Presentato a Venezia 74, la nuova “fatica” di Darren Aronofsky, Mother!, raccoglie al suo interno, attraverso una forte impronta metaforica, tutti i mali che compongono la società, in un’opera horror forse troppo ambiziosa.
Uno scrittore (Javier Bardem) e la sua giovane moglie (Jennifer Lawrence) vivono da soli in una grande casa vittoriana del paese. Un giorno, uno strano uomo (Ed Harris) e poco dopo sua moglie (Michelle Pfeiffer) si trovano davanti alla loro porta e lo scrittore li invita con entusiasmo a entrare nella loro casa. Ma quando i figli della coppia (Domhnall & Brian Gleeson) arrivano a sorpresa, la tensione in casa cresce, portando a un tragico evento. Ispirandosi a l’incidente accaduto quel giorno, lo scrittore scrive un libro che gli conferisce grande fama rendendolo oggetto di culto. Sua moglie, adesso incinta, si confronterà con schiere di fan spesso aggressivi, che si riveleranno una minaccia imprevedibile.
Cosa funziona in Mother!
Attraverso una grande e nemmeno tanta velata metafora Aronofsky racconta una storia che altro non è che la storia del mondo, vista dal punto di vista di un creatore, interpretato da Javier Bardem. Aronofsky adotta uno stile claustrofobico modellato sull’animo della sua protagonista in una prima parte tesa, ansiogena, dove la coppia Harris/Pfeiffer (magnetica e bellissima), occupa il centro del campo visivo cercando di relegare sempre più ai margini la protagonista. Grande regia, da rimanere a bocca aperta.
Perché non guardare Mother!
Le premesse interessanti e stimolanti lasciano ben presto il posto a scene scoordinate e ridondanti, un’opera allucinata in cui si alternano momenti di stasi apparente a frenetiche sequenze di delirante aggressività, in cui le pulsioni primordiali, spingono il film verso i territori di una sacralità violentata in nome della pura finzione artistica. Il risultato è, dunque, un incubo claustrofobico e angosciante sulla circolarità del Male, che però affonda le proprie radici in un materiale narrativo discontinuo e calibrato con molta imprecisione. La sovrabbondanza di elementi, che rendono solo più confuso lo spettatore disperdono la bellezza accumulata inizialmente, mentre inizia una vera e propria distruzione delle pareti della casa e della tenuta narrativa e mentre elementi splatter irrompono disturbanti senza nessun motivo apparente.
Ragionando sul più basilare degli amori tragici e su altri temi universali come il sacrificio, la dedizione, l’ispirazione, l’ossessione, il fanatismo e la creazione artistica e umana, Mother! è un messaggio disperato di cambiamento, la rabbia di un’entità superiore, quella madre generatrice, che vede i suoi figli uccidersi per un nulla. Disturbante, complesso, violento, l’ultima fatica di Aronofsky potrà non piacere a molti, ma sicuramente non passerà inosservato, suscitando non poche discussioni e ipotesi dopo averlo visto.