Girl: Acclamato da critica e pubblico all’ultima edizione di Cannes e omaggiato da ben quattro riconoscimenti tra cui il premio per il migliore attore per il convincente Arieh Worthalter nella sezione Un Certain Regard, il film di Lukas Dhont si presenta meritatamente sugli schermi italiani come una delle pellicole rivelazione della più importante kermese cinematografica francese.
Motivata da una volontà ferrea e da una passione bruciante l’adolescente Lara (Victor Polster) si è trasferita con il padre e il fratellino in un’altra città per frequentare la scuola di danza classica più importante del Belgio. Ma la scuola di danza non è l’unica ragione del suo trasferimento, Lara sta affrontando con la sua famiglia la transizione da ragazzo a ragazza e questo difficoltoso percorso non è stato vissuto particolarmente bene dai compagni della sua vecchia scuola.
Cosa funziona in Girl
La pellicola belga è il ritratto onesto e coraggiosissimo della complessità di vivere quella che oggi è una delle più difficili delle condizioni della diversità, la transessualità. Uno degli aspetti più convincenti dell’opera è la sua costruzione basata su potenti discrasie. La prima fra il volto angelico del meraviglioso protagonista debuttante Victor Polster con la potente fisicità dell’atleta che per tutta la pellicola segna la misura del devastante conflitto interno a Lara. Splendido il sorriso del protagonista che continuamente incanta lo spettatore ammaliato da tanta grazia. L’altra potente contrapposizione riguarda le caratteristiche di un percorso condotto apparentemente nelle migliori condizioni possibili: un padre amorevole, supportivo e attento, una equipe completa di medici, una società come quella belga fra le più aperte e avanzate; tuttavia anche in queste condizioni, apparentemente ideali, il conflitto cova nell’animo di Lara e il dramma dilaga in un dolore che nessun giovanissimo dovrebbe conoscere.
Il giovanissimo regista esordiente Lukas Dhont fa centro con questa deflagrante pellicola sull’identità sessuale, probabilmente perché affronta nella stessa molte delle tematiche personalmente care al regista che non a caso firma anche la sceneggiatura.
Perché non guardare Girl
Costruito con sapiente consapevolezza e profonda empatia nulla si può rimproverare ad una pellicola che coinvolge anche al di là dalla portata della tematica, che tocca nel profondo senza mai accedere nei sentimentalismi. Un mirabile esempio di misura.
Potente, commuovente e universale nelle tematiche quanto nella dimensione intima del dolore. Girl è la pellicola imperdibile del prossimo autunno.
Girl è al cinema dal 27 settembre con Teodora Film