Il tuttofare: Opera prima per lo sceneggiatore di Smetto quando voglio che si misura con successo con una pellicola degna della migliore commedia italiana
Il giovane Antonio, un ottimo Guglielmo Poggi già visto recentemente nella trilogia di Smetto quando voglio e in Beata ignoranza, è un talentuoso praticante avvocato che fa il portaborse per il titolare di uno degli studi più prestigiosi di Roma. Una vita spesa a fare commissioni ed a assecondare i capricci di uno dei principi del foro più noti del giro Salvatore Toti, un Sergio Castellitto perfettamente calato nelle parti di adorabile mascalzone. Toti oltre ad essere un personaggio abietto e corrotto, come quasi tutti i personaggi italiani egocentrici e ambiziosi adora ascoltarsi parlare e costruisce giornalmente in tribunale incredibili e istrioniche messe in scena che lo rendono notissimo nell’ambiente e fra la stampa. Un personaggio spassoso, emblematico di come si costruisce il successo e la classe dirigente in un paese come il nostro in cui il corrotto è comunque guardato con un misto di invidia e simpatia.
Pur essendo circondato da colleghi ben più raccomandati di lui, dopo aver passato brillantemente l’esame da avvocato e aver fatto per anni la gavetta, Antonio si sente di aver finalmente meritato l’agognato contratto e chiede al suo mentore e alla moglie Titti, una gelida Elena Sofia Ricci, vera titolare del prestigioso studio di essere finalmente assunto. Toti acconsente all’assunzione e gli offre un vantaggioso contratto, peccato che il poliedrico avvocato ha una inaspettata richiesta da fargli.
Cosa funziona ne Il Tuttofare
La surreale vicenda de Il Tuttofare è una summa dell’esperienza personale del giovane regista Valerio Attanasio, ex studente di giurisprudenza figlio di avvocato, e dei racconti di suoi conoscenti. Attanasio pur essendo all’opera prima come regista è uno sceneggiatore già di esperienza fra i quali lavori ricordiamo la riuscitissima sceneggiatura di Smetto quando voglio; Il Tuttofare è una pellicola, che pur non eccellendo in originalità e che si avvale di qualche stereotipo di troppo, merita decisamente la visione nell’essere un’opera picaresca perfettamente riuscita dal punto di vista dell’intrattenimento.
Gradevole pellicola, fortemente debitrice della celeberrima commedia all’italiana, sui vizi capitali dell’Italia di ieri e di oggi: avidità, corruzione, malaffare, nepotismo e non ultimo egocentrismo, forse il principe dei vizi italiani.
Perché non guardare Il Tuttofare
Pur se figlia della attualità più stretta e pur essendo una commedia decisamente divertente, l’opera pensata e realizzata da Attanasio risulta a tratti qualcosa di già visto. Nonostante ciò la visione rimane comunque nettamente consigliata.