Al pari de Il Re Leone, C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino è l’altro attesissimo film americano che in Italia si è fatto aspettare. Per gli Italiani che non hanno avuto la possibilità di vederlo in anteprima stampa (o vip) a Roma ad inizio agosto, appuntamento è fissato per il prossimo 18 settembre, con i protagonisti che avranno a quanto pare anche stavolta le voci di Francesco Pezzulli, Sandro Acerbo e Domitilla D’Amico, mentre Francesco De Francesco ha da poco annunciato di essere stato confermato su Damon Herriman, e Davide Perino su Emile Hirsch.
C’era una volta a… Hollywood si può considerare come il terzo capitolo della “trilogia storica” di Tarantino, dopo Bastardi senza gloria e Django Unchained. Tre film che affrontano la storia in maniera decisamente revisionistica, a soggetto della particolare genialità del regista di origini italiane.
Questa volta le vicende storiche riguardano un determinato anno, il 1969, e persone realmente esistenti come Sharon Tate e i membri della famiglia Manson. Nonostante abbia determinato la fine di un epoca, di un mito, questo evento storico può risultare sconosciuto a diverse persone, per questioni anagrafiche ma anche di lontananza oceanica. Del resto, difficilmente al liceo i professori di storia riescono ad approfondire gli eventi del secondo dopoguerra, figuriamoci i fatti di cronaca relativi agli Stati Uniti. Quindi, se sapete ciò che è successo il 9 agosto 1969 vi godrete questa nuova versione Tarantiniana del fattaccio, in caso contrario, vi consigliamo di andarvi a documentare solo dopo aver visionato C’era una volta a… Hollywood, in modo da potervi gustare questo particolarissimo lungometraggio del regista di Pulp Fiction e Kill Bill.
Protagonista di questa storia è Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), un attore in crisi rimasto celebre per la serie TV Bounty Law ma che nel 1969 riesce ad ottenere solo ruoli da antagonista principale in episodi pilota. C’è chi gli consiglia di tentare la fortuna in Italia con gli spaghetti Western, una prospettiva che non piace affatto a Dalton, che continua invece a cercare il colpo di fortuna, aiutato senza sosta da Cliff Booth (Brad Pitt), sua principale controfigura, ma anche autista e tuttofare. Parallelamente si sviluppa la storia, artistica e privata, di Sharon Tate (Margot Robbie), attrice ma anche compagna di Roman Polański.
Cosa funziona in C’era una volta a… Hollywood
Come accennato più sopra, il film sarà una totale ed emozionante sorpresa per coloro che non conoscono la storia vera… ma anche per chi ne è a conoscenza! Perché è Tarantino, ragazzi, puoi appunto aspettarti di tutto. Abbiamo una vicenda veramente accaduta, ma non sai mai quando lui la cambierà a suo piacimento, e come per l’appunto. E così ecco che abbiamo un primo grande momento di tensione nella scena allo Spahn’s Ranch, la cui atmosfera condita da un cast quasi tutto al femminile non può non farti pensare alla città vecchia di Sin City. E oltre a belle donne dallo sguardo minaccioso quel posto è pieno di cani, da cui uno si aspetta il peggio viste le polemiche scatenate dal loro utilizzo ancor prima dell’uscita del film (ma ci arriveremo meglio in seguito).
Con queste premesse uno si aspetta un film di Tarantino vecchio stile, con violenza a non finire. Ma non è così… “l’ultra-violenza” c’è, ma in una sola scena di cui non vi indichiamo il momento per non rovinarvi la sorpresa.
Per gran parte del lungometraggio assistiamo a un genere di regia decisamente diversa dal solito. Molto più simile alla narrativa di Martin Scorsese in film come Quei bravi ragazzi o Gangs of New York, in cui si cerca di approfondire un determinato momento storico.
Ma Quentin si vede anche in altre piccole cose, ergendosi senza volerlo a paladino della libera creatività cinematografica, sempre più in pericolo negli ultimi tempi. Polemiche preventive sull’utilizzo di Pitbull violenti? Sull’ironizzare su Bruce Lee? E se non ci sono ancora state, sulla violenza nei confronti delle donne? Dato che siamo riusciti a vedere tutto questo sul grande schermo, possiamo solo immaginare la reazione di Quentin del tipo: “Fan**lo tutti, io vado avanti lo stesso”. E perciò grazie se ci hai ricordato che il cinema è soprattutto fantasia, quello che vediamo non rappresenta per forza la realtà, e i tuoi film sono molto spesso ben lontani da essa.
C’era una volta a… Hollywood dura ben 161 minuti, che di solito sono tanti, ma in questo caso scorrono via senza troppi patemi, il giusto minutaggio per raccontare al meglio quel particolare periodo americano, e non solo. Abbiamo già accennato sopra alle grandi voci italiane che lo accompagneranno, ma consigliamo allo stesso tempo una visione anche in versione originale, con una Lorenza Izzo (Knock Knock, The Green Inferno) che parla soltanto in Italiano, visto il personaggio assegnatole.
Riguardo alle altre interpretazioni, impressionante la somiglianza di Margot Robbie con la vera Sharon Tate, così come quella di Rafał Zawierucha su Roman Polański.
Leonardo DiCaprio eccelle anche stavolta nell’interpretare un personaggio tormentato e pieno di sfumature come quello di Rick Dalton. Applausi per lui, così come per Brad Pitt. Oltre ad essere incisivo come pochi, fa provare allo spettatore una sana invidia ed ammirazione: non solo vorremmo essere tutti a 55 anni belli come lui, ma anche potenti come il Chuck Norris dei tempi d’oro.
Questi citati sono solo alcuni nomi di un cast lunghissimo e veramente stellare, che presenta altri grandi nomi come Al Pacino, Kurt Russel, Dakota Fanning, Bruce Dern (che ha dovuto sostituire il prematuramente scomparso Burt Reynolds) e Luke Perry (che al contrario di Reynolds è riuscito a concludere le riprese prima della sua ancor più prematura scomparsa).
Perché non guardare C’era una volta a… Hollywood
Non riusciamo a trovare dei veri difetti in questo film, è difficile non apprezzarlo, a meno che di non essere membri della PETA, della famiglia di Bruce Lee o tenaci nostalgici del movimento Hippie. Tarantino, come già detto, quando vuole non risparmia nessuno, anche una critica al doppiaggio italiano.
Perché a volte può anche aver ragione (più che giustificata la sua risata in conferenza stampa quando ha saputo che “The Wrecking Crew” di Sharon Tate è stato tradotto da noi con “Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm”) mentre nel film, quando Rick Dalton finisce a lavorare in Italia evidenzia il fatto che agli attori americani non piace essere doppiati. E in effetti molti la pensano così, ma non tutti fortunatamente, ed è sempre giusto ricordare che, senza l’invenzione del doppiaggio oggi il cinema americano non sarebbe il più ricco al mondo.
C’era una volta a… Hollywood sarà distribuito in Italia, grazie a Warner Bros. Italia, a partire da mercoledì 18 settembre 2019.