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Outrage Coda – Recensione – Un Film di Takeshi Kitano (Venezia 74)

Come degna conclusione della trilogia Outrage, e della 74esima edizione del Festival del cinema di Venezia, Takeshi Kitano, tra i più iconici e idolatrati registi giapponesi, ha mostrato al pubblico e alla stampa di Venezia 74 il suo Outrage Coda.

In Outrage Coda, Kitano chiude il cerchio aperto con il primo Outrage. L’ex-boss della Yakuza, Otomo, sopravvissuto cinque anni prima al violento scontro tra le famiglie rivali e criminali Sanno e Hanabishi e ora dipendente per il faccendiere noto come Signor Chang in Corea del Sud, è costretto a recarsi nuovamente in Giappone in seguito a un incidente di minore importanza che ha scatenato una vera e propria guerra tra la Chang Enterprises e la famiglia Hanabishi.

L’obiettivo di Beat Takeshi con Outrage Coda non è ovviamente quello di distaccarsi dall’idea proposta nei capitoli precedenti, ovvero raccontare e descrivere la Yakuza, una tradizionale organizzazione criminale giapponese, dall’interno, immergendo lo spettatore in questa realtà dove la confusione regna sovrana.

Infatti il pubblico, a un primo approccio con questa tipologia di prodotto, rimane altamente destabilizzato dal gran numero di personalità che Kitano si diverte a introdurre per sovraccaricare la scena, causando volutamente lo stato psicologico in precedenza citato.

Tuttavia, è proprio in questo dettaglio che risiede la folgorante potenza di Outrage Coda, così come di molti componenti della filmografia propria del regista nipponico: l’equilibrio con il quale propone la contemporaneità in chiave caricaturale, senza però scendere nel ridicolo, si condensa in una godibilissima fiera dell’irrealismo con lo scopo di avvertire il pubblico ignaro riguardo queste spirali di violenza che continuano ad innescarsi in Giappone ancora oggi.

In questo ultimo capitolo della saga Outrage, non solo l’occhio di Kitano sull’azione risulta rinvigorito, soprattutto per quanto concerne sequenze più massacranti nel loro spettacolarizzare la violenza, rispetto ai suoi ultimi meno riusciti lavori, ma anche la sua interpretazione di Otomo appare più sentita rispetto al passato, quasi simboleggiasse un canto del cigno e un malinconico addio per il gangster fuori moda incarnato da Beat Takeshi, ancora più impegnato nello sguazzare tra lo squallore della società del Sol Levante attuale.

Decisamente apprezzabile, inoltre, come viene proposta la tematica del suicidio, ricorrente nella filmografia di Kitano, inscenata seguendo l’ideologia della dottrina stoica, ovvero considerando tale estrema decisione come una scelta moralmente comprensibile e attuabile, all’interno di un mondo ormai ricolmo di vendetta e conti da saldare col sangue.

Regia: Takeshi Kitano Con: Takeshi Kitano, Toshiyuki Nishida, Nadaka Tatsuo, Ken Mitsuishi, Hakuryû, Ikuji Nakamura, Sansei Shiomi, Yutaka Matsushige, Hiroyuki Ikeuchi, Nao Ohmori Anno: 2017 Durata: 104 Min Paese: Giappone
Come degna conclusione della trilogia Outrage, e della 74esima edizione del Festival del cinema di Venezia, Takeshi Kitano, tra i più iconici e idolatrati registi giapponesi, ha mostrato al pubblico e alla stampa di Venezia 74 il suo Outrage Coda. In Outrage Coda, Kitano chiude il cerchio aperto con il primo Outrage. L'ex-boss della Yakuza, Otomo, sopravvissuto cinque anni prima al violento scontro tra le famiglie rivali e criminali Sanno e Hanabishi e ora dipendente per il faccendiere noto come Signor Chang in Corea del Sud, è costretto a recarsi nuovamente in Giappone in seguito a un incidente di minore importanza che…
Commento Finale - 90%

90%

Con Outrage Coda, epilogo dell'omonima trilogia, Kitano regala al pubblico un sentito trattato sociale, capace di raccontare tanto della situazione attuale delle tensioni causate dalla Yakuza, quanto della psicologia del suo stesso autore, di cui Otomo ne incarna perfettamente gli ideali.

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