Los Adioses è il film di Natalia Beristain, lungometraggio biopic incentrato sulla travagliata vita della scrittrice messicana Rosario Castellanos. Donna indipendente, moderna, coraggiosa e caparbia, la Castellanos è diventata un simbolo per le donne ma prima ancora per tutti gli artisti messicani del secondo dopoguerra, inaugurando quella (felice) stagione letteraria che ha portato ad un nuovo rinascimento nel mondo culturale del Messico stesso.
Il biopic atipico di Natalia Beristáin segue la vita di Rosario presentandola, innanzitutto, come una studentessa introversa lontana dal proprio tempo, immersa nel suo mondo popolato da parole e letteratura. La sua insofferenza nei confronti della società, dominata e gestita da uomini che avevano il completo potere decisionale sulle donne, l’ha spinta a trasformarsi in una figura chiave del circuito culturale dell’epoca e un simbolo del movimento femminista latinoamericano. La travagliata storia d’amore con Ricardo Guerra, complice, marito e agli albori collega, svela però il suo lato più intimo e fragile, lontano dalle battaglie e dalle lotte per l’emancipazione femminile.
Cosa funziona in Los Adioses
Il frammento, la discontinuità, sembrano essere le costanti della poetica d’autore di questa regista: Los Adioses si delinea, quindi, come un biopic atipico, figlio diretto delle concezioni post-moderniste su spazio e tempo. Queste due variabili si inseguono fino a rincorrersi in modo forsennato, alternando il passato prossimo a quello remoto per poi tornare al presente e forse gettare uno sguardo su un futuro, un futuro che però per noi spettatori è già purtroppo passato.
Il ritratto, da donna a donna, che la Beristain fa della Castellanos in Los Adioses per quanto romanzato è sincero, delicato, post-moderno; la regia contraddistinta dalla fotografia calda e accogliente trascina lo spettatore nel cuore pulsante della storia, alternando poesia a dialoghi e silenzi, inquadrature ampie a dettagli angusti: il demone scorre sotto la pelle, e si nutre dei buoni principi che animano certe, pur se nobili, ideologie.
Perché non vedere Los Adioses
Come molti biopic di genere, anche Los Adioses non brilla particolarmente sul piano dell’innovazione visiva e stilistica: il punto di forza di questo tipo di narrazione risiede nel cuore della storia, nell’impatto del racconto di vite larger than life itself. Il film della Beristain non sfugge a questa equazione, collocandosi così nel libo tra le innumerevoli opere fictional ispirate a storie di vita vere e i modelli più recenti del nuovo cinema sudamericano, con il quale condivide colori, sfumature, atmosfere e ritmo.
E proprio a tal proposito, è innegabile una certa lentezza nel ritmo, una scansione particolarmente dilatata dei tempi del racconto audiovisivo erede delle scelte formali attuate dalla regista, improntata verso un viaggio di “andata e ritorno” dal passato prossimo al presente imperfetto.