Il debuttante alla regia Mark Williams dirige un Gerard Buttler in ottima forma in Quando un padre, dramma familiare che contrappone il mondo professionale, materialista e arido, del protagonista alla sua vita familiare.
Presentato in anteprima al Toronto Film Festival nel 2016 e diretto dal produttore televisivo e cinematografico Mark Williams, Quando un padre è la storia di Dane Jensen (Gerard Butler), un procacciatore di personale per le grandi aziende, che pensa che il modo migliore per prendersi cura della propria famiglia sia guadagnare più denaro possibile. Il suo lavoro lo impegna per tantissime ore e questo va a discapito del tempo da dedicare a moglie (Gretchen Mol) e soprattutto ai figli. Ma qualcosa di terribile gli farà cambiare ogni prospettiva e valore della vita. Suo figlio Ryan di 10 anni si ammala gravemente di leucemia e questo getta Dane in una crisi profonda.
Affrontando in modo completo ed esauriente il difficile rapporto tra padre e figlio, e di come il primo riesca a mettersi in discussione per un bene più importante e fondamentale, com’è quello della famiglia e l’amore per un figlio, Quando un padre risulta poco convincente nella catarsi, a tratti forzata, che viene messa in atto. Dal cinismo di un uomo disposto a tutto per avere successo alla sua svolta prevedibile: una buona azione per assicurarsi il “paradiso”.
Lo script di Bill Dubuque, già autore di film come The Judge e The Accountant, comprende temi come il lavoro, la dignità umana, la malattia, la famiglia e i sogni: troppi temi di ampie vedute e sfumature che vengono compressi per regalare valore a una pellicola che altrimenti risulterebbe fuori tempo. Non basta un cast di tutto rispetto da Gerard Butler, che sembra nato per interpretare un personaggio come Dane Jensen, che ha molte corrispondenze con la personalità esuberante e virile dell’attore scozzese, a Willem Dafoe, Alfred Molina, Gretchen Mol e Alison Brie e il buon materiale di partenza, ad aiutare un film che risulta piuttosto impersonale e dalla sceneggiatura fin troppo schematica e prevedibile. Degno di nota appare, invece, l’ottimo lavoro di ambientazione in una Chicago ben definita dalle sue avveniristiche architetture.
Pellicola drammatica accompagnata da uno sviluppo vacuo, Quando un padre affronta la malattia, e le sue conseguenze, con superficialità e poco realismo. Il senso del film può essere racchiuso nella frase che pronuncia il piccolo protagonista: “Non fate piccoli progetti perché non hanno la magia di scaldare il cuore degli uomini”.
Commento Finale - 60%
60%
Quando un padre
Affrontando in modo completo ed esauriente il difficile rapporto tra padre e figlio, e di come il primo riesca a mettersi in discussione per un bene più importante e fondamentale, com'è quello della famiglia e l'amore per un figlio, Quando un padre risulta poco convincente nella catarsi, a tratti forzata, che viene messa in atto. Dal cinismo di un uomo disposto a tutto per avere successo alla sua svolta prevedibile: una buona azione per assicurarsi il “paradiso”. Non basta un cast di tutto rispetto da Gerard Butler a a Willem Dafoe e Alfred Molina e il buon materiale di partenza, ad aiutare un film che risulta piuttosto impersonale e dalla sceneggiatura fin troppo schematica e prevedibile. Degno di nota appare, invece, l'ottimo lavoro di ambientazione in una Chicago ben definita dalle sue avveniristiche architetture.