Torna la “famigerata” banda dei ricercatori in Smetto quando voglio Masterclass, secondo capitolo della trilogia, e questa volta collabora con la polizia. Una commedia ben scritta e diretta che ha il suo animo ben radicato nell’Italia dei cervelloni che faticano a trovare il loro spazio lavorativo.
Dopo il sorprendente successo di Smetto quando voglio, che gli valse ben dodici nomination ai David di Donatello del 2014, Sydney Sibilia torna dietro la macchina da presa per seguire nuovamente le avventure della banda dei ricercatori in Smetto Quando Voglio Masterclass, secondo capitolo della trilogia prevista. Capitanata dal neurobiologo Pietro Zinni (Edoardo Leo) che, dopo essere stato arrestato avrà ancora a che fare con le tanto care smart drugs ma stavolta dall’altro lato della barricata. Tra la gravidanza della compagna Giulia (Valeria Solarino) e quest’impegno preso con il nuovo ispettore Paola Coletti (Greta Scarano) che vuole a tutti i costi smantellare l’impero creato dalle smart drugs, Pietro riuscirà ad acquisire nuovi componenti per ingrandire la banda e cercherà di portare avanti entrambe le siatuazioni. Come sempre a modo suo.
Riprendendo la cifra stilistica che aveva decretato l’incredibile riuscita del primo film, riproponendo la formula “dalla teoria alla pratica” e lo stridente effetto del porre i suoi personaggi (intellettuali dal linguaggio forbito e poco pratici della vita) fuori contesto, con l’irresistibile umorismo che ne consegue, Smetto Quando Voglio Masterclass è magistralmente collegato al primo film. Parte esattamente dove il suo predecessore terminava, riprendendone le immagini e le fila con precisione chirurgica: vediamo addirittura le stesse scene, rigirate da punti di vista differenti, arricchite di dettagli in grado di unire le due pellicole in un unico e più ampio disegno.
Utilizzando un linguaggio meno comedy e decisamente più action rispetto al primo film, Sibilia riesce a coniugare gli elementi tipici del buddy movie americani con gustosi momenti di pura azione, facendo perno su una maggiore agilità dialogica e stilistica. Il ritmo è più fluido, energico, dal montaggio, all’uso importante della musica, e si allaccia decisamente a un dinamismo che tanto deve alla filmografia action e poliziesca degli anni ’70. Eppure rimane forte l’anima del “concept Smetto Quando Voglio” che mostra il dramma contemporaneo di un paese che davvero fa fatica ad accettare gli esiti imprevisti di un sistema accademico e lavorativo che non è più lineare come un tempo, ma anzi spesso nemico e pronto sempre a mostrare la sua faccia peggiore. Quindi, ci si riorganizza con comicità.
Con la evidente voglia di adeguarsi a degli standard di commedia e azione d’oltreoceano, pur rimanendo ben piantato nella realtà italiana, Smetto Quando Voglio Masterclass è un un prodotto più organico, omogeneo nella struttura e nell’andamento rispetto al suo predecessore. Un film godibile, adrenalinico e soprattutto molto divertente che non smette mai di guardare all’attualità.
Smetto Quando Voglio Masterclass
Commento Finale - 70%
70%
Smetto Quando Voglio Masterclass
Dopo il sorprendente successo di Smetto quando voglio, Sydney Sibilia torna dietro la macchina da presa per seguire nuovamente le avventure della banda dei ricercatori in Smetto Quando Voglio Masterclass, secondo capitolo della trilogia prevista. Utilizzando un linguaggio meno comedy e decisamente più action rispetto al primo film, Sibilia riesce a coniugare gli elementi tipici del buddy movie americani con gustosi momenti di pura azione, facendo perno su una maggiore agilità dialogica e stilistica. Il ritmo è più fluido, energico, dal montaggio, all’uso importante della musica, e si allaccia decisamente a un dinamismo che tanto deve alla filmografia action e poliziesca degli anni ’70.