Siamo stati alla conferenza stampa di Suburbicon, il nuovo film di George Clooney che ha esordito nelle sale del Lido nella giornata di oggi: ad accompagnarlo nella sala conferenze ci sono stati Matt Damon (già al Festival il 30 Agosto per Downsizing), Julianne Moore e il compositore Alexander Desplat, che si è occupato pure della colonna sonora di The Shape of water, sempre in concorso qui a Venezia.
(Per George Clooney) Il copione di Suburbicon è stato scritto più di 20 anni fa, ma secondo lui la situazione presentata dal film presenta delle analogie con gli Stati Uniti di Trump
Clooney: Senz’altro, anche se il mio obiettivo principale non era fare politica con questo film, ma dell’America che non riesce ad accorgersi delle reali problematiche che dovrebbe affrontare: quando si inneggia al rendere l’America di nuovo grande (Make America great again) si trascurano alcuni gravi problemi del passato e che rimangono ancora oggi.
(Per George Clooney e Matt Damon) Come vi siete approcciati rispettivamente nello scrivere e nell’interpretare Gardner Lodge, protagonista di Suburbicon?
Clooney: La sua è una follia molta lucida, è l’antagonista, ma allo stesso tempo anche il principale comic relief del film. I problemi che rispecchiano in questo personaggio li ho vissuti negli anni 60′: l’America ha dovuto ricrescere dopo il peccato della schiavitù, ma deve evitare di cadere in errori simili.
Damon : Esso incarna perfettamente l’uomo bianco medio che ha paura di perdere i suoi privilegi per colpa delle numerose minoranze che acquisiscono sempre più potere. Il bersaglio più immediato, nemmeno a dirlo, è la comunità nera, soggetta a continui pregiudizi.
(Per Matt Damon) Cosa si prova ad interpretare per la prima volta nella sua carriera il villain della situazione?
Damon: Il fatto che un personaggio assuma il ruolo di villain o meno dipende molto dal regista in questione, poichè George ha creato una particolare variazione sul tema con il mio personaggio, rendendolo la minaccia principale.
Clooney: Questo è decisamente il personaggio più vicino al reale Matt Damon!
(Per Julianne Moore) Crede che il film punti il dito contro il sessismo, oltre che contro il razzismo?
Moore: Proprio così, infatti, ad inizio film, il mio personaggio invoglia suo figlio a fare amicizia con il figlio della famiglia dei nuovi vicini di colore proprio perchè capisce cosa sta provando, oltre a comprendere e compatire il suo stato di emarginazione.
(Per George Clooney) In Suburbicon si assiste ad una svalutazione del tema della famiglia tradizionale?
Clooney: Esattamente, poichè questa, all’apparenza confortevole, non è affatto sicura come vuole sembrare di essere, proprio come mostra questo film: le famiglie che arrivano nel quartiere di Suburbicon sembrano perfette, ma non lo sono.
(Per George Clooney) Considera questo film ottimista?
Clooney: Certo e il finale non fa che confermarlo. Io credo fermamente nella gioventù, nelle istituzioni e nella loro capacità di ribaltare la situazione attuale.
(Per George Clooney) Secondo lei la sua comicità, rispetto a quella dei Coen, co-sceneggiatori di Suburbicon, è differente nel tratteggiare i caratteri mostruosi degli antagonisti?
Clooney: Ottima osservazione e devo dire che si, il lavoro che ho provato a fare con questi personaggi è leggermente diverso: la mia volontà è che ogni personaggio a inizio film non fosse uguale a sè stesso verso l’epilogo, poichè essi sono diventati sempre più mostruosi. L’esempio principale è nel personaggio di Julliane Moore.
(Per George Clooney) Questo suo film è un tentativo di campagna promozionale per farsi candidare a presidente degli Stati Uniti nel 2020?
Damon: Credo che chiunque di voi presente in sala sarebbe un presidente migliore di lui!