Benvenuto in Germania: Arriva nei cinema italiani la commedia teutonica da record d’incassi del 2016
In Benvenuto in Germania, una benestante famiglia tedesca che accoglie nella sua casa un rifugiato, affrontando così con spensierata leggerezza il tema dell’integrazione. La pellicola è uscita in Germania nel 2016, dove è stato il film che ha incassato di più al box office quell’anno, con 4 milioni di spettatori e quasi 28 milioni di euro di incasso.
Cosa funziona in Benvenuto in Germania
Benvenuto in Germania affronta un taboo che è al tempo stesso locale e europeo. L’arrivo negli ultimi anni di molti profughi provenienti da paesi in guerra o dove la propria identità fosse messa a repentaglio da questioni religiose e scelte di vita insieme con la posizione accogliente ma rigida della Cancelliera Merkel, hanno sicuramente fatto i titoli dei giornali in Germania, un paese che con la propria identità, e la tolleranza, combatte dalla fine della seconda guerra mondiale.

Quello che il film cerca di fare è affrontare questo tema complicato e delicato con la tecnica della commedia. Lo fa facendo sviluppare la storia su tre piani che sono accomunati dalla ricerca della propria identità. Il capofamiglia è infatti un chirurgo di successo che deve affrontare la crisi della terza età: arrivato alla soglia della pensione, non vuole accettare le rughe, gli acciacchi e la necessità di lasciare il posto alle nuove leve. Sua moglie (Senta Berger una delle poche attrici “esportate” in USA dall’Austria, madre del regista Simon Verhoeven) è una annoiata casalinga, cerca una soluzione al tedio grazie al vino o agli atti di gentilezza decisamente a casaccio che quantomeno portano nella sua casa il profugo Diallo, che vorrebbe ritrovare la sua identità, che ha perso lasciando in fuga il suo paese assediato da Boko Haram. C’è anche una figlia trentenne, che ancora non ha trovato la sua strada, o il suo uomo, che ancora va all’università cercando uno scopo.
Insomma, con i toni della commedia il film di SimonVerhoeven (Friend Request) fa notare come i nuovi tedeschi abbiamo le idee più chiare dei tedeschi originali

Cosa non funziona in Benvenuto in Germania
Nonostante gli sforzi ci siano, e la scrittura del film sia fluida e coerente, Benvenuto in Germania si appoggia su delle ovvietà per sviluppare la storia. Non ci sono guizzi originali e il soggetto della storia, l’immigrazione, passa quasi in secondo piano. Forse i troppi argomenti affrontati allontanano il film da una consistenza unitaria.
Nelle sale italiane dal 10 maggio
Regia: Simon Verhoeven Con: Senta Berger, Heiner Lauterbach, Florian David Fitz, Elyas M’barek, Eric Kabongo Paese: Germania Durata: 96 minuti Distribuzione: Cineama