Vi presento Christopher Robin: Il nuovo film di Simon Curtis, racconta come sono nati i racconti di A.A. Milne con protagonisti Winnie Pooh e gli altri abitanti del Bosco dei 100 Acri, ben prima di essere acquistati dalla Disney nel 1961
Difficile non conoscere Winnie the Pooh, soprattutto dal 1961, anno in cui la Disney ne ha comprato i diritti, realizzando la sua versione giocattolo attuale e protagonista di dieci lungometraggi animati fino ad oggi e varie serie animate. Ma cosa è successo prima di questa data? Come ha fatto un normalissimo orsetto giallo a diventare così famoso?
Ecco qual è la storia non solo di Winnie, ma del suo vero creatore, Christopher Robin.
Siamo nel 1920, quando nasce Christopher Robin, figlio di Daphne de Sélincourt (Margot Robbie) e Alan Alexander Milne (Domhnall Gleeson). Quest’ultimo è reduce della Grande Guerra, un’esperienza traumatica per quasi tutti, e non solo non riesce più ad esprimere il suo talento da scrittore, ma neanche a regalare amore al suo bambino che durante i primissimi anni dell’infanzia viene affidato soprattutto alle cure e attenzioni della tata Olive (Kelly Macdonald). Per trovare un po’ di pace decidono di trasferirsi in campagna, dove il bambino ormai giovanotto può giocare nella natura. Incuriosito dalla sua vivacità e fantasia, il padre comincia finalmente ad avere un rapporto con lui, arrivando a conoscere anche i suoi giocattoli, l’orsetto Winnie e i suoi amici animali. Giornate felici per entrambi, tanto che il piccolo Robin chiede al padre di scriverci sopra un libro. Nessuno di loro poteva immaginare il quasi immediato successo di quei racconti che porteranno tante gioie a bambini, e non solo, di tutto il mondo. Si può dire lo stesso di Christopher Robin?
Cosa funziona in Vi presento Christopher Robin
Quando sono cominciate ad uscire le prime notizie riguardanti questo film, in molti ci siamo chiesti il perché lo avesse prodotto la Fox Searchlight Pictures e non la Disney, detentrice dei diritti. La risposta arriva molto prima della fine di questo lungometraggio di Simon Curtis (Marylin e Woman in Gold): una verità troppo scomoda. Poteva la Casa di Topolino, simbolo di felicità, raccontare che dietro il personaggio tanto amato dai bambini si nascondeva una terribile verità? Come potevano ammettere che la loro felicità (e profitto) ha causato tanto dolore a un bambino così piccolo? La storia va raccontata tutta. Magari non subito, ma prima o poi bisogna aver il coraggio di mostrare i propri scheletri nell’armadio, e fortuna almeno la Fox è riuscita a sopperire a questa mancanza, prima di essere assorbita in un Impero troppo monopolizzante dell’intrattenimento.
Nei 107 minuti di Vi presento Christopher Robin, vengono raffigurati al meglio gli anni dopo la grande guerra e il difficile ruolo che il vero Christopher Robin ha dovuto sopportare per il bene di tanti. Perché dietro i libri di Winnie the Pooh non c’è solo la ricchezza delle case editrici, ma anche tanta sincera felicità dei bambini. Come Shirley Temple per l’America, Robin è stato il bambino che risollevava la gente britannica dopo gli orrori della prima guerra mondiale e la sua conseguente grande depressione. Questo alla fine lo ha capito pure lui, dimostrandosi anche coerente in tutto e per tutto, non toccando mai un centesimo di quei profitti. Dopo anni di infelicità, ha ritrovato pace e armonia, ritirandosi a vita privata dopo essere stato il bambino più famoso nel mondo.
La parte del piccolo Christopher Robin è stata affidata al giovanissimo Will Tilston, assolutamente straordinario nell’interpretazione, al pari del suo collega decisamente più esperto come Domhnall Gleeson, bravissimi entrambi a mostrare tutte le sfumature dell’altalenante vicenda. Emozioni trasmesse anche dal nostro doppiaggio, con il più che promettente Diego Follega nel dare la voce al piccolo Robin (mentre la sua versione adulta, interpretata da Alex Lawther, ha la voce di Manuel Meli) così come Emiliano Coltorti, come abbiamo recentemente visto e sentito in Coco, si dimostra perfetto per ruoli di personaggi tormentati come lo era A. A. Milne. Concludono il cast vocale principale Domitilla D’Amico e Ilaria Latini.
Perché non guardare Vi presento Christopher Robin
Difficile trovare delle pecche in questa opera biografica, se non nel dire che non è adatta a tutti, almeno ai più piccoli. Si comincia con scene della prima guerra mondiale, che non sono per niente cruente ma al tempo stesso possono impressionare chi si affaccia per la prima volta a queste realtà, così come i bambini possono non capire il vero messaggio della storia. Che non è davvero contro la Disney, che giustamente non viene mai nominata dato che non è in alcun modo colpevole di quello che ha subito il piccolo Robin (visto che si è ritirato a vita privata nel 1951, dieci anni prima dell’acquisizione dei diritti), ma vuole solo far capire a tutti che bisogna pensarci due volte prima di utilizzare un bambino così piccolo come strumento del marketing.
Faranno un giorno un film simile anche su Shirley Temple? Non sarebbe una cattiva idea.