Wonder Woman – L’universo cinematografico della DC Comics e Warner Bros., continua la sua rincorsa al successo della Disney/Marvel, con l’arrivo in sala del primo film dedicato all’eroina-icona del femminismo pop.
Diana Prince/Wonder Woman (Gal Gadot), principessa delle Amazzoni, è stata addestrata fin dall’infanzia per essere una combattente invincibile. Vive da sempre protetta all’interno di un’isola misteriosa, nascosta al resto del mondo. Quando il pilota e spia Steve Trevor (Chris Pine), precipita nei pressi dell’isola e le racconta le drammatiche dinamiche della guerra mondiale, Diana, decide di lasciare la sua casa per fermare le tremende barbarie del conflitto.
La prima cosa che salta all’occhio in Wonder Woman è la bellezza disarmante di Gal Gadot, bellissima e maestosa nei panni dell’amazzone più famosa della cultura pop popolare. Mai scelta poteva essere più azzeccata come quella che ha deciso di coinvolgere l’incantevole modella di origine israeliane nel progetto. Non tutto scorre come dovrebbe quando deve anche recitare, oltre alle pose classiche da dea, ma in questo caso la colpa è anche di un adattamento italiano orripilante, prodotto con poca professionalità e pressapochismo. Chiariamoci, la versione originale non farà mai diventare la Gadot come Meryl Streep, ne tramuterà Wonder Woman in un capolavoro della cinematografia, ciò nonostante hanno realizzato un lavoro approssimato, spesso addirittura contraddittorio nei dialoghi (notare la leggenda del mito all’inizio del film). Purtroppo le cose positive di Wonder Woman finiscono qui.
Wonder Woman non ci ha convinto, dopo i poco apprezzati Batman V Superman e Suicide Squad, la produzione ha di nuovo cambiato rotta con questo quarto film dell’universo DC, cestinando quasi del tutto il clima drammatico delle produzioni precedenti, ripristinandolo solo in parte con il tema della guerra e un finale tra il banale e l’imbarazzante, inserendo più ironia possibile nella narrazione con battute al limite del femminismo. Si è cercato di avvicinarsi sempre di più ai gusti del pubblico cinecomics, ormai completamente soggiogati dal brand made in Disney/Marvel, provando a differenziare il prodotto con allusioni sessuali continue. Il risultato è un miscuglio di mediocrità senza fine, in cui lo sceneggiatore ci vuol far credere che sia importante, al fine della narrazione, vedere Wonder Woman che si infratta con il suo capitano in una squallida camera di albergo. Sono veramente questi i temi che vogliamo da un film con i supereroi?
Del resto l’idea di affidare la scrittura a Allan Heinberg, sceneggiatore di successo di prodotti televisivi come The O.C., Una Mamma per Amica e Grey’s Anatomy, non che famoso per aver collaborato alle avventure a fumetti degli Young Avengers, non è stata proprio una scelta felice. Sopratutto se il tutto viene affidato alla direzione di una regista, Patty Jenkins, lontana da 14 anni dal mondo cinematografico, Monster
C’è veramente poco da salvare in Wonder Woman, anche se siamo sicuri che alcuni di voi lo apprezzeranno, all’estero in molti stanno gridando al miracolo, gli aspetti più positivi vanno sicuramente ricercati nella splendida Gal Gadot, nelle poche scene riuscite o nell’idea, molto fragile, di donare al titolo tanta ironia. Ennesimo cambio di rotta per DC e Warner Bros., ancora poco convinti della strada da intraprendere. Speriamo che ne scelgano una per il bene di tutti.
Wonder Woman
Commento Finale - 50%
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La prima cosa che salta all'occhio di Wonder Woman è la bellezza disarmante di Gal Gadot, bellissima e maestosa nei panni dell'amazzone più famosa della cultura pop popolare. Non tutto scorre come dovrebbe quando deve anche recitare, oltre alle pose classiche da dea, ma in questo caso la colpa è anche di un adattamento italiano orripilante, prodotto con poca professionalità e pressapochismo. Wonder Woman non ci ha convinto, dopo i poco apprezzati Batman V Superman e Suicide Squad, la produzione ha di nuovo cambiato rotta con questo quarto film dell'universo DC, cestinando quasi del tutto il clima drammatico delle produzioni precedenti. Si è cercato di avvicinarsi sempre di più ai gusti del pubblico cinecomics, ormai completamente soggiogati dal brand made in Disney/Marvel, provando a differenziare il prodotto con allusioni sessuali continue. Ennesimo cambio di rotta per DC e Warner Bros., ancora poco convinti della strada da intraprendere. Speriamo che ne scelgano una per il bene di tutti.