La recensione di Copia Originale, il film di Marielle Heller, che è valsa una candidatura all’Oscar ai due protagonisti, Melissa McCarthy e Richard E.Grant.
Lee Israel (Melissa McCarthy) è una scrittrice di biografie di persone famose. Negli anni ’80 però, i suoi libri non vendono più come un tempo e ben presto si trova a dover trovare un’alternativa per pagare le bollette e le uscite al bar. L’idea geniale le capita per caso, quando trova una lettera autografa in un libro che sta usando per le sue ricerche. A New York, in quegli anni ancora senza internet, le persone acquistano lettere scritte a mano da personaggi famosi, e quindi Lee mette insieme la sua arte, il suo cinismo e l’aiuto dell’amico Jack (Richard E.Grant).
Cosa funziona in Copia Originale
Il film con protagonista Melissa McCarthy è una commedia amara sull’arte, sulla vanità e su come sia semplice creare mondi se chi ascolta ha voglia di farsi abbindolare. Lee Israel è sfacciata e affronta ogni giornata come se fosse l’ultima. Non si fida degli altri forse perché ferita precedentemente, o forse semplicemente perché è un’individualista, così come il suo amico Jack. I due eroi non lo sono per nulla, non c’è neanche un momento di redenzione in Lee, nemmeno quando viene scoperta e condannata. Il film si bilancia perfettamente sulla bella prova della McCarthy in un ruolo lontano da quelli per cui la conosciamo di più e su quella di Richard E.Grant che segna un grande ritorno con questa interpretazione.
Perché non guardare Copia originale
La scrittura ben riuscita di questa commedia non riesce a nascondere l’esagerato, ma probabilmente aderente al personaggio, egoismo della protagonista e del suo comprimario. Sono due personaggi cinici con i quali si empatizza fino a quando il gioco da loro costruito non inizia a diventare pericoloso anche per le persone che li circondano. Diventa quindi difficile rimanere dalla parte dei due protagonisti.
Copia Originale è in sala a partire dal 21 febbraio con 20th Century Fox