L’ultima opera d’arte di Bong Joon-Ho ci fa riflettere sulla società in cui viviamo, dove gola e invidia non sono più peccati capitali, bensì delle necessità per sopravvivere.
Il 2019 si presenta come uno degli anni cinematografici più prolifici degli ultimi tempi: prima Tarantino, poi Joker, The Irishman di Scorsese e infine Parasite, ultimo ma non per importanza, visto che probabilmente si tratta del miglior film tra i quattro citati. Perché? Per il semplice motivo che racchiude tutti gli elementi necessari per rendere un film una vera e propria opera d’arte destinata a restare nella storia del cinema: enigmatico, inquietante, riflessivo, divertente e commovente.
L’ultimo film di Bong Joon-Ho è semplicemente un capolavoro. La trama narra di una povera famiglia coreana dove nessuno ha un lavoro. In seguito alla falsificazione di alcuni documenti, il primogenito riesce a trovare lavoro come insegnante di supporto di inglese per la figlia di una ricca famiglia borghese. Una volta iniziato a lavorare, grazie a geniali stratagemmi, il figlio riuscirà a far assumere dalla ricca famiglia tutti i membri della propria. Tutto questo porterà ad eventi sconvolgenti e imprevedibili.
Cosa funziona in Parasite
Per la prima volta, l’entusiasmo di chi scrive nei confronti di questo film è talmente elevato che potrei rispondere alla domanda sopra con una semplice parola: tutto. A partire dalla scenografia maniacale, mai stata così importante in un film: le abitazioni di entrambe le famiglie presentano caratteristiche tali da rappresentare i vari livelli della società in cui viviamo: il giardino, la cantina e il seminterrato sono i luoghi in cui i protagonisti del film si alzano e si abbassano, a seconda del grado sociale nel quale si trovano.
Risulta poi banale lodare la sceneggiatura di Bong Joon-Ho, capace di dare un cambio di registro al film come raramente si era visto negli ultimi anni al cinema (forse solo con Gone Girl di David Fincher). La tensione è alle stelle, i momenti divertenti sono numerosi ed il finale è da fazzoletto per le lacrime, il tutto condito da un profondo e bellissimo significato. Non resta altro da fare che correre al cinema.
Perché non guardare Parasite
Risulta molto difficile trovare dei difetti a quest’ultimo film marcato Corea del Sud. Non guardate Parasite se siete amanti della razionalità e se per voi un film deve essere un passatempo leggero che non vi porta ad alcuna riflessione o discussione post visione.
Maggior incasso al box office USA per un film straniero nel 2019, Parasite è sicuramente il miglior film di Bong Joon-Ho, il quale ci ha regalato già diversi capolavori nel corso della sua carriera (Memories of Murder, Snowpiercer, Mother), ma che questa volta supera se stesso come solo i grandi cineasti sanno fare. Già premiato lo scorso maggio al Festival di Cannes con la Palma d’oro, risentiremo parlare di Parasite il prossimo 9 febbraio 2020, quando a Los Angeles si terrà la 92esima notte degli Oscar.
Parasite è al cinema dal 7 novembre con Academy Two