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Aladdin (2019) – Arriva in sala il nuovo Live-Action di un classico Disney e Jafar a parte, funziona tutto molto bene

Aladdin: La recensione del live-action della casa di Topolino rifacimento del classico Disney.

Ed eccoci qui a commentare l’ennesimo live-action cinematografico basato su uno dei Classici d’animazione Disney, in questo 2019 abbiamo già visto “Dumbo” e presto vedremo anche “Il Re Leone” e “Maleficent – Signora del male”, ma pochi giorni fa abbiamo visionato Aladdin diretto da Guy Ritchie.

Un altro lungometraggio dall’eredità pesantissima, non solo per la bellezza del film d’animazione originale datato 1992, ma anche perché, almeno secondo ciò che affermavano i registi di allora, Ron Clements e John Musker, “il genio era stato caratterizzato in modo che fosse impossibile replicarlo in un film live-action”…

aladdin-2019-recensione-film-04Non avevano tutti i torti, ma ad essere onesti qualcuno indubbiamente sì: Aladdin è stata una piacevole sorpresa, soprattutto in memoria di ciò che abbiamo visto solo due anni fa con La Bella e la Bestia, e dopo una breve sinossi, e un piccolo speciale sul nostro doppiaggio vediamo subito i pro e i contro di questo nuovo lungometraggio.

Nella fantastica città orientale di Agrabah vive la bellissima figlia del sultano Jasmine (Naomi Scott), che non vuole sposarsi forzatamente con un principe straniero come vorrebbe suo padre. Ma non è questo l’unico problema che affligge la famiglia reale: il Gran Visir Jafar (Marwan Kenzari) trama alle loro spalle pur di ottenere il potere. Per farlo ha bisogno di una lampada magica, che può essere recuperata soltanto da una persona speciale, “un diamante allo stato grezzo“. E anche se ancora nessuno lo sa, il prescelto è un furfantello dal cuore d’oro, di nome Aladdin (Mena Massoud)…

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Cosa funziona in Aladdin (2019)

Partendo proprio dal confronto con Bill Condon, Aladdin è uno dei film d’animazione più musical della Disney, e infatti è stato spesso visto a teatro al pari appunto de La Bella e la Bestia. Quest’ultimo nel remake nel 2017, soprattutto dal punto di vista delle canzoni, aveva decisamente fallito: dei brani storici, sia nella versione originale che doppiata, solo due potevano definirsi adeguati in confronto al lungometraggio del 1991.

Fortunatamente possiamo affermare che in Aladdin la musica è decisamente diversa:
basandoci sulla sola versione doppiata, quella che abbiamo visto in anteprima stampa, le nuove/vecchie canzoni funzionano benissimo fin dalle primissime strofe. Certo, i testi anche qui non sono identici, qualche parola diversa c’è, ma il ritmo e la metrica si adattano benissimo all’azione movimentata non solo del Genio nella caverna delle meraviglie, ma anche ad Aladdin, o al principe Alì, tra le vie di Agrabah.

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E riguardo al tanto discusso (durante la promozione di immagini e trailer) Genio di Will Smith, possiamo affermare che l’adattamento è riuscito molto bene. Certo, sulla impossibilità di replicarlo davvero in un live-action Clements e Musker avevano ragione: qua è decisamente limitato nelle trasformazioni, ma d’altronde, l’animazione è l’unico strumento cinematografico in grado di creare davvero l’impossibile, quindi rivedere le stesse cose in un live-action sarebbe stato impossibile, anche con tutti i soldi e la creatività artistica del mondo.

Ci dobbiamo accontentare quindi di un Will Smith a volte blu, e a volte nella sua forma umana, e con una caratterizzazione che ricorda senz’altro il Willy il principe di Bel-Air, ma anche Mike Damus nel poco conosciuto Un angelo poco…custode” (Teen Angel). Da segnalare il bellissimo omaggio dedicato all’indimenticabile Genio animato che compare di tanto in tanto, in versione stilizzata, sulle mappe geografiche del film.

