Chiamami col tuo nome: Il regista italiano, apprezzatissimo all’estero ma poco considerato in patria, torna in sala con la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di André Aciman, riadattato per il grande schermo da James Ivory
1983. Nella soleggiata campagna vicino Cremona, il diciassettenne Elio (Timothée Chalamet), un ragazzo con la passione della musica e una sensibilità accentuata, trascorre le vacanze estive nella villa di famiglia. Come ogni anno suo padre, professore universitario, ospita uno studente straniero per aiutarlo nella stesura della tesi di dottorato. Il suo soggiorno italiano viene scosso dall’arrivo di Oliver (Armie Hammer), affascinante ventiquattrenne americano che conquista Elio per i suoi modi spontanei e la sua bellezza. Le lunghe chiacchierate, le nuotate, le passeggiate in bicicletta e le fievoli discussioni accendono nel ragazzo un desiderio insopprimibile fino alla scoperta della sessualità e dell’amore.
Cosa funziona in Chiamami col tuo nome
Luca Guadagnino conclude la sua simbolica “trilogia del desiderio” con un progetto che inizialmente lo vedeva coinvolto solo come consulente di location ma del quale è diventato poi il principale artefice firmandone la regia, la produzione e modificando parte della sceneggiatura scritta da James Ivory, ritenuta eccessiva dai protagonisti che hanno vietato contrattualmente qualsiasi nud
Anni di studi, di gavetta e documentari confluiscono nel lavoro più completo di uno dei registi più chiacchierati degli ultimi anni. Poco apprezzato in patria, reo sopratutto di aver diretto la trasposizione cinematografica del controverso best seller 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire, Guadagnino, firma un’opera testamento dell’amore per la vita che passa attraverso la scoperta della sessualità di un diciassettenne, confluisce nello splendido monologo finale del padre ma che, per tutto il film, si distende nella bellezza dei paesaggi e degli ambienti, protagonisti indiscussi, nella scelta della colonna sonora e nel trionfo del classicismo. Il regista italiano guarda ai suoi maestri, su tutti quel Bertolucci che con Io Ballo da Sola ha certamente influenzato per lunga parte questa sua opera, dai quali attinge senza scadere nel plagio e aggiungendo una ricerca estetica e linguistica personale. Chiamami col tuo nome è un sottile inno alla bellezza che si insinua nella mente dello spettatore, si nasconde nel subconscio e resta indelebile anche a diversi giorni di distanza dalla visione. Memorabile la ricostruzione anni ’80 ottenuta con poche citazioni e la totale assenza di quelle icone nerd tanto in voga oggi.
Perché non guardare Chiamami col tuo nome
Bisogna essere solo dei bigotti o dei prevenuti per non apprezzare una pellicola doverosa che parla di sentimenti e passioni che vanno vissute senza la paura di giudicarsi e di essere giudicati. Sicuramente non sarebbe male prima o poi vedere questi film ambientati tra la gente comune, con problemi di vita e aspirazioni più terrene, ma ciò non toglie che Chiamami col tuo nome parli comunque ad ognuno di noi. Non vi fermate all’aspetto scandalistico e alla tematica (doverosa anche questa) dell’omosessualità, scendete in profondità e godetevi uno dei film più belli di questo inizio di stagione. Chi scrive non riesce veramente a trovare un difetto degno di nota. Il tema non sarà originale ma è ancora oggi necessario.
Forte delle tre candidature al Golden Globe e delle 4 nomination ai prossimi Oscar, arriva in sala un film che farà parlare molto di se. Chiamami col tuo nome parla d’amore, racconta la vita. Correte al cinema.