Ralph spacca Internet vede il ritorno dei due protagonisti del primo capitolo, in un viaggio nella versione più fantasiosa ma allo stesso tempo molto veritiera di Internet, un film anche questo ricco di citazioni, di simpatiche battute molto ben adattate in Italiano, simpatici camei ma anche di talent di doppiaggio di cui si sarebbe volentieri fatto a meno
Dopo il primo Ralph, e soprattutto il film premio Oscar Zootropolis, ecco tornare Phil Johnston e Rich Moore con Ralph spacca Internet, il 57º Classico Disney, in una storia ancora una volta all’insegna dell’alta definizione e originalità. Vediamo pro e contro nel dettaglio, dopo una breve sinossi naturalmente.
È passato qualche anno da quando Ralph Spaccatutto ha conosciuto Vanellope, ma loro non sono invecchiati di un giorno, naturalmente. Ogni sera, dopo la chiusura della sala giochi, si divertono dentro gli altri videogiochi, o vanno a prendersi una spuma da Tapper. Una routine che Ralph adora, mentre la piccola principessa caramellosa comincia a sentire il desiderio di nuove sfide. Ralph prova ad aiutarla creando nuove piste su Sugar Rush, ma finisce per peggiorare le cose: il volante del cabinato si rompe, e se non troveranno entro pochi giorni uno nuovo e funzionante tutto quel mondo zuccheroso verrà disattivato. L’unica possibilità è andare su Internet, per cercarne uno su Ebay. Sembra facile, ma non lo è per chi non conosce affatto tutto questo mondo infinito…
Cosa funziona in Ralph Spacca Internet
Questo sequel conferma il Ralph Disneyano come film assolutamente citazionista. Se il primo era dedicato esclusivamente al mondo dei videogame, soprattutto vintage (anticipando di qualche anno Pixels), il seguito è decisamente più attuale perché parla del mondo di Internet, immaginato un po’ come Coruscant di Star Wars: un universo completamente tecnologico, con tutti i suoi siti, grandi e piccoli (quello di Google ricorda la Trump Tower), e i suoi visitatori hanno l’aspetto dei noti Funko Pop. Per cercare il denaro da spendere su Ebay, Ralph e Vanellope dovranno giocare online, e così conosceranno Slaughter Race, la versione più vicina alla Disney di GTA San Andreas, con un pizzico di Sharknado. Disneyana, appunto, ma stavolta non significa zuccherosa: lode agli autori per il coraggio di aver inserito un mondo sporco e violento in un Classico.
Citazionista invece cinematografico è il finale, con il virus Ralph che a seconda dei momenti ricorda Frankenstein, oppure un film sugli Zombie, ma anche Matrix e King Kong…
Ultimo, ma non ultimo, il castello di Disneyland, in cui si vede tutta quanta la Disney, passata ma soprattutto attuale. Visto che siamo nella sezione cose positive, abbiamo più di un simpatico, ma anche commovente, cameo animato, un orso Onofrio che sembra addirittura in 2D in un film tutto in CGI, e nel salone delle principesse le cose più belle sono i look moderni di quest’ultime, e la battuta finale di Merida.
Con Ralph spacca Internet si ride tanto, non siamo certo ai livelli de Le follie dell’imperatore ma Massimo Rossi, Gaia Bolognesi e soci riescono a strapparti più di una risata spontanea. E riesce a dimostrarsi più Classico del primo, in virtù del fatto che sentiamo Vanellope cantare come una vera principessa Disney. E proprio su quest’ultima cosa che vogliamo iniziare le noti dolenti…
Perché non guardare Ralph spacca Internet
Il Castello della Disney ci mostra senza problemi cosa è diventata ormai la Casa di Topolino: un mondo pieno zeppo non solo dei suo magici personaggi animati, ma anche di coloro che sono diventati parte di quell’universo non per motivi artistici ma puramente economici. Marvel e Star Wars (fortunatamente la FOX non è ancora ufficializzata…) dominano la scena al pari di Brontolo e Nick Wilde, e per quanto possono essere simpatici, dimostrano sempre di più che loro non sono veramente Disney. Ma neanche le principesse in questo film lo sono davvero…
La scena del salone può piacere o meno a seconda dei gusti e opinioni personali, ma definirla rivoluzionaria è già di per sé un falso storico, perché significa non aver mai visto un film di Shrek, una puntata di Once Upon a Time, o aver mai giocato a Kingdom Hearts. I primi tre prodotti che uniscono le principesse delle favole classiche che ci vengono in mente, in tutto superiori a questa versione per tanti motivi.
