7 Sconosciuti al El Royale: Drew Goddard rivitalizza la Festa del Cinema di Roma con un film tarantolato che mescola con successo generi e meccanismi
A cavallo del confine tra Nevada e California esiste un motel che, nel 1968, ha conosciuto tempi migliori si chiama El Royale è vicino al famoso lago Tahoe, e un tempo era meta di soggiorno di molte celebrità di cui ora l’unica traccia sono le foto appese alle pareti. Il motel rivendica con orgoglio la sua natura bi-stato, tanto che le camere in California costano un dollaro di più, e a quanto pare lo valgono.
A gestire l’intera struttura è una ragazzo che si occupa di accogliere gli ospiti improvvisi e inusuali di una brutta sera di pioggia: una cantante soul in cerca di riscatto, una hippie in fuga, un venditore di aspirapolveri e un prete. Ognuno di loro non è in realtà ciò che appare.
Cosa funziona in 7 Sconosciuti al El Royale
Drew Goddard, il regista di Bad times at El Royale, che uscirà il 25 ottobre nelle nostre sale con il titolo 7 sconosciuti a El Royale, è un sperimentatore di generi. Come regista aveva usato già tutti i meccanismi e i topoi del cinema horror in Quella casa nel bosco, e aveva avuto ragione, il film era stato un successo.
Con questa seconda regia, punta a riscrivere un noir che incorpori dentro di sé passato e presente del genere. Quindi: servizi segreti, filmati scabrosi, sette e controcultura, notti piovose. Ma soprattutto l’ispirazione da cui non riesce completamente a staccarsi è quella di Quentin Tarantino, che già anni fa, e con uno dei suoi film meno applauditi, Four Rooms, aveva sfruttato l’idea di 4 storie unita da un filo conduttore comune che si svolgevano in un albergo di dubbia reputazione. In 7 sconosciuti a El Royale, Goddard ha aumentato le stanze e le storie da raccontare, fino a arrivare, appunto, a sette, rendendo più macchinoso appassionarsi realmente almeno a uno dei personaggi e avvicinandosi, anche come sviluppo della storia, all’ultimo film di Tarantino, The Hateful Eight.
Le linee narrative sono tante quante i protagonisti, un cast di fatto interessante: Jon Hamm, Dakota Johnson, Jeff Bridges in ottima forma, Chris Hemsworth sono parte di questo omaggio non omaggio al regista di Knoxville. Sono però i due personaggi meno conosciuti, Cyntia Erivo, nei panni della cantante soul e Lewis Pullman in quelli del concierge con un passato traumatico, ad avere le storie più interessanti.
Perché non guardare 7 Sconosciuti al El Royale
Il film ha dalla sua un’ottima fotografia e una serie di sottotrame interessanti, prima fra tutte quella spionistica, ma nell’insieme sembra che Goddard abbia voluto mettere troppa carne sul fuoco approfondendo poco tutto quello che decide di raccontare.
Alla Festa del cinema era attesa Dakota Johnson che però ha dovuto annullare la sua presenza all’ultimo momento, inviando un saluto al pubblico in sala poco prima dell’inizio della proiezione ufficiale.