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Fahrenheit 11/9 – Uno spietato viaggio nel fallimento del sogno americano. Il Michael Moore più feroce di sempre.

Ai tempi del populismo come fenomeno di massa nella grande democrazia americana i diritti civili appaiono più compromessi di sempre. Fahrenheit 11/9 un viaggio sconvolgente nell’elezione del presidente americano più controverso della storia e di quanto questo rappresenti mirabilmente la crisi di sovranità diffusa delle democrazie occidentali. Siamo di fronte al ritorno del fascismo?

Michael Moore torna alla regia con Fahrenheit 11/9, un deflagrante documentario sulle ultime elezioni presidenziali americane, nelle sale italiana come evento speciale il 22, 23 e 24 Ottobre, convinto com’è che il cinema possa ancora scuotere gli animi e seminare nel mondo i semi del dubbio e della passione politica. Come ricordato infatti dallo stesso Moore nell’incontro di presentazione del documentario con il pubblico italiano, durante la Festa del Cinema di Roma ancora in corso, il cinema è rimasta l’unica forma economica di circolazione della cultura fra le classi popolari e come tale va tutelato. A questo scopo Moore ha costituito una organizzazione a tutela della produzione e circolazione cinematografica visto che nella moderna America persino delle città più grandi è impossibile accedere a produzioni che non siano americane.

L’avvincente pellicola narra le tappe che hanno visto l’inaspettata vittoria del magnate Donald Trump tratteggiando un inquietante ritratto delle malandate sorti dell’America di oggi prima ancora che del controverso presidente.

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Cosa funziona in Fahrenheit 11/9

La formula vincente delle produzioni di Moore permane la stessa ed è in linea con quel giornalismo americano di critica feroce vecchio stile. Tale efficace stile narrativo si concretizza una spietata critica al partito democratico che forte della sconfinata popolarità acquisita con l’elezione del primo presidente americano nero della storia non ha saputo preservare i propri valori a favore di una malcelata rincorsa alla immagine rampante della politica repubblicana. La narrazione prosegue in una descrizione minuziosa dei più gravi errori commessi dai democratici ed è inquietante ed incontrovertibile, dalla tragedia dell’acquedotto di Flint, disastro ambientale in cui Barack Obama ha svolto un ruolo cruciale, alle falsificazioni delle elezioni a favore di Hilary Clinton. Se il ritratto della grande democrazia americana appare desolante il grande documentarista ravvisa la speranza nei tumulti giovanili scaturiti dal massacro avvenuto alla Marjory Stonemal Douglas High School, nella perseveranza delle lotte sindacali degli insegnanti che hanno portato una serie di enormi sommosse dal basso e nelle nuove leve politiche. Questo perché se l’attivismo politico americano che a tratti pare abbattuto dall’arroganza della classe dominante, in realtà non è mai veramente sopito e ancora una volta risorge fra gli ultimi e fra i più giovani.

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Perché non guardare Fahrenheit 11/9

Incredibilmente la critica nei confronti di Trump in Fahrenheit 11/9 appare quasi annacquata. Dal presunto atteggiamento inquietante nei confronti della bellissima figlia Ivanka, alle connivenze con i media americani gestiti nella quasi totalità da maschi bianchi che hanno molto in comune con il Donald essendo accusati frequentissimamente di abusi sessuali, tutto appare già visto e in parte anacronistico. Le critiche, per quanto più che legittime, non scaldano mai veramente la pancia di quella classe medio bassa che ha visto le sue prospettive lavorative e la propria capacità d’acquisto falcidiata da una globalizzazione economica senza scampo che avvantaggia veramente solo pochissimi e che ora non sembra godere neanche dei diritti civili basilari. Il je accuse di Moore più feroce infatti non è nei confronti del tiranno di turno ma è nei confronti di noi stessi che abbiamo annacquato gli animi e i cervelli a favore dell’intrattenimento di bassa qualità con il quale siamo stati addomesticati abbondantemente fin da piccoli. Una visione mai consolatoria che lascerà più depressi che arrabbiati.

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Moore ci offre il suo accorato appello per accendere gli animi dell’attivismo politico e sociale che di questi tempi appare irrimediabilmente appassito perché mai bisogna abdicare alla sorveglianza dei principi delle democrazie in cui viviamo; nel ventunesimo secolo infatti “il fascismo avrà un volto amichevole e sarà sotto forma di show televisivo”. Vi ricorda qualcosa??

Regia: Michael Moore Con: Donald J. Trump, Michael Moore, Ivanka Trump, Hillary Clinton, Donald Trump Jr. Anno: 2018  Durata: 128 min. Paese: USA Distribuzione: Lucky Red

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