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Sicilian Ghost Story – Recensione – Un Film di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia

A quattro anni di distanza dall’esordio, Antonio Piazza e Fabio Grassadonia  tornano a la Semaine de la Critique di Cannes con Sicilian Ghost Story, una storia di mafia rielaborata attraverso gli occhi di due adolescenti in una Sicilia fatta di laghi incantati e paesaggi bucolici.

Dopo aver vinto a Cannes il Grand Prix e il Prix Révélation quattro anni fa con il loro film d’esordio, Salvo, Antonio Piazza e Fabio Grassadonia ci riprovano con Sicilian Ghost Story, proponendo un’altra storia siciliana. In un piccolo paese ai margini di un bosco, Giuseppe, un ragazzino di tredici anni, scompare. Luna, una compagna di classe innamorata di lui, non si rassegna alla sua misteriosa sparizione. Si ribella al clima di omertà e complicità che la circondano e pur di ritrovarlo, discende nel mondo oscuro che lo ha inghiottito e che ha in un lago una misteriosa via d’accesso. Solo il loro indistruttibile amore le permetterà di tornare indietro.

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Ispirandosi alla storia reale di Giuseppe Di Matteo, ragazzino di 13 anni, siciliano, figlio dell’ex-mafioso pentito Santino Di Matteo, sequestrato nel 1993 e brutalmente ucciso 25 mesi dopo, Sicilian Ghost Story riesce a riportare sullo schermo una storia di cronaca così terrificante e atroce, senza mai tradire la sua natura ma restituendo dignità ed innocenza ad una pagina così dolorosa della nostra storia recente. Una storia che, come tante, viene consumata nel silenzio, sotto gli occhi indifferenti di tutti, mentre un Paese viene ferocemente piegato.

Meravigliose ed evocative appaiono le location che evidenziano una Sicilia bucolica, apparentemente incontaminata, dove a farla da padrone sembra essere ancora la natura benevola che si scontra, inevitabilmente, con quella umana che si dimostra invece malvagia. Utilizzando archetipici fiabeschi: la madre di Luna, gelida e anaffettiva come la matrigna di Cenerentola, oppure il cane “cerbero” a fare da guardia “all’entrata dell’inferno”, grazie anche al supporto della fotografia di Luca Bigazzi si assiste a un’interpretazione degli stessi in chiave personale e attraverso uno sguardo che permette alla storia di mantenersi in perfetto equilibrio tra realtà e fantasia e a creare un mix tra favola dark ed ambientazione onirica, capace di sollevare una “fabula” non sempre convincente.

Il mondo crudele che vivono i due ragazzini prende vita attraverso una favola gotica, dalle venature dark ma anche tremendamente romantica: in una società silente è il grido di una ragazzina che non vuole arrendersi alla realtà a farsi sentire. Proprio per questo i registi giocano non solo sulle evanescenze di presenze ed assenze, ma anche sui livelli spaziali del sottosuolo, quasi a voler trovare una radice sempre più profonda, fin nelle viscere della terra, a ciò che accade.

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Pellicola complessa, visionaria, piena di simboli e metafore, Sicilian Ghost Story spiazza per la sua trama forte e violenta, filtrata con delicatezza dagli occhi dell’innocenza. Una pellicola che vuole dar voce ai “fantasmi” della nostra società, a coloro che sono scomparsi da un giorno all’atro e sono stati dimenticati. E lo fa attraverso l’innocenza e la delicatezza di un giovane amore che non ha intenzione di arrendersi.

 

Regia: Antonio Piazza e Fabio Grassadonia Con: Julia Jedlikowska, Gaetano Fernandez, Corinne Musallari, Vincenzo Amato, Sabine Timoteo, Andrea Falzone, Federico Finocchiaro, Lorenzo Curcio, Filippo Luna, Nino Prester Anno: 2017 Durata: 122 min. Paese:Italia Distribuzione: BIM Distribuzione
A quattro anni di distanza dall’esordio, Antonio Piazza e Fabio Grassadonia  tornano a la Semaine de la Critique di Cannes con Sicilian Ghost Story, una storia di mafia rielaborata attraverso gli occhi di due adolescenti in una Sicilia fatta di laghi incantati e paesaggi bucolici. Dopo aver vinto a Cannes il Grand Prix e il Prix Révélation quattro anni fa con il loro film d'esordio, Salvo, Antonio Piazza e Fabio Grassadonia ci riprovano con Sicilian Ghost Story, proponendo un'altra storia siciliana. In un piccolo paese ai margini di un bosco, Giuseppe, un ragazzino di tredici anni, scompare. Luna, una compagna di…
Commento Finale - 70%

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Sicilian Ghost Story

Ispirandosi alla storia reale di Giuseppe Di Matteo, ragazzino di 13 anni, siciliano, figlio dell’ex-mafioso pentito Santino Di Matteo, sequestrato nel 1993 e brutalmente ucciso 25 mesi dopo, Sicilian Ghost Story riesce a riportare sullo schermo una storia di cronaca così terrificante e atroce, senza mai tradire la sua natura ma restituendo dignità ed innocenza ad una pagina così dolorosa della nostra storia recente. Pellicola complessa, visionaria, piena di simboli e metafore, Sicilian Ghost Story spiazza per la sua trama forte e violenta, filtrata con delicatezza dagli occhi dell’innocenza. Una pellicola che vuole dar voce ai "fantasmi" della nostra società, a coloro che sono scomparsi da un giorno all'atro e sono stati dimenticati. E lo fa attraverso l'innocenza e la delicatezza di un giovane amore che non ha intenzione di arrendersi.

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About Federica Rizzo

Campana doc, si laurea in Scienze delle Comunicazioni all'Università degli Studi di Salerno. Web & Social Media Marketer, appassionata di cinema, serie tv e tv, entra a far parte della famiglia DarumaView l'anno scorso e ancora resiste. Internauta curiosa e disperata, giocatrice di Pallavolo in pensione, spera sempre di fare con passione ciò che ama e di amare follemente ciò che fa.

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