The Disaster Artist è il nuovo film diretto, interpretato e prodotto da James Franco: una tragicommedia, un tenero omaggio all’amicizia, una satira cinica sui meccanismi nascosti della macchina dei sogni chiamata Hollywood tratto dal romanzo autobiografico scritto a quattro mani da Greg Sestero e Tom Bissell che racconta il dietro le quinte della nascita del “Quarto Potere dei film brutti”, ovvero The Room.
San Francisco, 1998. Greg Sestero (Dave Franco) è uno dei tanti aspiranti attori in cerca di ruoli e scritture quando incontra, durante una delle tante lezioni di recitazione, Tommy Wiseau (James Franco): misterioso, ambiguo, magnetico e sopra le righe, Greg rimane subito affascinato dalla sua presenza e i due stringono amicizia. Quando Tommy gli propone di trasferirsi a Los Angeles in cerca di fortuna, Greg cavalca l’onda e decide di seguirlo; a Hollywood però i loro piani si scontrano con le difficoltà della vita, contro le quali si infrangono anche i sogni e le buone intenzioni. Davanti all’ennesimo “no” ricevuto, Tommy decide di scrivere, produrre e dirigere il proprio film, The Room: sarà l’inizio di una folle e grottesca avventura.
Cosa funziona in The Disaster Artist
The Disaster Artist è il prestigioso ritorno dietro (ma anche davanti) la macchina da presa di James Franco, che si ritrova a dirigere un cast all star capitanato da suo fratello Dave, Seth Rogen, Alison Brie, Josh Hutcherson, Zac Efron, Jacki Weaver e Sharon Stone, Melanie Griffith e Bryan Cranston presenti in brevissimi camei. Un cast di stelle per raccontare, nei dettagli, il lato oscuro del pianeta Hollywood: la mecca del cinema non è solo incarnata dai lustrini, i colori, le paillettes e le canzoni di La La Land; è prima di tutto un sobborgo di Los Angeles dove la vita non è poi così facile e dove spesso è proprio la fabbrica dei sogni a stroncare quelli degli altri.
Franco si è calato nei panni di Tommy Wiseau con maniacale meticolosità: non ha mai lasciato “la pelle” del personaggio durante l’intero arco delle riprese, e più che una semplice imitazione è finito per regalare agli spettatori un ritratto complesso, affascinante, emotivamente coinvolgente di un perdente che cerca di reagire, davanti alle sconfitte inferte dalla vita e dal destino, con la forza di una titanica convinzione: mai rinunciare ai propri sogni, anche a costo di sembrare ridicoli.
La dinamica che lega Wiseau a Sestero – prima compagni di corso, poi amici – è il cuore caldo e pulsante del film: il racconto di un’amicizia inossidabile nonostante gli alti e i bassi, la storia di come, molto spesso, la felicità è vera solo quando è condivisa, come lo sono anche i sogni e le utopie più folli e irraggiungibili.
Perché non guardare The Disaster Artist
In realtà ci sono pochissimi motivi validi per non guardare The Disaster Artist: di sicuro, sono esclusi dalla visione tutti coloro che non credono nei sognatori, soprattutto in quelli più folli. Ma anche tutti quelli che non amano uno stile demenzial-tragicomico, dove risate e riflessioni vanno di pari passo intervallati da momenti comici spesso connaturati alla natura stessa di James Franco, anche qui mattatore assoluto sulla scena. E proprio l’ego spropositato – e l’autocompiacimento gigione – di Franco potrebbero essere altri due limiti a una visione coinvolgente del film: l’ombra di se stesso finisce, molto spesso, per oscurarlo, soprattutto agli occhi di chi non riesce a scindere l’uomo dall’attore quanto dal personaggio.
Sconsigliato anche a tutti quegli spettatori che ritengono inutile, per partito preso, un film che racconta a sua volta la genesi di uno dei film più brutti mai realizzati nella storia: non bisogna essere per forza fan di The Room o del personaggio-Wiseau per approcciarsi alla visione, ma chi osteggia già in partenza le premesse del progetto non gradirà di certo i 98′ minuti che seguiranno di ordinaria follia.