Dumbo: Il remake live action del classico Disney, arriva nei cinema italiani dopo la mirabolante presentazione alla stampa con Tim Burton, trovate il video della conferenza all’interno, e una Premiere italiana ricca di ospiti e giocolieri circensi.
Difficile non conoscere la storia di Dumbo, il quarto Classico Disney distribuito nel lontano 1941 che però continua ancor oggi a far piangere ed emozionare grandi e piccini.
L’ennesima opera meravigliosa che la Disney ha deciso di rimettere di nuovo in gioco. Inutile ormai lamentarsi del fatto se sia giusto o meno, il cinema deve andare avanti anche quando mancano le nuove idee, e con Tim Burton alla regia almeno stavolta tutti si aspettavano qualcosa di visionario, come lui ci ha dimostrato (almeno fino al 2012) di saper fare. E così fortunatamente è: Dumbo di Tim Burton è un remake ma al tempo stesso anche un sequel del mitico capolavoro in animazione tradizionale. Parte dalla storia che tutti conosciamo, cambiando alcuni interpreti, da animali in umani, e rendendo più drammatico il finale originale vola poi in avanti…
Ma se non avete mai visto Dumbo in vita vostra, la sinossi da regalarvi è questa: nel circo dei fratelli Medici dall’elefantessa Jumbo nasce un cucciolo dalle grandi orecchie. Deriso da tanti, scopre che quella parte strana del suo corpo è in grado di farlo volare, e da quel momento la sua vita cambierà radicalmente…
Cosa funziona in Dumbo di Tim Burton
L’aver proseguito la storia non è la sola novità del Dumbo di Tim Burton: non assistiamo al “scena per scena” che ha caratterizzato gran parte del live-action de La bella e la bestia, ma a cambiare sono molte cose, a partire dagli interpreti. Gli esseri umani non sono più un contorno ma co-protagonisti della storia, con diverse persone a ricoprire il ruolo del mitico topino Timoteo, e aumentano anche gli antagonisti.
Assistiamo nella prima parte a una visione più equilibrata rispetto a quella odierna del circo: un mondo dove gli animali spesso volentieri vengono maltrattati ma anche amati, come dai bambini protagonisti, i “figli di Colin Farell”. Soprattutto una volta, come ci ha ben insegnato Hugh Jackman in The Greatest Showman, era spesso l’unica famiglia possibile per i freaks, gli emarginati, che appunto riescono a provare empatia con il piccolo elefantino deriso dagli ignoranti, e ad aiutarlo nella miglior maniera possibile. Più che andare contro il circo (che Burton ha comunque ammesso di non amare) il regista ci mostra invece una critica nascosta proprio a uno dei maggiori simboli del suo datore di lavoro, i parchi a tema Disney, che con l’acquisto della FOX (e la conseguente maggiore monopolizzazione dell’intrattenimento mondiale) cade proprio a fagiolo.
Dumbo in CGI è realizzato magnificamente, è forse lui l’unica cosa veramente di pari livello al capolavoro originale, con quei suoi grandi occhi e la continua ricerca della piuma regala le migliori emozioni di questa rivisitazione. Il suo sguardo vi farà venire almeno una volta gli occhi lucidi. Spettacolare e magico il rifacimento moderno della celebre scene degli elefanti rosa.
Da menzionare anche il Ricco cast degli umani in cui merita una menzione speciale Danny De Vito. Era un po’ che non lo si vedeva in un film importante e nelle sue poche scene ci fa capire quanto ci era mancato. Una presenza importante, capace di regalare vera ilarità in una storia decisamente drammatica. Michael Keaton è un perfetto personaggio ambiguo e subdolo che serviva alla storia, così come Eva Green che ingannerà un po’ tutti gli spettatori al suo ingresso in scena. Buona prova anche per Colin Farrell, che cerca di ripetere le stesse emozioni regalate in Saving Mr. Banks, e concludiamo questa lista di scelte riuscite citando il veterano Alan Arkin, premio Oscar che aveva già lavorato con Tim Burton al tempo di Edward mani di forbice.
