The Other Side Of The Wind: Il film di Orson Welles, girato tra il 1970 e il 1976 insieme a registi ed amici quali Peter Bogdanovich, John Huston, Norman Foster, Susan Strasberg, Oja Kodar e Joseph McBride, trova finalmente una distribuzione grazie a Netflix.
Dopo alcuni anni di esilio in Europa, Jake Hannaford (John Huston) torna a Hollywood per girare il suo nuovo film, The Other Side of the Wind. Mancano ancora molte riprese, ma i fondi scarseggiano e il giovane protagonista, John Dale (Robert Random), ha lasciato il set sparendo nel nulla. Fulcro del film è la festa in occasione dei settant’anni di Hannaford, evento che sarà anche l’occasione per mostrare il film a giornalisti e personaggi del cinema.
Cosa funziona in The Other Side of the Wind
Una lavorazione lunga quarant’anni per l’ultima inedita grande opera maledetta di uno dei maggiori cineasti della Storia del Cinema, Orson Welles, che solo oggi ha avuto miracolosamente modo di venire alla luce. Non basterebbero forse già queste premesse per renderne imprescindibile la visione?
Perché non guardare The Other Side of the Wind
Completamente strutturato su uno sperimentalismo arduo e a tratti difficilmente accessibile, questo di Welles è un film profondamente stratificato, frammentato e a-narrativo. Un’opera nella quale rintracciare un sostrato umorale profondamente autobiografico, ma difficilmente contestualizzabile all’interno dell’universo wellesiano, dei suoi codici e dei suoi segni, dei suoi temi e del suo stile.
Affascinante e corposo ma indubbiamente faticoso.
Un patchwork che è delirio di montaggio e a tratti quasi documentario spurio. Alla fine viene onestamente da chiedersi quanto di tutto ciò appartenga a Orson Welles e alla sua diretta volontà artistica. Il lavoro di recupero sul più o meno scarso materiale esistente è davvero lodevole e accurato, ma pare appunto solo un mero recupero al quale si è voluta attribuire la firma dell’autore di “Quarto potere” più per un dovere di memoria che non in virtù delle originali, misteriose e purtroppo irrecuperabili intenzioni primigenie del regista sul progetto.
Scarso materiale a disposizione? Welles aveva girato 96 ore di film… E poi è forse il film meno ‘rimaneggiato’ della storia di Welles, considerando le operazioni di macelleria operate dalle produzioni cinematografiche quando il regista era ancora vivo. Questo film, almeno, è stato completato dall’amico Bogdanovich, secondo precisa richiesta di Welles, che lo ha incaricato di procedere secondo esaurienti dettami.
Se questo film non è Wellesiano a dovere, quali altri lo sono davvero?
Quelli che lui ha completato e terminato in prima persona, a prescindere dalle infami sforbiciate produttive. Orson Welles è una delle personalità cinematografiche e registiche più forti che ci siano mai state. Proprio per questo non trovo possibile scindere l’opera dall’autore, la mano dal prodotto: non sarà mai un film di Orson Welles al 100%, non lo ha completato lui, lo ha fatto qualcun altro. Purtroppo non è la stessa cosa. Rimane un film affascinante, complesso e corposo. Come ho già detto nell’articolo, una visione imprescindibile per ogni cinefilo doc.