Due anni dopo il non esaltante L’abbiamo fatta grossa, Carlo Verdone porta al cinema Benedetta Follia, suo ventiseiesimo lungometraggio, e torna a confrontarsi con quell’universo femminile che aveva trascurato per un po di tempo. Il risultato è una commedia esilarante che si fa apprezzare per la sua semplicità e sincerità.
Guglielmo (Carlo Verdone) è il proprietario di un negozio di articoli religiosi e alta moda per vescovi e cardinali. I valori su cui l’uomo ha fondato la propria esistenza crollano all’improvviso quando la moglie Lidia (Lucrezia Lante della Rovere) lo abbandona dopo venticinque anni di matrimonio. La vita però riserva ancora qualche sorpresa allo sfortunato Guglielmo, che in una giornata come tante riceve nel suo negozio la visita di un’imprevedibile candidata commessa: Luna (Ilenia Pastorelli), che con la sua semplicità, ineleganza e spontaneità finirà per cambiargli la vita. In meglio.
Cosa funziona in Benedetta Follia
Ritrovato il microcosmo clericale di Io, loro e Lara, Benedetta Follia racconta una storia d’aiuto reciproco tra due persone che, per ragioni differenti, si sono trovate sole. Verdone è il traghettatore della storia e del film ma è la Pastorelli, con una sceneggiatura costruita sul suo personaggio, così empatico e naif sin dal suo travolgente ingresso, a tenere bene il passo, aggiungendo al film un tocco giovanile e leggero. La fotografia è splendida come splendida è la scelta delle innumerevoli locations che fanno da sfondo alla pellicola, ma particolarmente indovinata è la scelta dei personaggi femminili che ne costituiscono la spina dorsale. Una commedia dolce e amara, che guarda al passato con una certa malinconia per quello che è stato e ora non lo è più, ma anche un’opera dal messaggio ottimista sul futuro, per chi non è più giovane e ha paura di ricominciare.
Perché non guardare Benedetta Follia
Benedetta Follia si dilunga troppo e perde più volte lo stile della commedia verdoniana tra appuntamenti e gag che si ripercorrono.
Si ride, e anche tanto in Benedetta Follia toccando l’apice con una scena, una delle più folli telefonate della Storia del Cinema, divenuta già cult, che farà crollare i cinema di tutta Italia. E con un finale romantico e positivo, che, forse, per agli appassionati, farà rimpiangere il Carlo che tra una battuta spiazzante e un occhio gettato al cielo seminava amarezza.