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Soldado – Recensione del folgorante esordio di Stefano Sollima nell’universo di Hollywood

Soldado: Stefano Sollima debutta alla regia internazionale con la direzione del seguito di Sicario. Una scommessa che il regista romano ha vinto immettendosi con attenzione in un universo cinematografico e narrativo collaudato senza smarrire il suo cinema.

Il film non continua le vicende narrate in Sicario ma ci presenta due dei protagonisti alle prese con una nuova missione politicamente e umanamente scorretta. Dopo un attentato suicida in un supermarket di Kansas City, in cui perdono la vita 15 persone, il governo americano autorizza l’agente della CIA Matt Graver (Josh Brolin) ad applicare misure estreme per stanare l’organizzazione terroristica. I maggiori sospettati risultano essere i cartelli della droga messicana, rei di contrabbandare i terroristi aiutandoli ad attraversare il confine. L’idea è quella di istigare la guerra tra cartelli e per farlo, Graver, recluta anche il suo vecchio compagno Alejandro Gillick (Benicio del Toro), che ha un conto in sospeso con il capo della famiglia Reyes, uno dei cartelli più potenti del Messico.

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Cosa funziona in Soldado

Chi scrive non è stato un grande estimatore di Sicario, malgrado una passione per le opere di Denis Villeneuve, che ho trovato stupendo dal punto di vista tecnico ma molto poco coinvolgente emotivamente. Un thriller drammatico solido e asciutto ma fin troppo rigido e freddo nella struttura narrativa. Scritto sempre dal grandissimo Taylor Sheridan, autore anche del bellissimo I segreti di Wind River di cui firma anche la regia, anche Soldado si conferma duro e secco ma allo stesso tempo meno ingessato tecnicamente, in favore di un ritmo narrativo più arrembante e meno riflessivo. Una scelta che anche nell’economia della caratterizzazione dei personaggi risulta vincente con evoluzioni più ricercate e meno irrigidite dalla spigolosità dei protagonisti. Dal punto di vista tecnico Soldado è un vero e proprio western moderno che alla rigidità stilistica del suo predecessore, aggiunge l’anima e la passione per la rappresentazione della criminalità dell’uomo dietro la macchina da presa. Malgrado il mantenimento di una linea produttiva continuativa, è chiara la mano di Stefano Sollima soprattutto nelle scene più concitate, in cui si scatena l’azione, e nelle inquadrature in cui i volti dei protagonisti dicono più di mille parole. Contrariamente a Villeneuve, il nostro Sollima accetta di sporcarsi e sporcare il suo film così come i suoi protagonisti. Il risultato è una storia credibile e concettualmente attuale nonostante sia stata scritta addirittura prima dell’avvento di Donald Trump e della sua politica.

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Perché non guardare Soldado

Ad una veloce analisi il film di Sollima può essere etichettato frettolosamente come un copia e incolla di Sicario al quale non aggiunge nulla. In realtà Soldado si mostra per molti aspetti migliore soprattutto per chi non ha apprezzato la rigidità e l’impercettibilità narrativa del passato. Certo la linea strutturale è la stessa e chi si aspetta un film alla Sicario con la verve coatta e cazzuta delle precedenti opere del regista italiano resterà in gran parte deluso. Addirittura l’utilizzo della colonna sonora è simile a Sicario ad è completamente differente dai prodotti di Sollima, che ci ha abituato in passato alla scelta di azzeccati brani di repertorio.

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Accusato da molti di giocare fin troppo con il fascino della criminalità, Stefano Sollima, è sceso questa volta a compromessi con se stesso, scegliendo di mettersi in gioco completamente fin dalla linea produttiva, restando fedele al suo cinema ma presentandosi agli spettatori in una forma differente.

Soldado è al cinema dal 18 ottobre con 01 Distribution

Regia: Stefano Sollima Con: Benicio Del Toro, Josh Brolin, Isabela Moner, Jeffrey Donovan, Catherine Keener, Manuel Garcia-Rulfo, Matthew Modine, Shea Whigham, Elijah Rodriguez, Howard Ferguson Jr., David Castaneda, Catherine Haun, Rob Franco, Chris Adams Anno: 2018 Durata: 124 min. Paese: USA, Italia Distribuzione: 01 Distribution

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

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