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Ready Player One – Dal libro al Film, come si adatta un romanzo di successo

Ready Player One: Anche i più distratti sono ormai al corrente che l’ultimo film di zio Spielberg è l’adattamento cinematografico del romanzo di Ernest Cline. Cos’è cambiato dalla carta allo schermo? Dal libro al Film, come si adatta un romanzo di successo al servizio della settima arte?  Scopriamolo insieme in 6 punti fondamentali!

I titoli di coda scorrono sul grande schermo nero del cinema. Qualche istante e le luci in sala si accendono. Afferro il mio giubbotto, qui in Irlanda fa ancora abbastanza freddo nonostante sia fine Marzo. Corro a casa a scrivere questo articolo, con ancora proiettate sulla mia retina le immagini di Ready Player One, il nuovo film di Spielberg che tutti noi nerd attendevamo e basato sul romanzo omonimo di Ernest Cline.

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Questa non sarà però una recensione del film, per quello ci ha già pensato il nostro caro Davide. Io vorrei piuttosto fare un confronto tra il libro ed il film.

Leggi la nostra recensione del film

Mi calo sugli occhi il mio fiammante visore per la realtà virtuale e premo il pulsante di avvio del computer. In pochi minuti sono nella mia stanza, nel mio OASIS personale. 

Are you ready, player one?

Ho letto il libro cinque volte prima della visione del film, ogni volta con lo stesso gusto e lo stesso divertimento della prima, e questo ve la dice lunga su quanto mi sia piaciuto. Non nego che quando ho letto della conferma che il film era in lavorazione, un brivido mi ha percorso la schiena. Poteva uscirne un capolavoro nerd, come una boiata commerciale (qualcuno ha detto Pixels?). Però dovevo dargli una chance, dopotutto il regista scelto è Steven Spielberg, quello di Goonies, E.T., Indiana Jones 

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Senza rivelare nulla sulla trama, per non incorrere troppo in spoiler, basterà dire che il romanzo di Cline è il Sacro Graal delle avventure nerd. Cultura pop anni ’80, citazioni musicali, videogame e retrogaming, e chi più ne ha più ne metta, ambientato in una simulazione computerizzata, OASIS, che nel 2018 non abbiamo ancora visto (ma che forse cominciamo ad avvertire). Sullo sfondo una Columbus, America, anno 2045, ridotta ad una gigantesca baraccopoli. Il nostro eroe, un ragazzetto un po’ impacciato dall’iconico nome di Wade Watts, si muove tra il mondo reale ed il mondo virtuale, alla disperata ricerca di un Easter Egg nascosto dal creatore del sistema, James Halliday, ormai defunto,  che garantisce a chi lo trova, oltre una “sfacciata” fortuna di 500 miliardi di dollari, anche il controllo totale di OASIS.

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E fin qui ci siamo. Ma, devo ammettere, che i punti in comune con il libro sono pochi.

C’è da fare una piccola premessa però: l’opera di Cline è particolarmente corposa e ricca di citazioni ma soprattutto situazioni che a volerle rispettare tutte avrebbe richiesto molto più delle 2 ore e 20 del film. A mio avviso, per poter fare una trasposizione fedele sarebbe stato necessaria una serie Tv da 12 episodi di un ora e mezza l’uno, e tanti, ma tanti dollari in più.

Ma partiamo dalla CACCIA ALL’ESTER EGG DI HALLIDAY.

Le prove che i nostri eroi ed i loro avarts dovranno superare, sono di molto semplificate. Sono tre come quelle originali del libro, ma molto più pratiche (una gara automobilistica, sopravvivere in una ricostruzione cinematografica e risolvere l’enigma del videogame “Adventure”). Nel libro, Anorak, l’avatar di Halliday, rilascia una quartina che conduce al primo indizio per risolvere la prima sfida che da accesso alla prima chiave. Ogni chiave fornisce un indovinello per trovare un indizio alla prossima sfida, e solo se la sfida è vinta si ha diritto alla chiave ed al prossimo indizio. Nel film è tutto molto semplificato.

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I PERSONAGGI

Sono introdotti un po’ sommariamente. Probabilmente per questione di tempo, i primi 10 minuti del film fanno da introduzione e da riassunto e coprono praticamente la prima parte del libro. Di tutti i personaggi, solo l’avatar di Art3mis viene descritta nel libro, fornendo qualche dettaglio con sul suo aspetto virtuale, quindi è l’unica che potrebbe risultare diversa da come ce l’aspetteremmo. E’ anche a capo di una specie di gruppo di residenza, che nel libro non viene nominata, che combatte contro la IOI, la società che vuole prendere il controllo di OASIS. Degli altri personaggi (Parzival, Aech, Daito & Shoto ecc..) vengono accennate alcune caratteristiche che però non compromettono di molto l’idea che uno si poteva fare (da come li avevo immaginati leggendo il libro, non sono stati stravolti più di tanto). Curioso  il fatto che I-r0k, che nel libro viene descritto come un viziato figlio di papà, ricco e strafottente, e che ha una parte marginale, nel film assuma più importanza ai fini della trama e diventa una sorta di lacchè di Nolan Sorrento, il cattivo di turno.