Non si canta solo bene in questo nuovo Aladdin, ma si ride anche parecchio, e ci sono addirittura altre note positive sul personaggio di Jasmine, nonostante anche qui le premesse non erano delle più rosee.

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Qualche tempo fa il produttore Dan Lin ha rilasciato alcune dichiarazioni che mi avevano fatto temere il peggio su Jasmine (“Nel film originale sembrava come se Jasmine non avesse un vero obiettivo. Il suo interesse principale era trovare l’amore della sua vita”). Chi scrive ha pensato subito che molto probabilmente non aveva capito nulla del Classico originale, figuriamoci come poteva produrre il remake…

Una preoccupazione sostanzialmente inutile, per fortuna: l’unica vera novità è che Jasmine vuole diventare sultano per aiutare al meglio il suo popolo, una volontà che era alla fine sottintesa anche nel Classico originale, che appunto Lin dovrebbe perlomeno riguardare: Jasmine non voleva tanto l’amore della sua vita ma essere libera di decidere della propria esistenza, senza essere obbligata a legarsi a un perfetto sconosciuto solo per via di una antica e retrograda legge. Il personaggio dunque è rimasto sostanzialmente lo stesso, non è stato censurato il suo amore per il protagonista come tanti hanno temuto, e ci regala anche una nuova canzone che ricorda tanto “All’alba sorgerò“. Canzoni, dunque, che scalderanno di nuovo il cuore degli appassionati, con l’indimenticabile “Il mondo è mio“. Che è più sbrigativa rispetto al passato, ma farà comunque sognare vecchi e nuovi spettatori.

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Anche il nuovo Aladdin ne esce bene da questa rivisitazione, certo, è un po’ più imbranato rispetto al 1992 ma questo aiuta a regalare qualche nuova risata. Del resto, il Classico originale era un perfetto mix tra commedia e “horror”, al tempo grazie a Jafar che, però, oggi non è più lui…

Il doppiaggio di Aladdin (2019)

Non abbiamo Massimo Corvo, e neanche la maggioranza degli altri doppiatori che hanno reso indimenticabile il Classico nel 1992, ma almeno uno fortunatamente lo hanno lasciato: Gigi Proietti. Molti si aspettavano di riascoltare la sua voce sul Genio, se fosse stato ancora una volta un cartone animato forse un tentativo lo si poteva fare, ma qui abbiamo Will Smith, che oltre ad essere ormai un tutt’uno con il grande Sandro Acerbo è indubbiamente un attore troppo giovane rispetto al grande artista romano. Dargli invece la parte del Sultano è stata la scelta celebrativa migliore da parte della Disney riguardo al doppiaggio dopo il fedelissimo Ritorno al bosco dei 100 acri: Gigi Proietti non solo unisce artisticamente i due film, ma sostituisce al meglio un altro grandissimo attore, purtroppo scomparso da anni, come Gianni Vagliani, voce non solo del Sultano nel 1992, ma anche di Tockins, solo per citare la Disney.

Grandi applausi per Manuel Meli, perfetto su Aladdin non solo nei dialoghi ma anche nel cantato: del resto, chi lo segue sa del suo talento musicale, spesso in coppia col fedele amico e compagno di leggio (e attuale Spider-Man) Alex Polidori. Gli altri protagonisti invece hanno avuto un’altra voce per le canzoni, ma al contrario de Il ritorno di Mary Poppins la differenza non si sente davvero, rendendole dunque splendidamente “gemelle”. Complimenti dunque anche a Giulia Franceschetti/Naomi Riveccio, Sandro Acerbo/Marco Manca e a Fabrizio Mazzotta naturalmente, che corona finalmente il sogno di doppiare il pappagallo Iago.

