La vita della pittoresca e frenetica compagnia teatrale itinerante Davai Théatre è la protagonista di Les Ogres, secondo film della regista Léa Fehner che mescola all’autobiografismo l’avventura di un teatro viaggiante.
Premiato dal pubblico sia all’International Film Festival di Rotterdam che alla Mostra del nuovo cinema di Pesaro, Les Ogres, opera seconda della talentuosa regista francese Léa Fehner, racconta la vita di una compagnia di teatro itinerante, che rappresenta sotto un tendone un adattamento de L’Orso di Cechov. Sono “degli orchi”, dei giganti e ne hanno mangiato di teatro e di chilometri. Ma l’imminente arrivo di un bambino e il ritorno di un ex amante faranno rivivere le ferite che si pensava fossero ormai rimarginate.
Les Ogres ha l’impatto di uno spettacolo circense. È vorticoso, ma nel suo caos è possibile riscontrare un accenno di ordine deformato. È lussureggiante, eccessivo e trascina lo spettatore in un vortice forsennato e colorato, un continuo girovagare che dovrebbe metaforicamente restituire la frenesia della vita. La vita nomade di Francois e dei suoi attori, viene restituita in una dimensione sporca e imperfetta ma coerente e credibile nel suo essere perennemente in balia di qualsiasi imprevisto, moto d’animo e impercettibile mutamento. Potente e malinconico, vitale e doloroso, trasgressivo e intimo, Les ogres è un vero e proprio spettacolo nel quale sono chiamati a recitare attori meravigliosi che si mescolano ai veri genitori della regista (che da vent’anni lavorano nell’Agit Theatre), alla sorella e ai suoi piccoli figli.
Tutte le generazioni si mescolano. I bambini formano un insieme selvaggio e libero, i giovani adulti hanno a che fare con il loro desiderio di responsabilità. E questo per non parlare dei padri che hanno molti limiti e prendono tutto il centro della scena, delle madri che sono a loro volta sublimi o sottomesse. Ci si ama e ci si fa del male. E’ forse questa la grande bellezza e il grande dolore delle famiglie: amarsi e non sapere fare altrimenti che farsi del male. Una famiglia questa che viene scelta, con cui ci s’incontra e con cui si lavora. Alla base dello spirito della troupe c’è un’utopia collettiva che va al di là del quadro di famiglia, che solleva la questione dell’amore nel senso più ampio. Un film corale in cui la camera danza letteralmente intorno ai personaggi, dando ad ognuno un tratto riconoscibile, visibile in tutte le inquadrature. L’autrice resta addosso ai suoi protagonisti, li fa parlare, muovere, sbagliare. Un piccolo microcosmo imperfetto, sempre in bilico tra l’odio e l’amore.
Fondendo a meraviglia generazioni e desideri, utopie collettive e crudeltà sentimentali, legami di sangue e famiglie allargate, Les Ogres è un film gioioso e solare, crudo, insolente e duro con protagonisti uomini e donne che aboliscono il confine tra teatro e vita per vivere in maniera più radicale. Una vera e propria carovana sentimentale nella quale se non tutto sarà andato come si voleva almeno lo si sarà vissuto secondo le proprie regole.
Les Ogres
Commento finale - 73%
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Premiato dal pubblico sia all’International Film Festival di Rotterdam che alla Mostra del nuovo cinema di Pesaro, Les Ogres, opera seconda della talentuosa regista francese Léa Fehner, racconta la vita di una compagnia di teatro itinerante, che rappresenta sotto un tendone un adattamento de L’Orso di Cechov. Fondendo a meraviglia generazioni e desideri, utopie collettive e crudeltà sentimentali, legami di sangue e famiglie allargate, Les Ogres è un film gioioso e solare, crudo, insolente e duro con protagonisti uomini e donne che aboliscono il confine tra teatro e vita per vivere in maniera più radicale. Una vera e propria carovana sentimentale nella quale se non tutto sarà andato come si voleva almeno lo si sarà vissuto secondo le proprie regole.