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Racconti di Cinema – Via da Las vegas di Mike Figgis con Nicolas Cage ed Elisabeth Shue

Ebbene, oggi per il nostro consueto appuntamento coi Racconti di Cinema, recensiamo il discutibile ma estremamente interessante Via da Las Vegas (Leaving Las Vegas) di Mike Figgis con Nicolas Cage ed Elisabeth Shue.

I Racconti di Cinema, come sapete, è una rubrica che rispolvera le cosiddette pellicole di culto. Una rubrica attraverso la quale ripassiamo in rassegna film oramai sfuggiti a molti o scordati dai più, per rinfrescare la memoria cinefila oppure per ridare lustro e la meritevole attenzione a pellicole sconosciute ai baldi giovani, figli di una generazione che, probabilmente, è dimentica di tanta celluloide a loro ignota.

Film instant classic, rilevanti o più meno importanti appartenenti a un passato neanche troppo lontano, un passato talvolta remotamente distante oppure, come in questo caso, collocato nei nineties. Sì, gli anni novanta in cui spopolò nientepopodimeno che uno degli attori più amati ma al contempo più mal sopportati da buona parte del pubblico, vale a dire Nicolas Cage.

Protagonista assoluto di questo Via da Las Vegas, film che alla sua uscita, avvenuta nel ‘95, forse fu ampiamento sopravvalutato dalla Critica statunitense che lo incensò di sperticate lodi, immantinente definendolo addirittura un indiscutibile capolavoro.

A tutt’oggi, infatti, a distanza di circa venticinque anni dalla sua release, il sito metacritic.com gli assegna un altissimo 82% di positivissima media recensoria.

Via da Las Vegas dura circa due ore, per l’esattezza (stando al minutaggio riportato da IMDb) 1h e cinquantuno minuti.

Tratto dall’unico e postumo romanzo del suicida John O’Brien, sceneggiato dallo stesso Figgis, altri non è che la trasposizione cinematografica romanzata degli ultimi mesi della tragica vita di O’Brien.

Trama:

uno sceneggiatore fallito di Hollywood, Ben Sanderson (Nicolas Cage), dopo il licenziamento in tronco, perduti oramai tutti i suoi sogni di gloria, decide di darsi alla pazza gioia autodistruttiva, partendo alla volta della città del vizio e della trasgressione per antonomasia, ovviamente Las Vegas.

Qui, in un turbine di psicologica perdizione, sganciatosi da ogni freno inibitorio, il disperato Ben conosce l’amore di una prostituta bellissima, Sera (la stupenda Shue).

Sia Ben che Sera sono due anime sole alla deriva. Due reietti condannati a un destino infausto.

Ma, per qualche giorno, innamoratosi l’uno dell’altro, rimarginando vicendevolmente e passionalmente le loro intense ferite, le loro esistenze sfioreranno lidi idilliaci d’amore puro e sincero, libero e selvaggio.

Ben è oramai però distrutto nel fisico, annientato nel coraggio, massacrato da tanti letali cocktail di alcol e droghe. Sera, invece, durante una tristissima notte nella quale stava tranquillamente passeggiando, viene aggredita da un gruppo di violenti ragazzini che la brutalizzeranno.

I quali, difatti, prima le faranno credere che con lei vorrebbero semplicemente, uno alla volta, avere normali rapporti sessuali, pagandola profumatamente, poi all’improvviso la costringeranno vilmente a un aberrante stupro di gruppo ripugnante.

Via da Las Vegas, un film commovente a tratti ma assai furbo, pieno zeppo di luoghi comuni, però molto ben fotografato da Declan Quinn.

Che, rispetto a Figgis, la cui messa in scena è banalmente convenzionale e scontatamente improntata al maledettismo più scontato e programmaticamente ruffiano, coi suoi sottili giochi di torbide, acquose luci fluorescenti, sa creare un’atmosfera dalle forti tinte chiaroscurali assai suggestive nelle sue rifrangenze visivamente ammalianti, allineate al clima pessimistico e cupo della vicenda filmicamente narrataci.

Figgis, nonostante quanto detto, fu candidato comunque all’Oscar sia come migliore regista che come migliore sceneggiatore. Così come furono nominati, per le loro rispettive interpretazioni, Nicolas Cage ed Elisabeth Shue.

Figgis e la Shue rimasero a mani vuote mentre Nicolas Cage vinse l’ambita statuetta.

La sua prova è molto sentita e perfino carismatica ma, con tutta probabilità, quell’anno avrebbe dovuto vincere Anthony Hopkins per Nixon di Oliver Stone.

Dunque, col senno di poi, Via da Las Vegas rimane un buon film drammatico ma, tutto sommato, niente di che.

Nel cast, Julian Sands, la nostra Valeria Golino e Danny Huston. Cammei, fra gli altri, del figlio di John Lennon, Julian, e del regista Bob Rafelson.

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

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