Nella sezione Risonanze della 14a Festa del cinema di Roma è stato presentato un documentario che oltre a essere un omaggio al gruppo di Kurt Cobain trova il modo di parlare di un periodo e di una generazione.
Il 22 febbraio del 1994 è stato un giorno epocale per molti. Sicuramente per i due registi di I wish I was like you, che in quegli anni vivono in una delle cittadine dei Castelli Romani, a pochi chilometri da Roma, ma vicinissimi, e questa è la cosa più importante per la loro formazione musicale, al Palaghiaccio di Marino.
Un luogo mitico, ora chiuso ma dove, negli anni ’90, transitarono i più grandi nomi della musica rock, tra cui i Nirvana, per la loro seconda e ultima data in Italia.
Fu una giornata spartiacque perchè da quella data in poi, in pochi mesi, Kurt Cobain prima andrà in overdose proprio a Roma, dove si era fermato con la famiglia dopo il concerto, fino a togliersi la vita il 4 aprile dello stesso anno.
Cosa funziona in I wish I was like you
Il documentario è una vera e propria opera dell’ingegno, i due registi hanno infatti recuperato e montato alcuni reperti video dell’epoca (girati in VHS-C) e soprattutto ci donano una rarità: una parte del concerto dei Nirvana a Marino che venne ripreso in modo rocambolesco, documento unico di quell’evento.
Quello che il documentario riesce anche a raccontare è uno stato d’animo, racconta di un periodo di crescita e cambiamento, in cui tutti quelli che all’epoca avevano l’età dei registi iniziavano a scegliere la musica da ascoltare e iniziavano a immaginarsi nel futuro.
E’ inoltre arricchito da una serie di animazioni 8bit adeguate al tipo di racconto.
Perché non guardare I wish I was like you
Vedere la situazione in cui adesso versa il Palaghiaccio di Marino è un colpo al cuore, carico di metafore per chi adesso entra nei 40 anni.
Il documentario I wish I was like you è prodotto e distribuito da Istituto Cinecittà Luce.