Una serata all’insegna punk californiano nella torrida estate romana
Anche quest’anno la rassegna sonora del Postepay Sound Rock In Roma è giunta al termine regalandoci una ultima ventata di scanzonata freschezza con un concerto a tre che ha visto la presenza, all’ormai celeberrimo Ippodromo delle Capannelle, dei Millencolin, dei Pennywise e di una delle più famose band di punk californiano The Offspring. Purtroppo per noi gli impegni stampa ravvicinati non ci hanno permesso di prendere parte al concerto dall’inizio del quale ci siamo persi completamente l’esibizione dei Millencolin e più della metà dei sempre verdi Pennywise. Questo non ci ha comunque impedito di notare la strana decisione dell’organizzazione di dimezzare il volume per quelli che, nonostante l’ottima carriera alle spalle, erano considerati i gruppi spalla. Una pratica fastidiosa che purtroppo si ripete spesso e non solo in questa manifestazione. Ma torniamo alle star della serata i The Offspring.

La band californiana ha concesso circa un’ora di spettacolo riuscendo però a trascinare la nostalgica folla di trenta/quarantenni (persino con figlioli al seguito) nell’immancabile pogo collettivo grazie ad un ritmo sostenuto ed a una scaletta ben calibrata. Dexter Holland e soci, pur concedendosi aiutini vari tra cui varie basi e alcuni cori preregistrati, hanno regalato alla platea romana un’ora godereccia di puro divertimento. Fra le varie hit suonate (You’re Gonna Go Far, Kid, All I Want, Half-Truism e Come Out And Play, What Happened To You, Bad Habit, Gone Away, Pretty Fly (For A White Guy) e The Kids Aren’t Alright, Americana e Self Esteem) la band si è dilettata una cover di Seven Nation Army dei White Stripes che ha infiammato la platea romana che inevitabilmente associa il pezzo ai mondiali di calcio del 2006. Da segnalare l’assenza del chitarrista storico Kevin “Noodles” Wasserman.
Una serata di sollazzo, seppur forse troppo pettinato e leggermente in sovrappeso, che inevitabilmente ci ha fatto tornare tutti adolescenti quando su MTV Smash, che rimane l’album più riuscito della band trentennale, andava a ruota.