Il doppiaggio di Dumbo 2019
Dumbo del 1941 è uno dei tanti Classici Disney dello scorso secolo che vantava un lavoro straordinario non solo di doppiaggio ma anche di adattamento, grazie a Mario Almirante e, naturalmente, il comandante Roberto De Leonardis.
Cambiare il nome dell’elefantino da Jumbo Jr. a Dumbo Jumbo fu una scelta saggia e alla fine lungimirante, perché appunto, il termine dumb rimane del tutto estraneo alla lingua italiana, non lo si può tradurre letteralmente. Oggi invece, purtroppo, si adatta sempre meno, e quindi ecco che viene mantenuto il nome originale, finché non appaiono le famose orecchie giganti. La presentazione del nome Dumbo viene fatta nel miglior modo possibile nella nostra versione, ma al tempo stesso, è inutile se non si va a vedere sul dizionario inglese la parola dumb. Non sono tanto a mancare i grandi nomi del passato come voci (basta pensare che attori con la A maiuscola come Wanda Tettoni e Olinto Cristina avevano ruoli minori) quanto appunto la scelta di talent più per la fama che per il loro talento. Elisa è una brava cantante, ma non è certo al livello di una leggendaria soprano come Miriam Ferretti, e il risultato, su “Bimbo mio”, si sente eccome.
Fortunatamente unica talent in un cast di assoluto livello che vede nomi come Fabio Boccanera, Stella Musy, Giorgio Lopez (con lui è sempre Matilda sei mitica!), Michele Gammino, Franco Mannella, Alessandro Budroni e Angelo Maggi, mentre tra i professionisti purtroppo c’è una anche una nota negativa: Lucrezia Roma. Bisognerà ascoltare anche la versione originale per esserne sicuri, ma la sua voce risulta troppo staccata da una giovanissima attrice (quasi sicuramente coetanea a lei) come Nico Parker, tanto da chiedersi se non stava doppiando una donna adulta. Forse, come dicevamo, non ha fatto altro che restare fedele all’attrice originale, che come vedremo presto si è rivelata tra le cose meno riuscite di questo film. Problema non solo di sceneggiatura ma anche di interpretazione naturalmente.
Guarda il Video del nostro incontro con Tim Burton: ATTENZIONE: il video include alcuni SPOILER sulla trama.
Perché non guardare Dumbo di Tim Burton
Come accennato sopra, non ci sono più Timoteo e i corvi ad insegnare a Dumbo a volare, ma i piccoli Farrier. Una scelta non solo per rendere diverso il film dall’originale (oltre a renderlo più probabile in quanto live-action) ma forse nata dal desiderio di provare ad emulare le gesta dei piccoli Banks in Mary Poppins.
L’idea era buona, la realizzazione purtroppo no: Nico Parker non riesce ad emozionare in alcun modo, fredda e mono espressiva per tutto il tempo. Suo “fratello”, Finley Hobbins, non ha particolari colpe, anzi, viene rappresentato veramente come un bambino della sua età, ma purtroppo gli è stato dedicato meno minutaggio rendendolo dunque abbastanza dimenticabile.
L’originale Dumbo è ancor oggi uno dei film d’animazione più strappalacrime della storia del cinema, difficile non nascondersi il volto per non mostrare agli altri le lacrime quando senti la mamma cantare “Bimbo mio”. Abbiamo già parlato delle poche emozioni trasmesse dalla versione italiana, e difficile credere che in originale cambi qualcosa perché la scena pare girata male di suo, con Tim Burton probabilmente indeciso se almeno in questa occasione attuare il “shot to shot”.
Dumbo 2019 è un film emozionante, da occhi umidi, ma non a fontanella dunque. Peccato, ma fino a un certo punto: giusto ribadire che è decisamente meglio vedere un remake che prova ad avere un minimo di identità personale.
Dumbo di Tim Burton è al cinema in Italia a partire da giovedì 28 marzo 2019