L’opera seconda di Duccio Chiarini, L’Ospite, esce in sala dopo essere stato presentato allo scorso festival di Locarno nel 2018. Un ragionamento divertente sulle coppie e le relazioni.
Guido (Daniele Parisi) viene lasciato in una sera d’inverno. Decide di andare via di casa e questo gli permette, come ospite di divani altrui, di vedere la vita e le relazioni dei suoi genitori e amici. Coppie, relazioni, tradimenti e riconciliazioni, gli faranno capire come anche l’amore sia un’esperienza in continua evoluzione.
Dopo Short skin, Duccio Chiarini affronta le storie d’amore, non quelle agli inizi, ma quelle che si portano avanti negli anni, che hanno preso una certa routine e che sopravvivono, anche se con qualche scossone. Tra le mani a scrivere la sceneggiatura c’è anche Roan Johnson, che su storie familiari complicate ha già realizzato un paio di film.
Cosa funziona in L’Ospite
Il film di Chiarini usa un linguaggio nuovo, che ricorda il cinema francese, per mettere in scena questa storia di rapporti e amori, con una buona prova di interpretazione di Daniele Parisi, che dopo l’esordio in Orecchie, si conferma un attore da tenere d’occhio. Alcune scelte registiche sono interessanti, con movimenti di macchina non interrotti a seguire i dialoghi dei protagonisti. Brunori SAS appare in un cameo.
Perché non guadare L’Ospite
Il film è molto originale per il modo di trattare la tematica più ricorrente del cinema di commedia italiano, l’amore. Le interpretazioni di Parisi e di Silvia D’Amico sono interessanti e anche la cardiologa disillusa Thony è credibile. Il contesto in cui si muovono i personaggi è però un po’ slegato, le azioni restano un po’ sospese, in attesa di un finale. Ma d’altronde così accade anche nella vita reale.
L’Ospite è in sala dal 22 agosto distribuito da Mood Film.