Dopo il successo alla Settimana della Critica dello scorso Festival di Cannes, arriva nelle sale italiane, Una settimana e un giorno una commedia che racconta il ritorno alla vita di Eyal e Vicky, una coppia che dopo la rituale settimana di lutto della tradizione ebraica deve trovare la forza di andare avanti.
Opera prima dello sceneggiatore e regista Asaph Polonski, Una settimana e un giorno racconta in modo tragicomico di Eyal e Vicky, una normale coppia che si trova a dovere affrontare la prematura morte del figlio. Dopo la rituale settimana di lutto, tipica della tradizione ebraica per i parenti di primo grado, i due dovranno trovare la forza di andare avanti, reagendo ognuno a modo proprio: chi in modo più convenzionale, chi invece lasciandosi andare.
Partendo dalla tradizione della Shiva (elaborazione di un lutto familiare da osservare in casa per il periodo di una settimana), Asaph Polonsky, regista americano di nascita, ma cresciuto in Israele, mette in ridicolo questa usanza ma finisce allo stesso tempo, dolorosamente, per aderirvi. Nel paese simbolo per eccellenza di dolore e redenzione, dunque, si muove la vicenda senza eccessi di una famiglia normale, colta, educata, che perde il proprio figlio.
Mischiando in maniera imprevedibile toni tragici e demenziali, Una settimana e un giorno è un viaggio originale sul processo di elaborazione del lutto e sulla soggettività di reagire al dolore e alla perdita. Il film si regge soprattutto sulla recitazione – la bravura quasi straniante di Shal Avivi, il dolore esausto della madre Jenya Dodina e l’eterno perdigiorno Tomer Kapon (figlio dei vicini ed ex amico del ragazzo morto) – che risulta molto efficace e che regala momenti esilaranti e alcuni toccanti.
Nonostante un ritmo eccessivamente lento in alcuni momenti e qualche dispersione narrativa, Una settimana e un giorno è una black commedy ben riuscita in cui la disperazione di due genitori viene affrontata con risate isteriche e comportamenti bizzarri, con un’unica e semplice conclusione: non esiste nessuna ricetta per affrontare il dolore e il mondo, nonostante le perdite personali, continua comunque ad andare avanti.
Commento Finale - 68%
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Una settimana e un giorno
Mischiando in maniera imprevedibile toni tragici e demenziali, Una settimana e un giorno è un viaggio originale sul processo di elaborazione del lutto e sulla soggettività di reagire al dolore e alla perdita. Nonostante il ritmo risulti in alcuni momenti eccessivamente lento, Una settimana e un giorno è una black commedy ben riuscita in cui la disperazione di due genitori viene affrontata con risate isteriche e comportamenti bizzarri con un'unica e semplice conclusione: non esiste nessuna ricetta per affrontare il dolore e il mondo, nonostante le perdite personali, continua comunque ad andare avanti.