Abbiamo accennato sopra che le canzoni storiche hanno subito delle lievi modifiche come testi rispetto a quelle originali, una scelta che non piacerà molto ai fan duri e puri, e non solo, del Classico, ma il motivo è presto detto:
nei live-action è inevitabile che le parole siano almeno un po’ diverse rispetto al film di animazione del passato. In un cartone animato il labiale dei personaggi è approssimativamente simile sia nei dialoghi che nel canto, e il doppiaggio dunque funziona benissimo, mentre per gli attori veri no, perché ovviamente il vero labiale di un attore reale è molto più fedele, anzi, totalmente fedele alle parole inglesi e quindi, poiché durante il canto la bocca viene mossa in modo ancora più palese, il doppiaggio sarebbe andato fuori sincrono se avessero mantenuto le stesse parole della versione animata del 1992. Poiché giustamente la casa di produzione americana esigeva una labiale nella maniera più perfetta possibile, e poiché parliamo di un film e non di un Musical, oltre al fatto che si rivolge anche ad un pubblico di bambini che quindi devono poter seguire il significato delle parole delle canzoni con il resto del film, gli adattatori del doppiaggio italiano hanno trovato il compromesso migliore possibile, modificando di molto poco il testo della nuova versione di “Il mondo è mio”, così da accontentare tutte le parti coinvolte. Non dobbiamo dimenticare che qui bisogna operare secondo contratti lavorativi ben precisi e non secondo gusti personali.

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Perché non guardare Aladdin (2019)

Dal grande villain della storia partono le note negative di questo live-action. Fortunatamente non ha subito l’effetto Maleficent, o Broly, quindi non abbiamo un insulso background che giustifica la sua malvagità per via di un’infanzia difficile, ma nonostante ce la metta tutta, questo Jafar è cattivo ma non fa davvero paura. Una nuova versione che conferma l’attuale problema della Disney e non solo con i villain in generale, incapace di realizzarli come una volta, anche a costo di cadere nello stereotipo. Inoltre la scelta dell’attore è di sua sbagliata, perché per quanto Marwan Kenzari possa essere bravo non assomiglia di certo al personaggio originale, che era in sostanza vecchio, non giovane come lui. Una mancanza di mordente evidenziata anche dal nostro doppiaggio: la Disney non lo avrebbe richiamato anche se avessero scelto un attore più esperto (il precedente caso de La Bella e le Bestia insegna) ma Massimo Corvo aveva quel qualcosa di unico… Ma non è certo colpa di Francesco Venditti, una delle scelte migliori per un attore dell’età di Kenzari, e se avessero voluto osare di più sulla caratterizzazione di quest’ultimo, ci avrebbe senz’altro regalato un interpretazione degna di Jafar.

Anche se continuiamo ad augurarci che questo periodo di remake finisca presto in casa Disney, non possiamo al tempo stesso non consigliarvi di andare a vedere Aladdin, forse una delle migliori riedizioni degli ultimi anni.

Aladdin è al cinema dal 22 Maggio con The Walt Disney Company Italia

Regia: Guy Ritchie Con: Will Smith, Gigi Proietti, Mena Massoud, Naomi Scott, Billy Magnussen, Marwan Kenzari, Nasim Pedrad, Numan Acar, Navid Negahban, Jordan A. Nash, Kevin Matadeen, Priyanka Samra, Kamil Lemieszewski, Adam Collins, Nikkita Chadha, Tuncay Gunes, Bern Collaço, Joey Ansah, Will Blagrove, Maya Saroya, Ramzan Miah, Amer Chadha-Patel, Hiten Patel, Sophie Carmen-Jones, Leslie Kunz, Mary Cruz, Albert Tang, Amar Adatia, Amir Boutrous, Emily Ng, Beth Willetts, Dave Simon, Robby Haynes, Fran Targ, Eric Coco, Sanj Surati, Jay Nifaoui Anno: 2019 Durata: 128 min. Paese: USA Distribuzione: Walt Disney

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Un commento

  1. locchiodelcineasta

    Complimenti per la recensione, ben fatta. Purtroppo ho trovato il nuovo Aladdin parecchio inferiore come qualità al remake di Dumbo, che era interessante.

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