Se Avengers: Infinity War è stato il film del coraggio per il Marvel Cinematic Universe, Avengers: Endgame è di certo il più imprevedibile, una trama ricca di azione e colpi di scena che rende superato ogni vecchio cinecomic di questo franchise
Se un anno fa, in occasione dell’uscita di Infinity War, il tag per la stampa, e non solo, era #Thanosimponeiltuosilenzio, stavolta ci è stato dato un nuovo ordine: #DontSpoilTheEndgame. Siamo abituati ai colpi di scena alla fine della pellicola, o giù di lì. Difficilmente invece i colpi di scena arrivano quasi subito, e ancor più raramente sono così tanti in un solo lungometraggio (anche se la durata di oltre tre ore di certo aiuta).
Quindi, come cominciare? Non si può riportare neanche una vera sinossi, anche perché stavolta pure i trailer sono stati davvero essenziali per non spoilerare nulla, quindi limitiamoci a dire questo: gli Avengers, e i loro alleati, sopravvissuti, sono intenzionati a risollevare le cose dopo la disastrosa guerra contro Thanos che ha visto non solo la vittoria di quest’ultimo, ma anche la scomparsa di metà popolazione dell’intero universo. Ritroviamo i nostri eroi stanchi e delusi ma ancora una volta disposti a tutto per il bene del pianeta…ci riusciranno?
Cosa funziona in Avengers: Endgame
L’ultima fatica dei fratelli Russo ha realmente il merito di superare ogni aspettativa, anche di tutto quello che abbiamo visto in passato. In tre ore, come dicevamo, può succedere tanto, ma era difficile aspettarsi, alla luce dei film passati, tutto quello che vedrete e di cui come promesso non vi diremo nulla. Tanti eventi in rapida successione che si incastrano perfettamente, una trama ricca di colpi di scena che fa impallidire qualunque cinecomic del passato. Perfino Infinity War che con il suo incredibilmente e coraggioso finale aveva scioccato completamente il pubblico alla fine della visione. Dopo aver visto Endgame anche lui ci appare vecchio e obsoleto.
Di Infinity War, appunto, ricorderemo sempre il dramma finale, che viene ereditato anche in gran parte in Endgame. Chi scrive ha sempre criticato e mai veramente accettato la scelta di non volersi prendere sul serio da parte della Marvel/Disney e anche in questa occasione non mi sento completamente soddisfatto (ci arriveremo in seguito), ma in almeno tre/quattro occasioni è riuscito a farmi luccicare gli occhi. Non parlo di un film che mi ha fatto versare lacrime spontanee come i vecchi e nuovi film d’animazione della Casa di Topolino, ma finalmente ho ottenuto da un film dei Marvel Studios/Disney dei momenti di commozione degni di una storia di supereroi.
Endgame è un viaggio lunghissimo, è la vera guerra infinita: anche l’azione, gli effetti visivi, la colonna sonora e la durata delle battaglie surclassano alla grande tutti i vecchi 21 capitoli. Ora quindi vi starete chiedendo: “Ma è il miglior Marvel Cinematic Universe di sempre?”
Guarda la Video Intervista a Christian Iansante , Voce Italiana di Occhio di Falco (Jeremy Renner) e Rocket (Bradley Cooper):
Stavolta si potrebbe davvero rispondere sì, probabilmente non avremo mai questo livello dai prossimi stand alone, ma al tempo stesso, per quanto i fratelli Russo sono al momento i migliori registi di questo franchise, non sono comunque stati esenti da errori in passato (il non perfettamente riuscito Civil War insegna).
Box to Boss – Il mio Endgame di Davide Belardo
Il nostro Valerio non è mai stato un grandissimo estimatore del Marvel Cinematic Universe ma quando ieri sera, dopo la fine della proiezione stampa, mi ha chiesto se poteva scrivere lui la recensione perché il film lo aveva particolarmente convinto, nonostante l’importante linea ironica che lui non gradisce ma che personalmente trovo azzeccatissima, non ho potuto non assecondare questa sua richiesta. La dimostrazione che Avengers: Endgame è un film riuscitissimo e cazzutissimo è tutta in questa rivendicazione. I fratelli Russo hanno convinto, seppur con alcune riserve, anche lui che era uno dei più scettici in sala. Un vero trionfo per un film avvincente e divertente che ha superato le più rosee aspettative. Il pezzo mancante di Avenger: Infinity War è finalmente realtà. I due film, anche se perfettamente separati tra loro, vanno visti e pensati come un imponente pellicola della durata di circa 5 ore e mezza di visione, modello Nymphomaniac di Lars von Trier ma con meno sesso e più senso compiuto…
Esattamente un anno dopo, anche se in realtà con un giorno di anticipo rispetto al 2018, la stampa romana si è ritrovata nella stessa sala per l’anteprima di un film attesissimo, talmente tanto, che era possibile avvertire nell’aria l’ansia da prestazione. La potevi toccare e tagliare con il coltello. Tecnicamente chi fa critica cerca sempre di essere il più distaccato possibile durante la visione, o almeno cerca di farlo in seconda battuta davanti al monitor e alla tastiera, ma in questa occasione non è stato realmente possibile farlo al momento della visione. Al netto delle possibili mancanze e qualità generale delle pellicole, i Marvel Studios non hanno solo creato un universo narrativo ma hanno avuto un impatto significativo al livello culturale prima ancora dell’importanza economica ottenuta dagli Studios. Il modo in cui è stato concepito questo lungo cammino ha completamente reinventato il concetto di saga e serialità cinematografica, portando in sala quello che i fumetti fanno da oltre 70 anni. Quando tra 30/40 anni si parlerà di Avengers: Endgame si discuterà del picco massimo mai raggiunto dai media interconnessi tra loro, molto prima del viaggio decennale di questi eroi. Alla fine di Infinity War abbiamo giocato per un anno con le possibili ipotesi dello scontro finale e, nonostante le oltre 14 milioni di possibilità, nessuno di voi è realmente pronto a quello che lo aspetta. Godetevelo perché al netto di determinate problematiche, o fastidi personali come può essere il politicamente corretto di Disney, è un vero spettacolo e niente sarà più lo stesso dopo Endgame.
