City of Lies – L’ora della verità è un film di Brad Furman che racconta per la prima volta sul grande schermo gli omicidi degli artisti Tupac Shakur e Notorious B.I.G., rendendo noto oltreoceano non solo il loro caso irrisolto ma anche tutta la loro cultura che li legava indelebilmente
City of Lies – L’ora della verità è una storia di due omicidi, non così datati (1996/97) ma molto lontani, non solo per distanza. Tupac Shakur e Notorious B.I.G. dicono poco o nulla al di fuori degli Stati Uniti a chi non mastica Rap e Hip-Hop, molti di voi probabilmente assoceranno il suo iconico faccione alla serie Netflix Luke Cage, visto che lo stesso si trova impresso su di un quadro affisso nella sede del boss Cornell “Cottonmouth” Stokes, interpretato da Mahershala Ali.
Sarà anche questo il motivo per cui Brad Furman ha deciso di realizzare un film molto simile al suo precedente, The Infiltrator (2016), non solo per esportare la storia e tutta la cultura cucita addosso a questi due personaggi i cui omicidi sono ancora irrisolti, ma anche, chissà, aiutarla a risolverla. Del resto, il cinema a volte riesce a dare almeno una piccola spinta ai procedimenti giudiziari, basta pensare a J.F.K – Un caso ancora aperto e, più recentemente, Sulla mia pelle.
City of Lies è la classica storia vera un po’ romanzata per il cinema, visto che al personaggio realmente esistente di Russell Poole, interpretato ancora una volta da un carismatico Johnny Depp, unisce una spalla creata per l’occasione come Darius “Jack” Jackson (Forest Whitaker), che in qualche modo rappresenta Randall Sullivan, lo scrittore del libro LAbyrinth su cui si basa il lungometraggio. Quest’ultimo è un giornalista molto toccato dal caso che cerca in tutti i modi di far tornare Poole ad indagare, affinché la verità venga a galla. Impresa non facile, perché dietro quelle due morti sembra esserci davvero di tutto e di più.
Cosa funziona in City of Lies – L’ora della verità
Abbiamo già parlato dell’importanza culturale, storico e sociale della pellicola, nonché della grande interpretazione dei protagonisti, l’altro aspetto da lodare è senza dubbio la regia, che non risparmia i particolari, la rappresentazione dei vari stati d’animo dei personaggi, e decide per una narrazione a ritroso capace di tenere lo spettatore concentrato per tutti i 112 minuti, anche perché riesce benissimo a creare empatia con la vicenda, nonché far riflettere sulla stessa concezione di “omicidio razziale”. Da vedere, e rivedere, e questa non è la classica frase fatta da critico, e ora vi spieghiamo appunto il perché.
Perché non guardare City of Lies – L’ora della verità
La narrazione a ritroso, e spesso e volentieri molto veloce, senza delle vere pause, è anche il maggior difetto del film, nel senso che non aiuta appieno lo spettatore a capire tutte le dinamiche della vicenda, in particolar modo i vari intrecci tra i personaggi, “buoni e cattivi”, che vengono mostrati. In poche parole, City of Lies è un film che va per forza guardato almeno due volte per comprenderlo appieno. Fortunatamente, dato il valore della storia e gli attori tirati in ballo inserirlo nel “non guardare” è anche stavolta una sorta di forzatura, adatta solo allo spettatore che cerca un film puramente per rilassarsi.
City of Lies – L’ora della verità, è stato inoltre presentato per la prima volta proprio in Italia, al “Noir in festival”, ad inizio dicembre 2018, per poi venire distribuito negli USA il 31 dicembre scorso, e in Italia per tutti il 10 gennaio 2019 con