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Suburbicon – “Chiunque di voi sarebbe un presidente degli Usa migliore” Venezia 74

Siamo stati alla conferenza stampa di Suburbicon, il nuovo film di George Clooney che ha esordito nelle sale del Lido nella giornata di oggi: ad accompagnarlo nella sala conferenze ci sono stati Matt Damon (già al Festival il 30 Agosto per Downsizing), Julianne Moore e il compositore Alexander Desplat, che si è occupato pure della colonna sonora di The Shape of water, sempre in concorso qui a Venezia.

(Per George Clooney) Il copione di Suburbicon è stato scritto più di 20 anni fa, ma secondo lui la situazione presentata dal film presenta delle analogie con gli Stati Uniti di Trump

Clooney: Senz’altro, anche se il mio obiettivo principale non era fare politica con questo film, ma dell’America che non riesce ad accorgersi delle reali problematiche che dovrebbe affrontare: quando si inneggia al rendere l’America di nuovo grande (Make America great again) si trascurano alcuni gravi problemi del passato e che rimangono ancora oggi.

(Per George Clooney e Matt Damon) Come vi siete approcciati rispettivamente nello scrivere e nell’interpretare Gardner Lodge, protagonista di Suburbicon?

Clooney: La sua è una follia molta lucida, è l’antagonista, ma allo stesso tempo anche il principale comic relief del film. I problemi che rispecchiano in questo personaggio li ho vissuti negli anni 60′: l’America ha dovuto ricrescere dopo il peccato della schiavitù, ma deve evitare di cadere in errori simili.

Damon : Esso incarna perfettamente l’uomo bianco medio che ha paura di perdere i suoi privilegi per colpa delle numerose minoranze che acquisiscono sempre più potere. Il bersaglio più immediato, nemmeno a dirlo, è la comunità nera, soggetta a continui pregiudizi.

(Per Matt Damon) Cosa si prova ad interpretare per la prima volta nella sua carriera il villain della situazione?

Damon: Il fatto che un personaggio assuma il ruolo di villain o meno dipende molto dal regista in questione, poichè George ha creato una particolare variazione sul tema con il mio personaggio, rendendolo la minaccia principale.

Clooney: Questo è decisamente il personaggio più vicino al reale Matt Damon!

(Per Julianne Moore) Crede che il film punti il dito contro il sessismo, oltre che contro il razzismo?

Moore: Proprio così, infatti, ad inizio film, il mio personaggio invoglia suo figlio a fare amicizia con il figlio della famiglia dei nuovi vicini di colore proprio perchè capisce cosa sta provando, oltre a comprendere e compatire il suo stato di emarginazione.

(Per George Clooney) In Suburbicon si assiste ad una svalutazione del tema della famiglia tradizionale?

Clooney: Esattamente, poichè questa, all’apparenza confortevole, non è affatto sicura come vuole sembrare di essere, proprio come mostra questo film: le famiglie che arrivano nel quartiere di Suburbicon sembrano perfette, ma non lo sono.

(Per George Clooney) Considera questo film ottimista?

Clooney: Certo e il finale non fa che confermarlo. Io credo fermamente nella gioventù, nelle istituzioni e nella loro capacità di ribaltare la situazione attuale.

(Per George Clooney) Secondo lei la sua comicità, rispetto a quella dei Coen, co-sceneggiatori di Suburbicon, è differente nel tratteggiare i caratteri mostruosi degli antagonisti?

Clooney: Ottima osservazione e devo dire che si, il lavoro che ho provato a fare con questi personaggi è leggermente diverso: la mia volontà è che ogni personaggio a inizio film non fosse uguale a sè stesso verso l’epilogo, poichè essi sono diventati sempre più mostruosi. L’esempio principale è nel personaggio di Julliane Moore.

(Per George Clooney) Questo suo film è un tentativo di campagna promozionale per farsi candidare a presidente degli Stati Uniti nel 2020?

Damon: Credo che chiunque di voi presente in sala sarebbe un presidente migliore di lui!

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