Nei cinema a partire dal 19 aprile e in presentazione al Lucca Film Festival dieci giorni prima (con la presenza di Martin Freeman, uno dei suoi protagonisti), Ghost Stories rappresenta l’adattamento dell’omonimo spettacolo teatrale ad opera di Jeremy Dyson e Andy Nyman.
Ghost Stories presenta la vicenda del professor Philip Goodman (Andy Nyman), un uomo che ha dedicato tutta la sua vita a smascherare ogni traccia di presunto materiale soprannaturale presente su questo mondo, al quale vengono recapitati tre casi irrisolti di apparizioni di fantasmi con il compito di riuscire a dargli una spiegazione logica. In questa sua ricerca della verità, il professore metterà a dura prova le proprie convinzioni, fino ad arrivare al rischio di vederle crollare inesorabilmente.
Cosa funziona in Ghost Stories
Il principale pregio di Ghost Stories consiste nel saper richiamare saggiamente atmosfere che vanno dall’inquietudine al grottesco, quasi comico, senza mai risultare sbilanciato nella sua scorrevolezza. Non solo il ritmo del film è particolarmente fluido, ma i momenti nei quali la tensione si fa più concitante risultano particolarmente riusciti. Il merito di questa operazione va senz’altro ai due registi, che da una parte sperimentano sempre nuovi punti di vista, ma dall’altra provano a trasporre un’impostazione dello spettacolo cinematografico molto vicina al teatro inglese, riuscendo nell’impresa. Ottimo è anche il cast, nel quale spiccano Martin Freeman e Alex Lawther, giovane attore che abbiamo già visto in “Black Mirror” e in “The End of the F***ing World“.
Perchè non guardare Ghost Stories
E’ sbagliato aspettarsi da Ghost Stories un horror in grado di scuotere le fondamenta del genere e di rinnovarlo, poiché non rappresenta nemmeno l’ambizione del progetto. Tuttavia ci si accorge presto di quanto l’intera operazione abbia una finalità prettamente ludica, il che rappresenta probabilmente un passo indietro rispetto ad altri film del genere arrivati nel cinema di recente, che sono stati in grado di coniugare problematiche attuali e reali all’atmosfera del racconto dell’orrore. Inoltre, la struttura narrativa di “Ghost Stories” s’ingarbuglia eccessivamente verso il finale, il quale oltretutto non riesce totalmente a destabilizzare lo spettatore.
Ghost Stories rappresenta quindi un gioco cinematografico che unisce cinema e teatro in maniera sicuramente interessante, ma la sua importanza all’interno del genere si conclude lì, diventando fin troppo fine a sé stesso.