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Racconti di Cinema – The Untouchables – Gli intoccabili di Brian De Palma con Kevin Costner, Sean Connery, Andy Garcia e Robert De Niro

E finalmente recensisco un film di Brian De Palma che, personalmente, considero un genio. Un cineasta immenso, un innovatore coraggioso all’ennesima potenza, uno che non è certamente malato di lesineria espressiva-ista. Uno che ha superbamente elevato le sue iperboli stilistiche a mood inderogabile della sua autorialità. Che vi piaccia o meno, quasi tutti i film di De Palma sono dei grandi film e perfino quelli alla loro uscita osteggiati e guardati con diffidenza, snobbati e liquidati in fretta da una Critica miope che aveva ottusamente scambiato De Palma soltanto per un vanitoso imitatore di Hitchcock, sono oggi stati ampiamente riabilitati, e mi riferisco alle cosiddette “opere minori” come Raising Cain e Mission to Mars. Sì, De Palma non è stato sempre puntualmente affatto infallibile, qualche volta si è lasciato prendere la mano, soffocato nell’imbrodarsi della sua stessa mastodontica, sconfinata bravura tecnica tanto da perdere di vista il cuore e l’anima delle sue pellicole, sbandando e scivolando in qualche gaffe e smodatamente incensandosi d’ombelicale narcisismo. Insomma, un regista talmente geniale da venir intrappolato dalla sua stessa deleteria, autoreferenziale immensità.

Ma in questo caso parlo di The Untouchables – Gli intoccabili, un capolavoro indiscutibile. Un gangster movie mozzafiato da confrontare, registicamente e tematicamente parlando, con Scarface e Carlito’s Way. Un terzetto eccelso, micidiale e non saprò mai, se dovessi scegliere fra i tre il mio preferito, su quale titolo optare per elevarlo al di sopra degli altri. Impossibile fare raffronti, giocare di specularità e analogiche comparazioni. Scarface è stato ed è un film intramontabilmente epopeico, epico, esagerato, violentissimo, trionfo del kitsch più sublime, innalzato in gloria e in maniera mitologica da un Pacino stratosferico, titanico, orridamente imponente. Mentre Carlito… un’elegia malinconicamente commoventissima d’insuperabile eleganza e raffinatissimo, morbido, mellifluo e fascinoso, magnetico (auto)citazionismo supremo.

Con The Untouchables – Gli intoccabili, De Palma ha firmato il suo film meno sperimentale, di una compattezza diegetica lineare ai limiti dell’elementare classicità più pura. Un film tanto ancora moderno quanto eccezionale nel suo essere retrospettivamente demodé.

Un’esaltante, magnifica storia di buoni contro cattivi come in un western di John Ford.

Da noi, The Untouchables – Gli intoccabili è uscito il primo Ottobre del 1987. Un film indimenticabile, da rivedere mille volte, appassionandoci come fossimo vergini alla sua visione, da riguardare ancora e ancora sin allo sfinimento. Un film della durata di 1h e 59 min che volano via senza che possiate neppure accorgervene.

Siamo a Chicago nell’era del Proibizionismo e la città è tenuta in scacco dal potente, imbattibile boss Al Capone (un De Niro memorabile, sardonico, luciferino, agghiacciante e mostruoso).

Un Al Capone che sembra la versione satireggiata di Mussolini, un tiranno efferato che, dietro il contrabbando d’alcol, detta legge sulla gente. Imponendo la sua bramosa follia. Uno che, se qualcuno sgarra e non sta alle sue regole, lo trucida o lo fa ammazzare dai suoi implacabili sicari, capeggiati dal brutale, disumano Frank Nitti (Billy Drago).

Un uomo però senza macchia e senza paura, l’agente del Tesoro Eliot Ness (Kevin Costner), che non si piega dinanzi a niente e a nessuno, si mette in testa di combattere Al Capone e mettere fine al suo illecito, scellerato monopolio. Forma così su una squadra speciale, gli intoccabili, formata dal veterano e idealista Jimmy Malone (un grande, sempre carismatico Sean Connery premiato con l’unico Oscar della sua splendida carriera), vecchio poliziotto-metronotte irlandese che oramai non ha nulla da perdere, l’italoamericano tiratore scelto Giuseppe Petri (andy Garcia) e il ragioniere-contabile Oscar Wallace (Charles Martin Smith).

Indomitamente, Ness, assieme ai suoi fidi scudieri, intraprenderà una lotta senza esclusione di colpi. Arrivando a inchiodare Capone in tribunale nella mitica scena oramai citata a iosa dello sfogo collerico di Capone/De Niro imbufalito col suo mitico, irrefrenabilmente rabbioso: sei solo chiacchiere e distintivo!

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Straordinario successo al botteghino, rarità per De Palma, se si eccettua Mission: ImpossibleThe Untouchables è appunto un monumentale, granitico film intoccabile, ove le scene d’antologie e cult si sprecano, dall’incipit con Capone dal barbiere all’uccisione lancinante da pelle d’oca di Jimmy Malone, dalla scena in cui Capone ammazza e frantuma il cranio di uno dei suoi uomini con una mazza da baseball sino naturalmente a quella della stazione della carrozzina, dichiarato omaggio a La corazzata Potemkin.

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Cinematography by Stephen H. Burum e magiche, leggendarie musiche di Ennio Morricone, costumi di Giorgio Armani.

Scritto dall’esimio David Mamet.

Un film che, ipnoticamente, continua a incantarci, stupirci ed emozionarci a più di trent’anni dalla sua release.

E, quando succede ciò, significa che siamo di fronte a un insuperabile capolavoro eterno.

Lo dirò sempre: film che emozionano così, come se fosse la prima volta che li vedi, non si possono discutere.

E che poesia!

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

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