Ebbene amici, oggi voglio presentarvi un mio libro, disponibile alla vendita sulle maggiori catene librarie online, nei formati cartaceo, eBook e Kindle dedicato a David Cronenberg.
Un saggio monografico su uno dei più grandi cineasti contemporanei, cioè l’immane David Cronenberg, il poeta della nuova carne, un regista innovativo, profetico, uno di quei pochi nomi sui quali si può sempre andare sul sicuro, e del quale ogni pellicola è sempre un evento.
Ahinoi, dal suo sfortunato Maps to the Stars, la sua ultima opera, poco amata da gran parte della Critica e parecchio snobbata dal pubblico, il nostro caro David non ha più girato film e al momento non ha progetti concreti per l’immediato futuro. Che si sia davvero ritirato? Noi tutti, amanti del Cinema con la C maiuscola, ci auguriamo di no e niente ci renderebbe più contenti se presto annunciasse qualcosa di nuovo.
In questo mio saggio, non ho adottato una linea accademica di pura analisi critica, ma ho, come d’altronde suggerisce il sottotitolo di questo libro, voluto scrivere un atto d’amore nei confronti del suo genio, immergendomi liricamente nel suo sguardo d’autore, sibillino, magmatico, freddamente suadente e viscerale, per offrire una panoramica lirica e suggestiva sulla sua carriera.
Da Scanners a Videodrome, da Il pasto nudo a La zona morta, da Inseparabili a History of Violence, etc. Quando parliamo di un regista così, credo sia impossibile identificare il suo film migliore o distinguere fra i suoi capolavori quale sia il più incisivo e meritevole. Ogni sua opera è un gioiello a sé inscindibile, e fa parte di un unicum autoriale di potenza magnetica e appartiene al mirabile disegno lungimirante di un filosofo del Cinema impareggiabile.
Ecco a voi un piccolissimo estratto:
A History of Violence, Evil
Lembi di morte funebre scotono l’anima ambigua e funesta di Tom Stall…
Esistono personaggi del Cinema che si stampano immediatamente nella memoria. Quando ciò accade, siamo quasi sempre dinanzi a un capolavoro indiscutibile. Quei ruoli iconici, titanici che s’imprimono violentemente in noi, e non possiamo scordarcene, sono i personaggi appunto indimenticabili. Penso al predicatore Bob Mitchum de La morte corre sul fiume o, più recentemente, al Christoph Waltz di Bastardi senza gloria. In entrambi i casi, due personaggi impressionanti per finissima cattiveria sottile, incastonati in una recitazione talmente sobria, mai caricata, sempre perfettamente bilanciata in misurata espressività però così tagliente, da provocarci quel brivido sleeper ché c’han già posseduto e rapito a incantarcene, incatenandoci alla potenza, quasi ieratica perché proprio impalpabile ma irresistibilmente magnetica, memorabile, da marchiarci per sempre nel loro crisma carismatico… dell’attore e del personaggio interpretato.
Ebbene, il protagonista di quest’ennesima perla di Cronenberg, Tom Stall, è il ruolo ancor imbattuto di Viggo Mortensen, infinitamente più attrattivo, seducente dei pur suoi notevoli altri due girati col nostro amato David, vale a dire il freddo, coriaceo, spietato mafioso russo Nikolai Luzhin de La promessa dell’assassino e il padre fondatore della psichiatria, Freud, in A Dangerous Method.
Perché qui Viggo è superba, inarrivabile incarnazione sublime e “sobriamente” crudele del male, di quella forza oscura che dalle origini dei tempi è radice inestirpabile dell’animo umano…
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