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Maria Regina di Scozia, recensione del film con Saoirse Ronan e Margot Robbie

Esce finalmente in Italia il 18 gennaio il primo film di Josie Rourke: Maria Regina di Scozia, epica al femminile in costume con Saoirse Ronan e Margot Robbie protagoniste assolute

Il maltrattamento critico ed economico a cui è andato incontro Maria Regina Di Scozia (Mary Queen of Scots, di Josie Rourke) è ingiusto al limite dell’inspiegabile. Di lavori simili a questo se ne sono visti molti, spesso inferiori e premiati senza o quasi ragione. Maria Regina di Scozia doveva andare praticamente a colpo sicuro: cast al femminile, dive protagoniste, regista donna, rilettura della Storia in chiave di empowerment contemporaneo, cura estetica stellare secondo i dettami della fotografia deakinsiana più di tendenza (colori pittorici e simmetrie instagrammabili). Risultato: critica fredda, flop, Saoirse Ronan senza uno straccio di nomination.

La storia di Maria Regina di Scozia è, a grandi linee, quella di Maria Stuarda (Ronan). Sorellastra della Regina Vergine Elisabetta I (Margot Robbie), tornata in Scozia dopo il periodo francese, intende reclamare il trono di regina delle Highlands. Lo riacquisterà da suo fratello e regnerà per diversi anni, dimostrandosi sovrana aperta e amata dal popolo. Ma la sua natura (straniera, cattolica, indomabile e indipendente) la renderà invisa ad una variopinta schiera di cortigiani assetati di potere. Che passeranno i successivi sei anni dall’incoronazione a complottare per deporla, provando a metterla contro la amata-odiata sorellastra protestante.

Cosa funziona in Maria Regina di Scozia

Maria Regina di Scozia è onesto. Vuole giocare secondo le regole della Hollywood 2018, e non sbaglia. Quello di Maria Stuarda non è un personaggio che si possa esaurire in un film. Mille storie, mille volti, mille battaglie con mille motivazioni diverse si nascondono dietro le tende di un biopic che potrebbe durare dieci ore. Il copione di Beau Willimon lo sa, e fa la cosa più giusta: sceglie, seleziona, cancella e stravolge la Storia per accomodarla al suo racconto. Maria Regina di Scozia prende sei anni della vita di Mary, e punta la cinepresa sul rapporto conflittuale tra le due sorelle lontane e vicine, spinte alla discordia da un mondo di maschi infidi e guerrafondai. Delle mille versioni che i manuali ci tramandano, Josie Rourke sceglie quella più comoda per il racconto che vuole fare. E va bene così.

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E’ inutile fare la conta di cosa “non torni” in Maria Regina di Scozia. Da che mondo è mondo nel racconto storico gli eventi reali vanno aggiustati nel diagramma di una drammaturgia teatrale. Willimon e Rourke prediligono ovviamente la dimensione più appetitosa in rapporto all’oggi (due sorelle contro il patriarcato), e tagliano via il resto. La debuttante regista punta allora sul melò familiare, tenendo però più di un occhio a Game of Thrones e ovviamente ad House of Cards (di cui Willimon è stato showrunner), ereditandone un certo gusto per il political porn fatto di intrighi e contro-intrighi. Ne viene fuori un lavoro più ricco e ambizioso del solito, con un comparto costumi-scenografie semplicemente impressionante, plot per una volta ben stratificato e un duello di dive d’altri tempi (stravinto da Robbie). Il pubblico americano è rimasto spaventato da questa dimensione ibrida, a metà tra il santino con star e l’ostica ricostruzione storico-politica. Ma in qualche modo è proprio l’ibrido a dare forza al film, infondendo credibilità e contesto in una storia altrimenti debole.

Perché non guardare Maria Regina di Scozia

L’assunto di partenza stesso in Maria Regina di Scozia è problematico. Perché va bene che per trovare una storia nella Storia bisogna scegliere, selezionare, stravolgere. Ma nell’ansia di andare incontro ad una morale accettabile (senza la quale oggi in USA non danno i premi a cui il film agogna), si finisce per eliminare tutti gli elementi più controversi ed interessanti in favore di un facile buoni contro cattivi. A soffrirne più di tutti è la protagonista annunciata: la Maria Stuarda di Ronan è una ragazzina testarda e coraggiosa che fa sempre la cosa giusta, esprime sani valori e pare interessata a regnare soprattutto per fare dispetto ai cortigiani maschi. Non sembra mossa da grandi motivazioni politiche, ideali profondi, estasi religiosa cattolica (il conflitto religioso tra Maria e Elisabetta è il grande assente): è piuttosto una laica, giovane e bellissima principessa Disney. E ovviamente viene spazzata via in carisma dalla Elisabetta di Margot Robbie, deturpata dal vaiolo, frigida suo malgrado, perseguitata da un inestinguibile complesso di inferiorità nei confronti della sorellastra.

Maria Regina di Scozia è comunque un signor prodotto, con qualche difetto di struttura ma tutte le carte in regola per piacere. E’ arrivato forse in un momento di saturazione nei confronti di simili santini storici, ma blockbuster in costume così, con questi valori produttivi e questa voglia di confrontarsi con la complessità degli eventi, sarebbe bello vederli più spesso. Operazione mai stupida, e non impaurita  di chiedere quel dieci per cento di impegno in più al suo pubblico.

Regia: Josie Rourke Con: Saoirse Ronan, Margot Robbie, Guy Pearce, Joe Alwyn, Jack Lowden Anno: 2019 Durata: 124 min Paese: Gran Bretagna Distribuzione: Universal Pictures

About Saverio Felici

(Roma, 1993) Lavora nei campi dell'editoria e della produzione audiovisiva. Scrive e collabora tra gli altri con Point Blank, Nocturno e Cineforum.

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