Partiamo dalla sequenza iniziale (mostrata nei trailer, quindi non è vero spoiler): l’ingresso di Vanellope nella sala, e la reazione spropositata di tutte le principesse. Assurda e per nulla divertente, possiamo limitarci a bollarla così. Ma che possiamo farci, i tempi cambiano, e quindi per qualcuno è più che giusto dare un calcio non solo al passato più dolce e romantico della Disney, ma anche a secoli di poema epico in generale, in nome di un movimento che da tempo ha contraddetto sé stesso… E poi c’è naturalmente la parte grafica, visto che molte di loro erano nate con il 2D e in CGI stonano troppo, su tutte Biancaneve. Doppiaggio piccola croce, ma anche tanta delizia, in questo castello.
Da inorridire la scelta di Rovazzi per uno Stormtrooper, così come Nicoletta Romanoff su Aurora e Melusine Ruspoli su Jasmine (soprattutto su quest’ultima dato che si poteva richiamare benissimo Manuela Cenciarelli). Scelte anche stavolta che premiano il marketing e non la qualità, e lo stesso si può dire di Aranzulla, LaSabri e Favij, che si sentono immediatamente per la loro totale non aderenza non solo al personaggio, ma alla recitazione più basilare. Anche a costo di essere considerati nostalgici (che a quanto pare oggi è per forza considerato un termine negativo) bei tempi quelli in cui un “sovrano” del doppiaggio come Emilio Cigoli si limitava a doppiare un cane pastore per poche battute. Perché la qualità paga sempre, e quindi non deve essere circoscritta ai soli protagonisti. Accettare i talent perché “alla fine dicono poche parole” è appunto abbracciare questa politica moderna che premia il profitto e non il valore. Così come la localizzazione delle scritte non è il massimo: in alcune scene vediamo parole in Italiano, ma subito dopo appaiono quelle originali. Un lavoro a metà, che manderà in confusione molti bambini.
Fortunatamente un po’ di rispetto per il passato in Ralph Spacca Internet c’è comunque, perché ci sono anche molte delle storiche principesse Italiane. Queste sono le originali:
Ilaria Stagni: Pocahontas
Laura Lenghi: Mulan
Domitilla D’Amico: Tiana
Serena Rossi: Anna
Serena Autieri: Elsa
Rossa Caputo: Merida
Emanuela Ionica: Vaiana
Monica Ward torna a doppiare Cenerentola dopo i due sequel direct-to-video, Ilaria Latini è una voce ideale per Biancaneve avendo doppiato Giselle in Come d’incanto, Federica De Bortoli è una migliore Rapunzel rispetto a Laura Chiatti, peccato che Belle non sia Laura Boccanera ma Barbara De Bortoli è una sostituta di assoluto valore.
Principessa diversa, o meglio, Amazzone alla Fast and Furious, è il personaggio di Shank, perché in originale è doppiata da Wonder Woman Gal Gadot. In Italiano non abbiamo Claudia Catani, la sua voce nell’universo supereroistico, ma Benedetta Ponticelli è un altro nome che va inserito nelle note positive del film. Altri doppiatori professionisti da non dimenticare, oltre ai già citati Massimo Rossi e Gaia Bolognesi, sono i piccoli ritorni di Daniele Giuliani, Cristiana Lionello, Francesco Pezzulli e Gemma Donati, e Francesco Pannofino e Francesco De Francesco per dei nuove personaggi.
Il finale di Ralph spacca Internet è sicuramente diverso dal primo film. Non riesce a far commuovere lo spettatore come in passato, ma perlomeno fa riflettere sul vero ruolo dell’amicizia.
Ralph spacca Internet è al cinema in Italia dal primo gennaio 2019, e restate fino alla fine dei titoli di coda: le scene al loro interno sono assolutamente da non perdere!