Dopo 11 donne a Parigi, Audrey Dana torna dietro alla macchina da presa con Qualcosa di troppo (Si j’etais un homme), nuova pellicola al femminile in cui Jeanne, questo è il nome della nostra protagonista, deve vedersela con una situazione a dir poco singolare.
Opera seconda dell’attrice e regista francese Audrey Dana, Qualcosa di troppo (Si j’etais un homme) sfruttando l’idea di poter vivere nei panni dell’altro sesso, ha come protagonista Jeanne (Audrey Dana) che si è appena lasciata con il marito e odia Merlin (Eric Elmosnino), il collega con cui è costretta a lavorare. Tutto sembra andarle storto, ma per fortuna c’è Marcelle (Alice Belaidi), vicina di casa e sua confidente. Esasperata, una sera Jeanne spiega all’amica quanto sarebbe stata più semplice la sua vita se fosse nata uomo. La mattina, dopo un tremendo temporale, si sveglia con… qualcosa in più!
Rientrando nel filone della switch comedy, commedie in cui i protagonisti si ritrovano senza volerlo nel corpo di qualcuno appartenente al sesso opposto, Qualcosa di troppo affronta problemi attuali senza peli sulla lingua. E’ la storia di una donna che impara ad accettarsi per ciò che è, pur essendo qualcosa di “diverso” dalla “normalità”. Le tematiche di questo film sono attuali e profonde: Jeanne si veste da uomo e si atteggia come tale, imitando chi le sta attorno, alla ricerca della sua nuova identità. Inizialmente disperata ed impaurita, alla fine del film imparerà ad accettarsi, dopo un percorso difficile in cui è l’amore a guidarla.
Cercando un differente equilibrio tra maschile e femminile nel subdolo e raffinato paesaggio della commedia borghese francese e adulta, l’opera scorre via veloce e non annoia avendo come punto di forza nelle prove attoriali, prima fra tutte quella di Christian Clavier, spontaneo e simpaticissimo ginecologo nella sua costante voglia di spiegare il fenomeno e di evitare le volgarità gratuite delle due amiche protagoniste, pur cadendo lui stesso in facili doppi sensi (esilarante la scena in cui, tra voce stridula e acqua in faccia, vede per la prima volta il fallo). Il suo personaggio è la parte razionale nell’assoluto irrazionale, la vera chiave comica del film, capace di tenerne salde le redini così da non farlo mai scivolare nell’eccesso.
Commedia d’equivoci divertente e deliziosa, in cui il personaggio “transgender” coniuga sfregio femminista e stereotipi fallici dementi, con un senso del comico che sa di retorica dell’antiretorica dei sessi, Qualcosa di troppo riesce a regalare molte risate, per poi acquietarsi nel finale e sfociando in una classica commedia romantica.
Commento Finale - 70%
70%
Qualcosa di troppo
Rientrando nel filone della switch comedy, commedie in cui i protagonisti si ritrovano senza volerlo nel corpo di qualcuno appartenente al sesso opposto, Qualcosa di troppo affronta problemi attuali senza peli sulla lingua. E’ la storia di una donna che impara ad accettarsi per ciò che è, pur essendo qualcosa di “diverso” dalla “normalità”. L'opera scorre via veloce e non annoia avendo come punto di forza nelle prove attoriali, prima fra tutte quella di Christian Clavier, spontaneo e simpaticissimo ginecologo nella sua costante voglia di spiegare il fenomeno e di evitare le volgarità gratuite delle due amiche protagoniste.