Presentato nella sezione Panorama Italia di Alice nella città all’ultima Festa del Cinema di Roma, L’età imperfetta, opera prima di Ulisse Lendaro, è un riuscitissimo thriller psicologico che racconta l’adolescenza come periodo di scoperta e di incertezza.
In una tranquilla città del Nord Italia, vive Camilla (Marina Occhionero) una diciassettenne come tante e come tante un pò speciale. Ha ottimi voti a scuola, un rapporto conflittuale con la sorellina Francesca e un sogno, che sua madre non capisce, suo padre invece sì. Camilla vuole diventare una ballerina di danza classica e l’audizione, che di lì a poco deve tenere per entrare in un’importante accademia, è una grande occasione. Nella sua vita però – prepotente come un vento estivo – entra Sara (Paola Calliari), anche lei aspirante ballerina. Sara ha diciotto anni appena compiuti, un padre benestante e una madre assente; è carismatica e sensuale. Tra conturbanti slanci d’affetto, crisi, decisioni, dirimenti e colpi di scena, il loro rapporto prenderà strade imprevedibili, segnando per sempre la vita di Camilla.
Cosa funziona ne L’età Imperfetta
Per il suo esordio alla regia, Ulisse Lendaro, sceglie puntare il suo obiettivo sull’universo femminile con un rapporto tra sorelle e amiche, fra tenerezze amorose e rivalità. L’adolescenza, il momento della scoperta e dei conflitti. Quando crediamo di conoscere i caratteri delle due protagoniste, Sara e Camilla, confonde le acque, le intorbida, riuscendo a creare personaggi poliedrici e realistici, dando alla storia una svolta inaspettata e lasciandoci confusi e smarriti.
La macchinazione, l’intrigo inizia dentro una Scuola di danza, evitando il clichè dell’istituto severo e dalle insegnanti inflessibili ed insopportabili nella loro veste di severità, una scelta non scevra di rischio, e va ramificandosi all’interno delle vicende personali delle protagoniste, nuclei familiari con maggiori o minori punti di conflitto, crescita condizionata dall’assenza, insicurezza da mancanza di fiducia imputabile ad una presenza ingombrante. Tutto nel film sembra camminare su questo doppio binario destinato ad incrociarsi ed a provocare scintille.
Perché non guardare L’età Imperfetta
Facile il riferimento al Cigno Nero per ambientazione e clima, ma il film di Lendaro riesce ad essere perfettamente e consciamente italiano pur raccontando conflitti e sentimenti già abbondantemente esplorati in precedenza.
La consapevole e convincente regia di Ulisse Lendaro che riesce senza troppi orpelli e con un buon cinismo ed eleganza a raccontare l’adolescenza delle due ragazze, la buona sceneggiatura di Cosimo Calamini che inquadra bene il contesto sociale ed educativo delle due protagoniste e l’ottima interpretazione di Marina Occhionero e Paola Calliari, rendono L’età Imperfetta un’opera prima credibile e onesta, come non sempre si vede nel cinema italiano.