Director Takeshi Kitano poses for portraits for the film "Outrage Coda" at the 74th edition of the Venice Film Festival in Venice, Italy, Friday, Sept. 8, 2017. (AP Photo/Domenico Stinellis)
Home / CINEMA / Outrage Coda – Abbiamo incontrato Kitano “Venezia nel 1997 mi ha salvato la carriera” – Venezia 74

Outrage Coda – Abbiamo incontrato Kitano “Venezia nel 1997 mi ha salvato la carriera” – Venezia 74

Abbiamo incontrato il regista Takeshi Kitano e il produttore Masayuki Mori a Venezia durante la presentazione di Outrage Coda, l’ultimo film della saga Outrage che ha chiuso la 74esima edizione della Mostra del cinema di Venezia. 

Con la saga di Outrage ha sempre portato sullo schermo la figura del gangster fuori moda, quindi com’è cambiato il gangster nel panorama cinematografico?

Kitano: Ci sono film che trattano queste figure in modo tale da trascurarne la psicologia: nei miei film sulla Yakuza, se si eliminano le armi da fuoco, descrivono aspetti della società attuali. Pur sembrando i personaggi di questo universo appartenenti ad un’altra epoca storica, rappresentano elementi di modernità tipici del Giappone attuale.

Come si pone riguardo al mettere in scena la violenza all’interno dei suoi film?

Kitano: Inizialmente propongo una violenza reale (di tipologia kabooki), ma non era ciò che volevo mettere in scena: personalmente, mi interessava proporre una commistione tra realtà ed elementi di finzione.

Ci sono dei riferimenti al film Hana-Bi in questo Outrage Coda?

Kitano: In questi due miei film tratto tipologie di Yakuza diverse, visto che in Giappone ne esistono molte, anche se tutt’ora queste organizzazioni sono diminuite come numero. In Outrage Coda ho voluto rappresentare la classe sociale più bassa della città di Tokyo, ma in entrambi i casi si parla principalmente dell’umanità dei personaggi.

Oltre alla violenza, ci sono altri messaggi che lei ritiene essenziali da mettere in scena?

Kitano: Spero che dai miei lavori non traspaia solamente l’intento di realizzare sequenze di violenza, poichè il mi obiettivo è anche quello di inserire all’interno del prodotto anche elementi più umani, oltre che puntare a raccontare il marcio delle aziende che hanno sede in Giappone, che contengono e nascondono parecchi elementi oscuri.

Quali sono i suoi prossimi progetti, se le è possibile rivelarlo?

Kitano: Il 20 di Settembre uscirà in Giappone un mio romanzo d’amore, di cui si potrebbe discutere la possibilità di produrne una trasposizione cinematografica: in quel caso sarei felice di occuparmene personalmente, poiché il processo lavorativo procederebbe senza i numerosi divari causati dal fatto che scrittore dell’opera originale e sceneggiatore del film da essa tratto sono persone diverse.

(Domanda a Masayuki Mori): Come trova il suo rapporto lavorativo con Takeshi Kitano, ne è soddisfatto?

Mori: Assolutamente, non potrei desiderare di meglio! Beat Takeshi è un maestro che a 70 anni riesce ancora a sperimentare e a creare sempre prodotti diversi. Inoltre, egli non reagisce mai negativamente o rifiuta a priori proposte e decisione fatte dalla produzione, rendendo il set un luogo dove è facile comunicare con il regista.

Qual’è il suo rapporto con la città di Venezia, che nel 1997 le ha permesso di vincere il Leone d’oro con il già citato Hana-Bi?

Kitano: La mia filmografia prima di Hana-Bi non era molto considerata in Giappone, paese nel quale venivo ritenuto buono solamente come stand-up comedian e risultavo finito invece come regista. Il Leone d’oro mi ha permesso di rialzarmi in un lampo e di superare quel triste periodo. Credo proprio che Venezia nel 1997 mi abbia salvato la carriera.

Come mai in Outrage Coda la musica risulta molto più assente rispetto ad altri lavori presenti nella sua filmografia?

Kitano: Può sembrare brutto da dire in questo modo, ma ho chiesto espressamente al compositore Keiichi Suzuki di non creare una colonna sonora che ricordi le immagini del film solo grazie ad essa, ovvero ho voluto inserire una musica prettamente d’accompagnamento alle sequenze del film.

Ha conoscenze con dei veri esponenti della criminalità Yakuza?

Kitano: (ridendo e indicando Mori): Lo Yakuza più pericoloso che conosco è qui a fianco a me!

About Davide Colli

"We are like the dreamer, who dreams and live inside the dream...but who is the dreamer?"

Guarda anche

renzo-rubino-intervista-copertina

Renzo Rubino – Confidenze di un cantautore – Intervista

Renzo Rubino: “Quando è tornata la mia musica” Metti una sera a casa di Alice, …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.