Perché non guardare Avengers: Endgame
Anche in questa occasione ho dovuto constatare che il film della Marvel Studios/Disney non saranno mai prive di quella ironia che personalmente trovo inutile. Di positivo abbiamo che vista la complessità della trama, e il bombardamento continuo di momenti esplosivi e drammatici, sono riuscito a digerire più facilmente questi passaggi. Il finale è molto bello, al pari dello script, ma al tempo stesso non sarebbe stato meglio realizzare un finale veramente insolito?
Dura, davvero dura, non poter dire altro. Ci sarebbe da commentare la caratterizzazione di alcuni personaggi, ma come puoi farlo senza anticipare nulla? Magari in futuro lo faremo, per adesso, godetevi lo spettacolo. Speriamo che il Marvel Cinematic Universe possa ancor di più migliorare, magari cominciando un po’ a rallentare con questo bombardamento di film annuali, aumentando così l’hype dimezzando le uscite, visto che, purtroppo, non si è deciso di interrompere tutto con questo capitolo. Chiudere la terza fase con Engame significava non solo mantenere la parola (altrimenti, perché intitolarlo così?) ma lo stesso MCU avrebbe ottenuto ulteriori applausi da parte dei più scettici critici della Casa delle Idee.
Avengers: Endgame – Il Doppiaggio Italiano
Ancora una volta il doppiaggio italiano grande protagonista di un film Marvel Cinematic Universe, non solo per il fatto che questo franchise Disney è uno dei pochi a salvarsi dai talent, ma anche e soprattutto per l’aver sempre messo in pratica il classico motto “squadra che vince non si cambia”. Sotto la solita impeccabile direzione di Marco Guadagno, partiamo dal nome più atteso: Christian Iansante.
Da tempo gli appassionati ma anche gli addetti ai lavori di questo mestiere si chiedevano cosa sarebbe mai successo in caso di un film con Rocket ed Occhio di Falco protagonisti dello stesso film: Iansante avrebbe dovuto rinunciare ad uno dei due in favore di un collega, come quando Robert De Niro incontrava Dustin Hoffman, e non poteva esserci Ferruccio Amendola su entrambi?
Stavolta non c’è stato invece bisogno di scomodare il “Giorgio Lopez della situazione”:
abbiamo spesso visto nel mondo dell’animazione doppiatori che facevano due o più personaggi nello stesso episodio (il vero maestro di ciò era il grande Franco Latini…), e cos’è il procione Rocket se non un cartone animato in altissima definizione? Non vi sembrerà affatto di sentire la stessa voce per tutto il film, quindi chapeau al nostro talentuoso doppiatore ufficiale di Bradley Cooper.
Angelo Maggi si conferma invece uno straordinario attore versatile, capace di passare dal dramma alla commedia senza alcun problema, così come Marco Vivio è ormai un tutt’uno con Capitan America. Riccardo Rossi si è adeguato al personaggio di Hulk, che dopo Age Ultron è diventato sempre meno epico e minaccioso in favore di una versione più goffa e rilassata: anche la sua voce, dunque, è più leggera e meno inquietante rispetto al primo Avengers. Anche la voce di Alessandro Rossi su Thanos sembra diversa dopo solo un anno di attesa: segno che Endgame è un’evoluzione di Infinity War e questo ha dunque riguardato anche il suo principale antagonista.
E per quel che riguarda le altre voci degli attori sicuri da settimane prima del film di essere protagonisti, i cosiddetti “sopravvissuti allo schiocco”, applausi anche per Elena Perino, Fabrizio Vidale, Domitilla D’Amico, Riccardo Niseem Onorato e Massimiliano Manfredi.
Ricco di azione, colpi di scena, momenti ironici ed emozionanti Avengers: Endgame vi aspetta al cinema da oggi, mercoledì 24 aprile 2019, per la distribuzione di The Walt Disney Company Italia.