Adattamento del romanzo di Delphine de Vigan, Da una storia vera, Quello che non so di Lei segna il ritorno di Roman Polanski al thriller psicologico. Con due protagoniste d’eccezione: Emmanuelle Seigner e Eva Green.
Delphine (Emmanuelle Seigner) è una scrittrice di successo. Il suo ultimo romanzo, quello più personale in cui racconta la storia della sua famiglia, è diventato un best-seller mondiale. Tutti aspettano un suo nuovo romanzo, ma Delphine è paralizzata, ha un blocco creativo. Un giorno, per caso, incontra Leila (Eva Green), una giovane donna affascinante e misteriosa, comparsa dal nulla, eppure capace con naturalezza di entrare nella sua vita, come amica e confidente. La presenza di Leila in poco tempo diventa imprescindibile e quella che sembrava essere un’amicizia si trasforma in un rapporto morboso e ambiguo. Ma chi è davvero Leila? E cosa vuole realmente da Delphine?
Cosa funziona in Quello che non so di Lei
Polanski manifesta grande abilità e invenzione nell’alimentare la suspense a fuoco lento e le atmosfere sinistre. L’aspetto più perverso di Quello che non so di Lei è, forse, la sua risoluzione: dopo due ore di accumulo, il film si chiude bruscamente su una nota così stonata che a malapena si qualifica come finale. Affascinante, poi, ma fin troppo programmatico, il gioco al massacro tra noir e mélo che diverte e mette in mostra l’alta classe del suo regista, con ellissi improvvise e una suspense che non conduce mai dove ci si immagina.
Perchè non guardare Quello che non so di Lei
Quello che non so di Lei, risulta un film più immediato rispetto al recente passato di Polanski, questo lo rende meno interessante.
Offrendo poco materiale nuovo, questo sofisticato psyco-thriller di Polanski è almeno una buona vetrina per le due attrici protagoniste; mentre l’abbinamento tra l’autore e il regista di Sils Maria e Personal Shopper, Olivier Assayas, qui esclusivamente per il ruolo di sceneggiatore, non mantiene le promesse.