The Circle: il bestseller di Dave Eggers arriva al cinema con un adattamento hollywoodiano che ne traccia la via ma ne smarrisce la profondità di contenuto.
La giovane Mae Holland (Emma Watson), viene assunta come operatrice informatica all’interno di una potente azienda di telecomunicazioni. Nel breve periodo, Mae, si lascia apprezzare per il suo impegno, la sua dedizione al lavoro ma sopratutto, si rende protagonista di uno spiacevole incidente. Questo avvenimento la proietta negli altissimi livelli aziendali, tanto da portarla al fianco della classe dirigenziale. Tutto sembra procedere per il meglio e anche l’azzeramento della sua privacy non sembra pesarle, finché non si troverà coinvolta in una complicata e pericolosa situazione, nata dall’assenza di libertà e dal costante controllo.
L’intrigante inchiesta di Dave Eggers, sull’utilizzo dei social network, della tecnologia e dell’impatto che essi hanno sulla vita privata degli individui, diventa un film affascinante nelle intenzioni ma purtroppo banale nella realizzazione. Affidato alla direzione di James Ponsoldt, apprezzatissimo alla regia di The End of the Tour – Un viaggio con David Foster Wallace, e alle interpretazioni di un cast di primo livello (Tom Hanks, Emma Watson, John Boyega e Karen Gillan), “The Circle“, affronta con il piglio giusto temi di grande attualità e cerca, in modo non propriamente riuscito, di interrogarsi per trovare una risposta sull’utilizzo massivo della tecnologia. Una patinata e poco proficua analisi, con annessa lieve denuncia al potere e controllo sulle nostre vite ottenuti dalle multinazionali come Apple o Google.
Come in un cerchio, “The Circle“, cerca di legare tutti i più grandi interrogativi sull’ossessivo controllo che le grandi società informatiche, e non, hanno ottenuto sulle nostre vite grazie al nostro tacito consenso. Un dramma morale che si dimentica di diventare anche inchiesta. Passo falso inaspettato per un regista che nel recente passato si è confrontato con un mostro sacro della letteratura moderna come David Foster Wallace. Un confronto nel quale però non aveva curato la sceneggiatura come in questo caso.
Commento Finale - 50%
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L'intrigante inchiesta di Dave Eggers, sull'utilizzo dei social network, della tecnologia e dell'impatto che essi hanno sulla vita privata degli individui, diventa un film affascinante nelle intenzioni ma purtroppo banale nella realizzazione. Una patinata e poco proficua analisi, con annessa lieve denuncia al potere e controllo sulle nostre vite ottenuti dalle multinazionali come Apple o Google. Un dramma morale che si dimentica di diventare anche inchiesta. Passo falso inaspettato per un regista che nel recente passato si è confrontato con un mostro sacro della letteratura moderna come David Foster Wallace.