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Le Mans ’66 – La grande sfida di James Mangold nel portare sul grande schermo una storia vera che riesce a tenerci col piede sull’acceleratore per 150 minuti (o quasi).

In Le Mans ’66 – La grande sfida, Damon e Bale formano la coppia perfetta in questo film sulle corse dal sapore classico e accattivante, che ci regala momenti di tensione inaspettati e avvincenti.

Detroit, 1966. Il colosso delle automobili americane Ford è fortemente in crisi e decide di scendere in pista gareggiando alla famosa 24 ore di Le Mans, in Francia. Dovrà tuttavia vedersela con l’apparentemente imbattibile Ferrari. Toccherà così agli ingegneri della Ford guidati da Carrol Shelby (Matt Damon) e dal pilota britannico Ken Miles (Christian Bale) costruire una vettura, la Ford GT40, in grado di portare a casa la vittoria.

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Cosa funziona in Le Mans ’66 – La grande sfida

Oltre ai motori della Ford, nel film funziona molto bene l’alchimia tra i due protagonisti Damon e Bale, col prevalere del secondo sulla scena, il quale ci regala un’altra ottima interpretazione (in odore di Oscar) da aggiungere alle tante della sua carriera. Non mancano i momenti divertenti oltre a quelli commoventi, ma ciò che rende Le Mans ’66 veramente un film degno di nota sono le scene sulle piste da corsa, piene di tensione e ritmo, in grado di farci immedesimare nei personaggi in prima persona: tutto questo grazie a un montaggio frenetico e coinvolgente dal punto di vista visivo e sonoro.

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Probabilmente noi spettatori italiani non riusciremo, anche provandoci, a non simpatizzare per la nostra Ferrari di Maranello, qui vista come l’avversario da battere. Tuttavia il regista James Mangold non scade in modo eccessivo nei classici luoghi comuni e nelle vomitevoli prese in giro sull’Italia e gli italiani già portati e riportati sul grande schermo dalle peggiori produzioni di Hollywood. A parte un paio di battute non troppo eleganti, il film dipinge con rispetto e ammirazione (e ci mancherebbe altro) il club Ferrari guidato dal mitico Enzo Ferrari, interpretato dal nostro Remo Girone, e per certi versi fa passare per ridicoli alcuni atteggiamenti o stili di vita del signor Ford e del suo team.

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Cosa non funziona in Le Mans ’66 – La grande sfida

Questa mitica sfida tra Ford e Ferrari smette di essere coinvolgente e adrenalinica quando i protagonisti scendono dalle loro vetture, riducendosi a dialoghi molto “buonisti” scritti appositamente per realizzare un film adatto a tutta la famiglia che non risulta tuttavia credibile e, soprattutto, non porta a nulla di innovativo sulla scena cinematografica attuale. Non è un caso che nella pellicola gli americani non pronuncino nemmeno una parolaccia, se non una volta quando strettamente necessario, e che le uniche due frasi “colorite” provengano dagli italiani del team Ferrari.

Guarda il video dell’incontro con James Mangold e Remo Girone

In un periodo storico dove anche generi cinematografici apparentemente consolidati e non inclini al cambiamento sanno reinventarsi per non risultare banali e scontati, questo “Ford v Ferrari” (questo il titolo originale) ci sembra un prodotto abbastanza inutile, carente di novità, il quale non si colloca, a differenza dei suoi protagonisti, sul podio dei film del 2019. Se non siete cinefili troppo esigenti, senza infamia e senza lode, per una buona visione “politically correct” la domenica pomeriggio.

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Campione di incassi al box office italiano nel primo weekend di uscita, Le Mans ‘66 è un film che piacerà sicuramente alla maggior parte del pubblico e sarà un successo commerciale, come quasi tutti i film di James Mangold (Logan, Walk the line, Quel treno per Yuma).

Prodotto dalla 20th Century Fox e distribuito dalla Walt Disney Motion Pictures, Le Mans ‘66 – La Grande Sfida è al cinema in tutta Italia dal 14 Novembre.

Regista: James Mangold Con: Matt Damon, Christian Bale, Jon Bernthal, Caitriona Balfe, Tracy Letts, Josh Lucas, Noah Jupe, Remo Girone, Ray McKinnon, JJ Feild, Jack McMullen, Emil Beheshti, Corrado Invernizzi, Adam Stuart, Francesco Bauco Anno: 2019 Durata: 152 min. Paese: USA Distribuzione: 20th Century Fox

About Valerio Ambrogi

Mi chiamo Valerio Ambrogi e sono nato il 02/12/1991 in provincia di Reggio Emilia. Fin dalle scuole elementari ho sempre nutrito una grande ed apparentemente inspiegabile passione per la settima arte. Questa passione è maturata negli anni, passando da quella che era in principio una assidua visione di film alla volontà di “sporcarsi le mani” in prima persona e realizzarne alcuni. Nel 2014 ho deciso infatti, assieme ad altri compagni di Università, di fondare una associazione culturale il cui obiettivo è realizzare lungometraggi e cortometraggi indipendenti. Ad oggi tale associazione vanta un lungometraggio di genere thriller e due cortometraggi di genere horror alla cui lavorazione ho preso parte in veste di produttore e aiuto-regia.

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