L’OASIS

Oasis è un enorme simulazione virtuale, sterminata e senza limiti ne confini. Chiunque può creare ciò che vuole o essere chi vuole. Forse è per questo motivo che la realizzazione su schermo di Oasis non mi ha deluso. Da come viene descritta nel libro, Oasis si adatta a qualsiasi forma di immaginazione. Essendo un mondo virtuale, nella pellicola tutto viene ricostruito in CGI e questo rende i momenti in OASIS probabilmente la parte più riuscita del film.

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Momenti Amarcord nostalgia con i RIFERIMENTI ALLA CULTURA POP.

Ce ne sono veramente tanti. Provate a fare un gioco. Invitate un gruppo di amici e date ad ognuno un foglio sul quale vanno annotati tutti i riferimenti agli anni 80 o videogames che si riescono a trovare, sia audio che video. Alla fine del film chi ne ha trovati di più vince.

Oppure, ci si fa una birra per ogni citazione che viene trovata. Vince chi sopravvive alla serata.

Ci sono tuttavia delle grosse mancanze come ad esempio i Rush con il loro album 2012 che appaiono sotto forma di poster nella camera di Halliday o sulla maglietta di Aech nella sua controparte reale, mentre nel libro arrivano ad essere una parte importante per trovare una delle chiavi, o il videogioco arcade Black Tiger che non viene neanche menzionato quando nell’opera originale è egli stesso una prova da superare.

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Quindi c’è molta differenza, forse troppa con il libro.

Ma allora è un brutto film? Assolutamente NO. Lo script del film è stato adattato con la partecipazione dello stesso Ernest Cline che ha cercato di mantenere quanto più possibile lo spirito del libro. Cercate di avvicinarvi alla visione del film come se aveste letto una prima stesura del copione (il libro) che poi è stato corretto, rivisto ed aggiustato per la sceneggiatura finale (il film). Vedrete che non ne rimarrete delusi. E poi, grazie alla regia di Spielberg, avete tra le mani un prodotto di intrattenimento veramente riuscito. Decisamente ho rivisto lo Spielberg di Goonies (sceneggiatura) in questo Ready player one.  Il film dura 2 ore e 20, eppure avrete la sensazione di aver avuto appena un accenno di quello che può succedere, e vorreste che il film continuasse per altre due ore (come vola il tempo quando ci si diverte!).

Ready player one strizza molto l’occhio al mondo dei videogame, molto di più che nel libro. Ma credo che questa sia anche un abile mossa commerciale per catturare l’attenzione degli spettatori di nuova generazione, quei post-duemila cresciuti già con la fibra ottica dentro casa, in grado di battere qualunque boss di fine livello con la mano legata dietro la schiena ma che non hanno mai cantato squarciagola Take On Me degli A-ah e che non avrebbero mai messo piede in una sala dove, nel 2018 si proiettava un film che omaggiava gli anni 80. Eppure il duo Spielberg/Cline è riuscito a confezionare una piccola gemma che saprà compiacere un folto gruppo di videogiocatori, nostalgici quarantenni, collezionisti citazionali, giovani videogiocatori, sognatori d’avventure.

Scopri il romanzo “Ready Player One”

Correte al cinema, prendete il vostro quarto di dollaro, e pagatevi un giro su questa giostra virtuale cinematografica. Non ve ne pentirete. Non dimenticate di leggere anche il romanzo.

Player One is Ready. 

N.B. Un paio di Easter Egg nel film, anche se li definirei più che altro errori, li ho “pizzicati” pure io. Il personaggio di Shoto, viene chiamato Sho, mentre quando Parzival sta mostrando le astronavi ad Art3mis che Aech costruisce nel suo garage, le dice che “c’è anche la Sulaco, dalla serie Alias.” Gravissimo errore perché l’astronave Sulaco fa parte del film ALIEN. Ma che ci vuole a leggere gli script in inglese???

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About Roberto "Jinx" Mincione

Parte umano, parte macchina, tutto NerD. Nato da un folle esperimento, è appassionato di cinema, fumetti e colleziona giocattoli. Ama l'Oriente ma non gli involtini primavera.

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