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Attori bolliti: John Travolta, fisico tornito, muscoloso e doti da ballerino irresistibile

Ecco, oggi è il turno di John Travolta. Inevitabile che si andasse a parare su di lui. Ovvio, scontato, ma va ribadito.

Nato a Englewood nel New Jersey il 18 Febbraio del 1954, John Travolta inizia giovanissimo la sua carriera d’attore e spicca immediatamente per il suo fisico tornito e muscoloso, per il suo flessuoso bacino e per le sue doti da ballerino irresistibile, tant’è vero che dopo Carrie di Brian De Palma ottiene la notorietà internazionale in un ruolo lifetime, quello del mitico Tony Manero ne La febbre del sabato sera. Al che arriva Grease e Travolta diventa un fenomeno di massa. A dire il vero, non sono grandi film ma pellicole cult, film che valgono un’epoca, scanzonata, arrabattata, rutilante e un po’ folle. Nel 1981, all’apice del suo divismo, Travolta torna a lavorare, stavolta come protagonista assoluto, nello splendido Blow Out ma il film è un flop colossale. Non lo guarda praticamente nessuno e il pubblico respinge questo Travolta sorprendentemente drammatico. Sì, il pubblico esigeva che il bel John dagli occhi azzurri fosse per sempre Danny con la sua brillantina. Quello e solo quello.

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E non sapeva accettarlo in ruoli diversi. Al che John arranca, interpreta pellicole davvero brutte, come Urban Cowboy e Perfect. Film che qualcuno avrà visto solo se appunto imbattibile aficionado del nostro John. Ma la cui visione sconsiglio a persone con un cervello intelligentemente funzionante. Travolta però inaspettatamente ottiene successo con Senti chi parla, ma nello stesso periodo gira roba indigesta come Nella tana del serpente, film che ancora passa su Italia 1 a orari improponibili.

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Come tutti sanno, ci penserà Tarantino a fornirgli la seconda chance che vale tutta una carriera. Cucendogli addosso l’epocale personaggio di Vincent Vega in Pulp Fiction. Ruolo che inizialmente era stato proposto a Daniel Day-Lewis. Ora, se penso a chi potrebbe essere la nemesi attoriale di Travolta, mi viene in mente proprio Day-Lewis. Compassato, perfezionista, maniacalmente serio Daniel, burlone, guascone, fuori dalle righe John. E quindi, vivaddio, che Day-Lewis rifiutò. Forse avremmo avuto una straordinaria interpretazione ma, personalmente, non posso immaginare qualcun altro, tanto meno Day-Lewis, nei panni di Vega.

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Travolta miracolosamente riagguanta il successo perduto e sfiora addirittura l’Oscar, battuto per un soffio, al fotofinish, come si suol dire, da Tom Hanks di Forrest Gump.

Ma Hollywood e il pubblico sono di nuovo impazziti per lui e Travolta viene sommerso da proposte lavorative. Inutile che vi stia a citare tutti i film che gira da metà degli anni novanta in poi, ma perlomeno menzionerò Face/Off e La sottile linea rossa. Gli altri sicuramente li conoscete. Roba buona, discreta, alle volte ottima, altre volte dimenticabile.

Travolta è come il prezzemolino, ogni anno gira dai due ai quattro film mainstream, e spesso sono anche campioni d’incasso.

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Ma Travolta non sa scegliere e gira anche ciofeche incredibili come Battflefield Earth, addirittura da lui prodotto per la “causa” Scientology, e altre schifezze di sorta.

Lo invitano sempre agli Oscar, è ancora un gran personaggio, diciamo, nonostante il dichiarato, vistoso, pacchiano parrucchino, ma la strada per la qualità l’ha persa da tempo immemorabile.

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E dire che per il suo nuovo film, Gotti, da lui fortemente sostenuto, in cui recita con la moglie Kelly Preston, quando a fine dell’anno scorso pareva tutto pronto, con tanto di trailer ufficiale, per sbarcare on demand, Travolta ha bloccato tutto e sospeso ogni campagna promozionale, perché ha ritenuto che la Lionsgate, la casa distributrice, fosse pubblicitariamente inaffidabile. E ha pensato che stesse svalutando la sua performance, diffondendo il film in streaming.

Ed essendo anche in questo caso produttore ha deciso di far uscire il film wide release a Giugno. Perché crede fermamente che la sua interpretazione debba essere valorizzata meglio. Convinto lui…

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

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Un commento

  1. A me Urban Cowboy (1980) piacque abbastanza , anche se ero un ragazzino quindi non avrei potuto criticare in maniera concreta un film; anche Perfect del 1985 non mi è dispiaciuto. Per quanto riguarda Blow Out del 1981 avendolo visto anni dopo, nonostante ami il thriller, vidi nel film diverse inesattezze.
    Nell’articolo dedicato a J. Travolta comunque manca Staying Alive del 1983 diretto da S. Stallone, “sequel” di Saturday Night Fever del 1977 che per me più che sequel è sempre sembrato uno spin-off essendo che del primo film era rimasto sol il protagonista, in un momento storico completamente diverso perché in pieni anni 80′.

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