Kenneth Lonergan scrive e dirige “Manchester by the Sea”, film presentato alla undicesima Festa del Cinema di Roma. Casey Affleck è il protagonista di un intensa e tragica storia familiare, che in seguito ad un lutto, lo vede costretto ad occuparsi di suo nipote.
Lee Chandler è un tuttofare di Boston che, in seguito alla morte di suo fratello Joe, è costretto a tornare nel vicino paese di Manchester nel quale vive suo nipote e del quale è stato inaspettatamente dichiarato tutore. Il carattere schivo di entrambi rende la convivenza difficile. Attraverso continui flashback, veniamo a conoscenza degli eventi che hanno portato Lee lontano dalla sua città natale: una catastrofe che ha coinvolto la sua famiglia e ha logorato il rapporto con la moglie, rendendolo schivo a nuovi rapporti.
“Manchester by the Sea” è un film che contiene in se un mondo di emozioni. Catartico in tutti i sensi, si ride e si piange, passando con disinvoltura da un’emozione all’altra e rendendo l’azione sempre carica di momenti di spessore. La trama è fortemente drammatica, l’evento scatenante è straziante ma la scrittura brillante e sarcastica rendono ogni altra scena ricca di umorismo e ironia.
Casey Affleck è la vera rivelazione di questo film, con un’interpretazione perfetta in ogni sua sfaccettatura. Lee non è un personaggio: attraverso il suo attore diventa una persona completa, magistralmente ritratta, il quale carattere schivo e apparentemente poco piacevole, conquista immediatamente attenzione ed empatia. Il background e i difetti lo rendono umano a tutti gli effetti e Affleck è così calato nella parte che con un minimo sforzo espressivo, rende vibranti le battute asciutte del suo personaggio. Un’interpretazione che è difficile ignorare e che probabilmente vedrà riconoscimenti e soddisfazioni nella stagione delle premiazioni.
Non sono meno brillanti i personaggi secondari che, grazie ad una sceneggiatura solida e ben costruita, donano carattere e spessore alla trama. Nonostante gli eventi palesemente drammatici e il carattere poco piacevole del protagonista, tutte le figure che lo circondano creano una rete di umorismo e sarcasmo mai invadente ma sempre piacevole e leggero. Altra figura che spicca è quella del giovane co-protagonista Lucas Hedges (interprete di Patrick Chandler), caustico almeno quando il personaggio di Affleck, e altrettanto carismatico. I due insieme formano una coppia carica di tensione, di chimica e di emozioni represse, che sfociano in dialoghi emozionanti o esilaranti.
Il montaggio si rivela un punto forte di “Manchester by the Sea”, che, come ha rivelato il regista nella conferenza che ha seguito la proiezione, era già stato progettato in fase di scrittura. La timeline è frammentata tra presente e passato, intrecciando eventi e lasciando inizialmente allo spettatore il compito di distinguere le diverse linee temporali. L’evento chiave del film è infatti raccontato attraverso un flashback, che tarda ad arrivare e si mostra a metà del film. Tramite un montaggio intelligente, la tensione cresce gradualmente, arrivando fino al punto di rottura, che, aiutato da musica e interpretazioni, esplode in scene di forte carica emotiva, che paralizza lo spettatore. La suspace è brillantemente gestita e non fa che aggiungere valore alla porzione di film che precede il momento catartico. Il background del protagonista e le sue sofferenze non sono mostrate da subito, lasciando da parte la pena che si potrebbe provare nel suoi confronti, e facendo sì che sia possibile formulare un’opinione di suo conto senza pregiudizi.
Un capolavoro indipendente, un film che come pochi riesce ad esplorare una così vasta gamma di emozioni, senza mai risultare banale o pietoso. “Manchester by the Sea” è sicuramente un esempio di grande scrittura, che con una regia poco invadente e che si limita strettamente alla direzione degli attori, porta gli spettatori nella vita di una famiglia di eccezionale carisma, dalla quale è difficile staccarsi una volta finito il film.
Commento Finale - 90%
90%
Un film che merita di essere visto, brillantemente costruito e scritto. I dialoghi sono piacevoli e spesso divertenti, senza cercare di esserlo. Nonostante la drammaticità della trama, non si rivela un film triste, anzi, è carico di umorismo e sarcasmo. I personaggi sono quello che veramente rende la pellicola un pezzo unico: anche i più insignificanti sono scritti con cura e ben identificabili. Casey Affleck è indimenticabile in una performance senza difetti, che rende incredibilmente umano e vero il suo personaggio, senza virtuosismi o espressività invadente. Un piccolo capolavoro.