Pacific Rim – La rivolta: Cinque anni dopo il notevole successo del primo capitolo, Jeager e Kaiju tornano al cinema con una nuova avventura che li vede orfani del regista e di quasi tutto il cast principale. Come se la saranno cavata?
A 10 anni di distanza dalla battaglia che ha messo fine alla guerra contro i Kaiju, con la conseguente chiusura della breccia in fondo al pacifico, il mondo sta cercando di tornare alla normalità attraverso la ricostruzione di città, società e comunità. Il programma Jeager e i suoi potenti Robot sono diventati a tutti gli effetti l’organo di difesa primario del pianeta. Tutto sembra procedere per il meglio ma la prematura scomparsa di Mako Mori (Rinko Kikuchi), per mano di uno Jeager illegale, e il conseguente avvio di un nuovo programma di protezione affidato a droni pilotati da remoto, daranno vita ad una nuova ondata di distruzione che può portare il genere umano all’estinzione. Riusciranno Jake Pentecost (John Boyega) e i suoi nuovi compagni nel difficile tentativo di proteggere la terra?
Cosa funzione in Pacific Rim – La rivolta
Incredibile ma vero, la prima cosa che salta subito all’occhio in Pacific Rim – La rivolta è la solidità della narrazione. Senza inventarsi nulla di nuovo e di originale, gli sceneggiatori hanno concretizzato un ottimo espediente per continuare la storia, restando perfettamente coerenti al passato. Non un elemento da poco in un film di fantasia e coatto come questo, sopratutto in un seguito che poteva sfociare nel becero riciclo di situazioni scopiazzate dal primo episodio. Interessante anche l’utilizzo del nuovo cast, inserito gradualmente nella scena e che nonostante il minore appeal, non farà rimpiangere completamente le star del passato. Convincente anche l’esordio alla regia cinematografica di Steven S. DeKnight, che firma una direzione solida, sebbene priva dell’autorialità e dello stile del suo predecessore. Le riprese sono pulite e gli scontri sono perfettamente a fuoco oltre ad essere anche ben coreografati. Da non sottovalutare che rispetto al passato le battaglie si mostrano quasi tutte alla luce del sole e non in modalità notturna sotto la pioggia battente. Ottime conferme arrivano anche da John Boyega e dal figlio di zio Clint, Scott Eastwood, ormai presente ovunque come il prezzemolo e che si sta ritagliando una dignitosa carriera all’ombra del padre. Da segnalare infine l’ottima prova della giovanissima Cailee Spaeny, farà presto parlare di sé.
Perché non guardare Pacific Rim – La rivolta
Se non vi è piaciuto il primo capitolo, anche se questo dal punto di vista dell’intrattenimento risulta più immediato e coinvolgente, potete assolutamente passare al prossimo articolo o cambiare sala. Pacific Rim – La rivolta è tutto quello che era il suo ingombrante predecessore, con meno spessore artistico ma più testosterone. E’ un film coatto e caciarone, che punta più alla spettacolarità dell’azione e meno alla esaltazione della potenza bruta degli scontri. L’originalità è pari allo zero e la storia è ovviamente un pretesto per andare avanti ma il tutto funziona alla grande se vissuto con l’obiettivo dell’intrattenimento spicciolo.
Pacific Rim – La rivolta è un onesto seguito che malgrado l’assenza del cast originale emerge dalla mediocrità di un sequel. Diverte senza pretese e traccia la strada per il prossimo capitolo. Visione in 3D discreta ma non necessaria.