Il primo film in concorso del sesto giorno della 74esima edizione del Festival del cinema di Venezia a sbarcare al Lido è il terzo lungometraggio diretto da Martin McDonagh, “Three billboards outside Ebbing, Missouri”, dopo i due suoi precedenti gioielli, In Brudges e 7 psicopatici.
Three billboards outside Ebbing, Missouri, commedia nera scritta e diretta dal premio Oscar Martin McDonagh, racconta la tragica vicenda di Mildred Haynes, donna la cui figlia venne stuprata e uccisa senza che il colpevole sia stato assicurato alla giustizia. Dopo parecchi mesi che le indagini sono ferme senza nessun risultato, la signora Haynes prende una coraggiosa e insolita decisione: noleggiare tre cartelloni pubblicitari ai quali affiggere un messaggio provocatorio nei confronti del capo della polizia locale William Willoughby, scatenando quindi un continuo scontro tra lei e le forze dell’ordine.
E’ incredibile come una personalità cinematografica come Martin McDonagh, con solo tre film all’attivo (comprendendo anche quest’ultimo), sia diventato un autore così riconoscibile, dal tratto delicato con cui, destreggiandosi egregiamente nei complicati meccanismi della commedia nera, riesce a delineare le psicologie dei suoi vari personaggi e la loro continua mutevolezza.
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, trionfa ai Golden GlobeCome nei suoi prodotti precedenti, McDonagh, non fa distinzione tra bene e male, entità di cui rifiuta l’esistenza, per dedicarsi ad un materiale più complesso e sfaccettato, ovvero l’umanità, in ogni sua forma, alla quale non si possono applicare certe riduttive distinzioni.
In Three billboards outside Emming, Missouri, il dramma inscenato si fa ancora più intimo, il che gli permette di scavare maggiormente nel carattere e nella mentalità dei personaggi: agli ottimi attori coinvolti vengono quindi messi a disposizione protagonisti complicati per la loro dettagliata metamorfosi, in grado di far esternare verso il pubblico il talento recitativo di ognuno.
Woody Harrelson e Sam Rockwell, già compagni di set in 7 psicopatici, danno vita a un duetto sensazionale, incarnando entrambi le molteplici ambiguità delle forze dell’ordine, ma la mattatrice assoluta risulta Frances McDonagh, in forma smagliante, capace di rilasciare dalla sua bocca monologhi da applausi a scena aperta, veri e propri fiumi di parole che travolgono il pubblico grazie all’efficace presa che hanno su di esso.
Commento Finale - 90%
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Martin McDonagh con Three billboards outside Emming, Missouri, dà al suo pubblico un'ennesima, splendida lezione sulla costruzione di una commedia nera con tutti i crismi, nella quale emergono, grazie alla più che brillante sceneggiatura, personaggi talmente tridimensionali da riuscire a bucare lo schermo.