dell’America e del mondo.
Perché non guardare The Front Runner
Se uno dei compiti del giornalismo è sicuramente quello di braccare i potenti quanto è lecito consentire che esso entri così profondamente nella vita privata dei singoli? Quale è il giusto confine? E’ corretto solleticare lo sguardo ipocrita e pruriginoso dell’opinione pubblica? La bella pellicola di Reitman lascia molte di queste domande aperte, anche nel guardare con onestà ad un padre di famiglia che sembra a tratti quasi di rivendicare il diritto ad una condotta che molte ferite ha causato alla sua famiglia. Il finale lascia lo spettatore con uno profondo senso di incompiutezza di fronte ad una vicenda privata, prima ancora che pubblica, così controversa che ci costringe ad una dolorosa riflessione più che mai attuale.
Nell’epoca del presidente Americano più orgogliosamente sessista e razzista di sempre questa bella pellicola ci consente di riflette su ciò che chiediamo ai nostri politici e di quali danni incommensurabili fanno le nostre pulsioni represse e la proiezione della nostra ombra nelle rappresentazioni pubbliche.