Maccio Capatonda torna al cinema con Omicidio All’Italiana, secondo film che lo vede non solo protagonista, ma anche regista di una commedia nera che riesce a raccontare, in modo divertente, una società sempre più ammaliata dal macabro e dalla spettacolarizzazione delle tragedie.
Dopo il successo del suo primo film Italiano Medio, Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, autore di celebri opere del web quali “Padre Maronno” e “Mariottide”, torna sul grande schermo con Omicidio all’italiana per raccontare la macabra morbosità della gente riguardo gli omicidi nel nostro paese. Capatonda, questa volta, costruisce il paesino di Acitrullo, popolato da sedici anime dall’età media di 70 anni. Una notte come un’altra, la Contessa Ugalda Martiro In Cazzati muore vittima di soffocamento. A Piero Peluria, sindaco del paese, viene in mente di usufruire della morte della Contessa per costruire un caso mediatico grazie alla trasmissione televisiva Chi l’Acciso e di attirare sul posto centinaia di visitatori.
Ispirandosi a fatti di cronaca realmente accaduti e volendo condannare, con il suo umorismo demenziale, l’atteggiamento di morbosa curiosità che spinge gli italiani ad aggirarsi come avvoltoi intorno al delitto dell’ultima ora, Omicidio all’italiana punta il dito contro una società cinica e apatica nei confronti delle tragedia quotidiane, capace di osservare la realtà come se fosse all’interno di una serie televisiva, senza empatizzare con la tragedia, con la foga di scoprire chi sia l’assassino.
Il film brilla per la vis delle scene comiche ma anche per la costruzione del racconto, che non è stata minimamente lasciata in secondo piano, aspetto che sottolinea l’attenzione del suo autore alla totalità della struttura del suo film. Le invenzione visive, complice la strizzatina d’occhio ai generi del thriller e dell’horror, sono suggestive e quelle linguistiche, come sempre nel caso di Capatonda, sono il terreno migliore in cui l’attore e sceneggiatore dimostra la propria verve creativa.
Così Sabrina Ferilli diventa credibilissima nei panni della spietata Spruzzone, un misto tra Barbara D’Urso e Roberta Bruzzone, che conduce una versione di Chi l’ha visto? (Chi l’Acciso?) con il televoto dove intervengono poliziotti in cerca di gloria e politici romani che somigliano tanto ad alcuni personaggi delle giunte capitoline. In un puzzle perfettamente scritto si ritrovano dunque tutti i bersagli dell’ironia italiana che tra contraddizioni e complicità non possono non far ridere. Il modo in cui sono trattati è ovviamente quello tipico di Capatonda che è sempre lì in bilico tra l’eccessivo e la genialità.
Senz’altro divertente, ma scontando un taglio più lungo di quello nel quale Capatonda ha sempre espresso al meglio la propria creatività, Omicidio all’italiana non teme di calcare la mano, anche a costo di rendere eccessive le macchiette messe in scena, e non manca di onestà e di impegno. La sua grande intuizione sta nella rappresentazione del rapporto tra tv e società: non è la televisione a cibarsi della realtà ma è quest’ultima a cibarsi della televisione per il proprio sostentamento, per esistere.
Commento Finale - 68%
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Omicidio all'italiana
Dopo il successo del suo primo film Italiano Medio, Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, autore di celebri opere del web quali "Padre Maronno" e "Mariottide", torna sul grande schermo con Omicidio all'italiana per raccontare la macabra morbosità della gente riguardo gli omicidi nel nostro paese. Il film brilla per la vis delle scene comiche ma anche per la costruzione del racconto, che non è stata minimamente lasciata in secondo piano, aspetto che sottolinea l'attenzione del suo autore alla totalità della struttura del suo film. Senz'altro divertente, ma scontando un taglio più lungo di quello nel quale Capatonda ha sempre espresso al meglio la propria creatività, Omicidio all'italiana non teme di calcare la mano, anche a costo di rendere eccessive le macchiette messe in scena, e non manca di onestà e di impegno.